L’obiettivo pulizia etnica a Gaza

Bezalel Smotrich, leader della sigla di estrema destra Partito Sionista Religioso, ha parlato apertamente degli obiettivi di pulizia etnica del governo israeliano per la Striscia di Gaza

L’obiettivo pulizia etnica a Gaza

Il ministro delle Finanze del governo Netanyahu VI Bezalel Smotrich, leader della sigla di estrema destra Partito Sionista Religioso, ha parlato apertamente degli obiettivi di pulizia etnica del governo israeliano per la Striscia di Gaza. Smotrich ha dichiarato che Israele dovrebbe “incoraggiare l’emigrazione volontaria” da Gaza al termine dell’aggressione, cercando attivamente “paesi che vogliano prenderseli.” Il ministro non si ferma al controllo militare — più volte indicato come esito desiderato dell’aggressione da Netanyahu, ignorando le proteste statunitensi — ma vuole che nella futura Striscia di Gaza ci sia una presenza “coloniale,” in “modo civile.” Le dichiarazioni di Smotrich non sono state un incidente, e il ministro ha ripetuto la propria posizione anche in un’intervista radiofonica, elaborando: “Dobbiamo incoraggiare l’emigrazione. Se ci fossero 100 o 200 mila arabi nella Striscia, e non 2 milioni, la conversazione del dopoguerra sarebbe completamente diversa.”

Channel 12, che aveva pubblicato la prima delle due interviste a Smotrich, ha anche pubblicato un bizzarro retroscena che raccontava che Tony Blair avesse incontrato Netanyahu e Gantz per prendersi il compito di guidare l’impegno internazionale del dopoguerra, e specificamente come gestire l’emigrazione “volontaria” dei rifugiati palestinesi all’estero. Un portavoce dell’ex Primo ministro britannico accusato di crimini di guerra ha dichiarato che il retroscena “semplicemente non è vero,” e che “non ci sono state discussioni di questo tipo, e in ogni caso non considererebbe” l’incarico.

L’aggressione di Gaza, nel frattempo, continua: bombardamenti intensi hanno interessato tutto il territorio della Striscia senza sosta negli ultimi due giorni. Le autorità sanitarie di Gaza sono tornate a denunciare l’impossibilità di garantire i servizi alla propria popolazione — in particolare a più di 10 mila persone che non stanno ricevendo terapia per i propri tumori, in seguito alla chiusura forzata dell’Ospedale dell’Amicizia Turco-Palestinese. La repressione violenta del popolo palestinese continua anche fuori dal contesto dell’operazione militare a Gaza: le IDF hanno ucciso 4 persone nella cittadina di Azzun, in Cisgiordania.

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Foto drone della tendopoli a Rafah, a 30 km dal confine con l’Egitto. Via @QudsNen