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A Gaza continua l’orrore: anche oggi si contano decine di morti, mentre i bombardamenti dell’aviazione israeliana continuano a martellare anche nelle vicinanze dell’ospedale Al–Quds. L’esercito israeliano ha dichiarato che le proprie truppe hanno “completato l’accerchiamento della città di Gaza” — anticipando una possibile intensificazione dell’aggressione via terra mentre Israele continua a ignorare le richieste internazionali di mettere almeno in pausa il conflitto. La situazione sanitaria è sempre peggiore: Jezebel ha raccolto testimonianze di numerosi parti cesarei eseguiti senza anestesia, senza acqua pulita, senza disinfettanti e antibiotici — spesso usando il flash del telefono come unica luce. Nel frattempo, la situazione sta rapidamente degenerando anche nella Cisgiordania occupata, dove ogni giorno sono di più il numero di persone uccise dalle IDF: sono state uccise altre 6 persone, in due aggressioni separate, a Jenin e nel campo profughi al–Fawwar, in provincia di Hebron.
Negli Stati Uniti continua l’instabilità politica, ma questa non coinvolge il supporto acritico di Israele e dell’aggressione scatenata contro Gaza. I repubblicani hanno esaminato le richieste miliardarie di Biden di due settimane fa e alla Camera dei rappresentanti hanno approvato un piano che prevede i 14,3 miliardi di dollari richiesti dal presidente democratico per sostenere l’esercito israeliano. Il finanziamento potrebbe arenarsi al Senato, o essere direttamente bloccato dalla Casa bianca, però, perché i repubblicani hanno respinto i finanziamenti richiesti per l’Ucraina. I repubblicani stanno scommettendo che si tratti di un bluff. L’amministrazione Biden in queste settimane si è schierata in modo sempre più problematico al fianco del governo Netanyahu VI — allarmando in modo crescente i diplomatici del dipartimento di Stato, a cui è stato apertamente che non potevano usare le proprie competenze per influenzare la linea politica statunitense, che avrebbe continuano a ignorare largamente le atrocità che si stavano susseguendo a Gaza. Oggi Blinken sarà di nuovo a Tel Aviv per chiedere a Israele di prendere “passi concreti” per limitare il numero di civili uccisi.
L’amministrazione statunitense, come quelle europee, sta largamente ignorando le richieste dell’opinione pubblica in merito al conflitto: giovedì si è tenuta una grande manifestazione per un cessate il fuoco a Philadelphia, organizzata da Jewish Voice for Peace, The Philly Palestine Coalition, e IfNotNow, e questo fine settimana ci si aspetta una larga partecipazione a una manifestazione a Washington; mentre a Londra alcuni attivisti hanno lasciato scritte pro–Palestina sulla sede del ministro degli Esteri britannico e sulla sede londinese di Leonardo. In questi giorni si sono fatte particolarmente rumorose le proteste anche nei paesi arabi che negli scorsi anni avevano normalizzato le relazioni con Israele. L’eccezione finora sono i paesi dell’America latina: anche Argentina, Perù e Messico hanno condannato le azioni di Israele.