Il manganello di Piantedosi e la carota di Mattarella
La crisi politica scaturita dalla repressione delle proteste a Pisa e Firenze si è ricomposta con una nota, breve ma molto dura, emessa dalla presidenza della Repubblica
foto: Quirinale
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La crisi politica scaturita dalla repressione delle proteste a Pisa e Firenze si è ricomposta con una nota, breve ma molto dura, emessa dalla presidenza della Repubblica: “Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento.” Si tratta di uno dei moniti di Mattarella più duri da anni, che ritrova la sua compostezza con quel “trovandone condivisione,” garantendo che anche al ministero dell’Interno si pensi che manganellare studenti minorenni sia una fatto reprensibile. Come sottolinea Andrea Fabozzi sul manifesto, “trovandone condivisione” è una formula che permette al Quirinale di dare una sterzata sulla linea governativa senza umiliare il ministro Piantedosi — che ovviamente non si dimetterà in seguito allo scontro con il Quirinale. Nonostante i toni marcatamente più accesi, la dinamica è facilmente riconducibile ai tanti precedenti in cui Mattarella è intervenuto durante il governo Conte I e ora col governo Meloni, per esprimere garanzie che dovrebbero essere implicite, con dichiarazioni e discorsi che non hanno mai avuto conseguenze politiche. Si ricordino, ad esempio, le due lettere emesse insieme alle firme sui due decreti sicurezza, in difesa dell’articolo 10 della Costituzione e degli obblighi internazionali dell’Italia — in entrambi i casi considerate lettere morte dalla coalizione di allora e da quelle successive.
Nelle ore precedenti alla dichiarazione di Mattarella, la Lega aveva apertamente difeso la violenza di polizia. L’europarlamentare Susanna Ceccardi aveva dichiarato: “Se un corteo non è autorizzato dalla questura, se i manifestanti che vi partecipano si sono autoconvocati sui social, se hanno l’intenzione di scatenare il caos nel centro di Pisa e di Firenze forzando i blocchi delle forze dell’ordine, di cosa c’è da stupirsi se poi la polizia interviene per contenerli e disperderli?” “Io sto dalla parte dei poliziotti che hanno fatto il proprio dovere, li ringrazio ed esprimo vicinanza e solidarietà nei loro confronti, soprattutto per le ignobili accuse che già stanno ricevendo dalla sinistra.” Confermando la linea del deputato pisano Edoardo Ziello, secondo cui “gli agenti con la propria abnegazione e preparazione hanno sbarrato la strada ad un corteo strapieno di gente incappucciata”: “Ringrazio donne e uomini in divisa che, ancora una volta, hanno dimostrato un alto senso delle istituzioni e di saper svolgere il proprio lavoro in modo impeccabile.”
I partiti di centrosinistra hanno risposto positivamente alla nota di Mattarella. Secondo Sandro Ruotolo (PD), “la ferita di Pisa è più profonda di quella che appare. Se ne fa interprete il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel Paese è aperta una questione democratica.” Secondo Ruotolo c’è “un uso volutamente strumentale da parte del ministro degli Interni Piantedosi delle forze dell’ordine, responsabili delle troppe manifestazioni di piazza finite con incidenti e delle identificazioni dei manifestanti.” È soddisfatto anche Angelo Bonelli (AVS): “Bene il richiamo del presidente della repubblica Mattarella al ministro dell’Interno Piantedosi, di fronte a degli studenti, minorenni, la polizia avrebbe il dovere di riporre i manganelli e usare il dialogo . Spiace constatare che di fronte alle drammatiche immagini di violenza di ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni stia ancora in silenzio e non abbia condannato la violenza. Torniamo a chiedere al ministro Piantedosi la rimozione del questore di Pisa.”
In realtà, il silenzio di Meloni è rimasto solo formale: al capo di stato, infatti, è arrivata una risposta piccata e vittimista dell’ufficio stampa di Fratelli d’Italia — così che non sia firmata dalla capa del governo Meloni: “Fratelli d’Italia difende le regole democratiche di convivenza che si basano sul diritto di manifestare e il dovere di farlo pacificamente e nel rispetto della legge. La sinistra che spalleggia i violenti è la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito.”