grab TG3, via Twitter
È stata rivalutata la pena detentiva dell’anarchico Alfredo Cospito a 23 anni di reclusione. Si tratta di una vittoria per la difesa di Cospito, secondo cui però resta “un processo alle idee”
Alfredo Cospito non dovrà scontare l’ergastolo: la corte d’assise di Torino ha ricalcolato in “soli” 23 anni di carcere la pena per l’anarchico, riconosciuto colpevole di aver compiuto un attentato alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano con esplosivo 17 anni fa, che però non fece alcuna vittima. Cospito era stato già condannato a 20 anni di carcere, ma la procura aveva chiesto di rideterminare il reato di cui era accusato per poterlo condannare all’ergastolo. A Cospito però sono state riconosciute le attenuanti generiche e quelle della lieve entità dei fatti. Cospito ha dichiarato che “questo è un processo alle idee. Gli anarchici non fanno stragi indiscriminate, perché gli anarchici non sono lo Stato.”
Cospito però resterà in regime di 41–bis, visto che la sentenza non ha effetto su questo aspetto. La difesa dell’anarchico si è comunque detta soddisfatta della sentenza: l’avvocato Flavio Rossi Albertini ha detto che “siamo assolutamente soddisfatti, 23 anni è una pena elevata ma avevamo timore che potesse andare molto, molto peggio.” Lo stesso legale aveva dichiarato che “non si capisce perché la procura voglia applicare una pena così esemplare.” Non è chiaro cosa succederà ora, ma sembra improbabile che Cospito riprenda il suo sciopero della fame.
Con un tempismo molto accurato, ieri sono arrivate anche le misure cautelari per gli anarchici che avevano preso parte al corteo di solidarietà a Cospito lo scorso 11 febbraio: ci sono un divieto di dimora da Milano, due divieti di dimora con firma e tre obblighi di dimora nei comuni di residenza. Secondo il gip, i 6 erano “estremamente decisi nel portare avanti i loro ideali con sistemi e modalità che, nella maggior parte dei casi, sfociano nell’illecito e che presentano come obiettivo principale quello di creare disordine e destabilizzare l’ordine pubblico.” Il gruppo anarchico Galipettes ha dichiarato che “non basteranno queste misure per fermare le lotte. Sempre contro il 41–bis e per un mondo senza galere.”