GBduSQmXcAA-0lv

Lo scandalo dell’uccisione di 3 prigionieri israeliani a Gaza continua ad allargarsi: il caso dell’incidente, originariamente giustificato dalle IDF dicendo che i tre prigionieri erano stati scambiati per combattenti, si è complicato quando è emerso che i tre uomini erano a torso nudo, stavano chiedendo aiuto in ebraico, e uno dei tre stava agitando una bandiera bianca. Aprire il fuoco contro qualcuno che si è arreso e sta agitando una bandiera bianca è espressamente proibito dalle leggi umanitarie internazionali. Il direttore di Human Rights Watch in Palestina e Israele, Omar Shakir, ha denunciato che la loro uccisione sottolinea “la pratica di vecchia data delle forze israeliane di sparare prima e fare domande dopo.” Nel 2009, al termine dell’Operazione piombo fuso, Human Rights Watch aveva pubblicato un report sulle uccisioni di civili palestinesi da parte delle IDF, sottolineando espressamente gli omicidi di persone che agitavano bandiere bianche. All’epoca, due comandanti avevano dichiarato che i combattenti palestinesi avrebbero usato le bandiere bianche come “scudo” per proteggersi dal fuoco israeliano. L’accusa non è mai stata sostanziata, e già all’epoca le IDF si rifiutarono di collaborare con HRW per discutere delle loro accuse.

Il capo di stato maggiore Herzi Halevi e il ministro della Difesa Yoav Gallant si sono presi le colpe dell’incidente, difendendo sostanzialmente le azioni dei soldati — la tesi di fondo è che le IDF devono poter aprire il fuoco sulle persone disarmate e vestite da civili perché nella concitazione della battaglia sarebbe impossibile distinguerle dai civili. Nonostante le richieste delle famiglie dei prigionieri e le sempre maggiori pressioni internazionali, Netanyahu è tornato a insistere che l’aggressione di Gaza “continuerà fino alla vittoria.”

Le violenze, infatti, stanno continuando con particolare intensità, con decine di uccisioni: nel nord della Striscia, a Jabalia, rinnovati bombardamenti hanno ucciso 47 persone, mentre un numero di persone ancora non specificato, ma nell’ordine delle decine, è morto in bombardamenti su Rafah, nel sud della Striscia. A Tulkarm, in Cisgiordania — che teoricamente non dovrebbe essere coinvolta nel conflitto — le IDF hanno ucciso 4 persone in un attacco drone. Due di loro sono morti dissanguati, perché le forze di occupazione hanno impedito ai soccorsi di arrivare sul luogo del bombardamento. L’attacco drone ha lasciato un numero imprecisato di persone ferite, ma tra loro ci sono anche persone in condizioni critiche.

Sostieni l’informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis


Il bombardamento dell’ospedale Kamal Adwan. Foto via Twitter @QudsNen
Blogger, designer, cose web e co–fondatore di the Submarine.