La “falsa promessa” delle pause umanitarie a Gaza

Oxfam ha pubblicato una dura dichiarazione, descrivendo le pause umanitarie come una “falsa promessa”

La “falsa promessa” delle pause umanitarie a Gaza
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CC BY-SA 3.0 Al Araby

Di fronte al numero sempre più alto di morti a Gaza gli stati occidentali hanno intensificato le richieste di pause umanitarie all’aggressione israeliana — che però non sono un cessate il fuoco, ma solo una sospensione che dovrebbe permettere l’accesso di più aiuti umanitari nella Striscia. I ministri degli Esteri del G7 hanno chiesto di attivare pause umanitarie, esprimendo la speranza che dovrebbero aiutare anche a procedere con il rilascio dei prigionieri catturati da Hamas. Tutti i ministri hanno sottoscritto nel documento che Israele ha il diritto di “difendersi,” ma che “una soluzione con due stati rimane l’unica strada verso una pace giusta, duratura e sicura.” Come gli Stati Uniti, anche il G7 non ha chiesto di arrivare a un cessate il fuoco. Andrew Mitchell, il ministro britannico allo Sviluppo e all’Africa, ha dichiarato che sono necessarie pause umanitarie “efficaci.” L’unico impegno effettivo per arrivare a una pausa umanitaria finora è stato dal Qatar, che sta mediando un negoziato, coordinandosi con gli Stati Uniti, per la liberazione di un numero tra 10 e 15 prigionieri catturati da Hamas in cambio di una pausa del conflitto di più di un giorno.

La realtà, però, è diversa: in risposta alle dichiarazioni di Mitchell, Oxfam ha pubblicato una dura dichiarazione, descrivendo le pause umanitarie come una “falsa promessa” dato che “le bombe israeliane continuano a colpire senza tregua civili e bambini e resta vigente un completo assedio.” “Il diritto all’autodifesa di Israele non giustifica queste sofferenze terribili e la crisi umanitaria. È evidentemente chiaro che Israele sta violando la legge umanitaria internazionale.” L’Alto commissario ai diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Türk, è tornato a chiedere un cessate il fuoco. Parlando dal valico di Rafah, in Egitto, Türk ha descritto la situazione a Gaza come un “incubo infernale.” Oggi si terrà una conferenza a Parigi per coordinare gli aiuti umanitari per Gaza, anche se Macron resta allineato alla richiesta di una pausa e non di un cessate il fuoco. Israele non parteciperà, anche se il governo francese ha sottolineato che ha “un interesse” nel miglioramento della situazione umanitaria a Gaza.

C’è anche chi guarda al continuare delle violenze con approvazione, e chi non teme l’espandersi del conflitto: durante il dibattito dei candidati alle primarie repubblicane statunitensi — che si è tenuto ovviamente senza Trump — tutti i candidati tranne Vivek Ramaswamy hanno espresso in modo risoluto che continuerebbero a dare carta bianca a Israele — le espressioni ricorrenti della serata sono state “mettere fine” ed “eliminare” Hamas. (I metodi sono noti.) Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno bombardato un deposito d’armi iraniano nell’est della Siria. Annunciando l’operazione militare, il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha detto che gli Stati Uniti “invitano a evitare l’escalation.”

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