L’inizio della fine del macronismo
Le strade e le piazze francesi sono tornate a infiammarsi — spesso letteralmente — in risposta alla decisione di bypassare il voto all’Assemblea Nazionale
La manifestazione spontanea a Place de la Concorde. Foto via Twitter @arenasrodrigo_
Le strade e le piazze francesi sono tornate a infiammarsi — spesso letteralmente — in risposta alla decisione di bypassare il voto all’Assemblea Nazionale
Di fronte al fatto che la riforma delle pensioni rischiava di non passare all’Assemblea Nazionale, Macron e Borne hanno deciso di attivare l’articolo 49.3 della Costituzione francese, un residuo gaullista con cui il presidente può intervenire per mettere fine alla sovranità instabilità del Parlamento. L’attivazione dell’articolo ribalta i rapporti di forza: il presidente approva una legge senza voto nell’Assemblea, che ha 24 ore per fermare la legge presentando una mozione di sfiducia — le opposizioni hanno fino alle 15:20 di oggi per presentarla. Macron ha giustificato la decisione citando “rischi finanziari troppo grandi,” agitando addirittura il rischio di “bancarotta” nel caso il testo non venisse adottato. È una messa in scena a cui ormai il pubblico francese si è abituato: l’amministrazione ha agitato numerosissime volte lo spettro del debito per giustificare le proprie scelte, e il capo economista di Allianz Ludovic Subran ha confermato che la riforma delle pensioni “non crea da sola il rischio di uno spettacolare attacco al debito francese.” Anche l’attivazione dell’articolo 49.3 — una procedura che dovrebbe essere utilizzata solo in eccezioni straordinarie — è diventata la norma: per approvare la legge di bilancio Borne l’ha usato 10 volte.
Ovviamente questa attivazione dell’articolo 49.3 è diversa dalle altre — la riforma delle pensioni è molto impopolare e stavolta l’escamotage potrebbe costare molto caro all’esecutivo. Secondo Jean-Baptiste Daoulas e Laure Equiy la forzatura peserà su tutti i prossimi anni della presidenza Macron, in quello che rischia di essere “l’inizio dell’impotenza” del presidente. Ilyes Ramdani parla del “primo giorno della fine del quinquennio,” Thomas Legrand commenta che si tratta della “fine del macronismo”: Macron era arrivato sulla scena politica francese promettendo una “rivoluzione” dopo anni di malfidenza contro la classe politica; invece è stato autore di una politica ancora più personalista — e ora, con un governo di minoranza, è costretto a usare sistematicamente strumenti autoritari per approvare le leggi chiave della sua presidenza. Come si era già visto con Jean Castex nei momenti più difficili della pandemia, nei momenti di crisi Macron manda avanti il Primo ministro o la Prima ministra — Borne ha accettato l’attivazione dell’articolo 49.3 di fronte a un gruppo di ministri, dicendo a Macron “accetto di fare il fusibile.”
Le strade e le piazze francesi sono tornate a infiammarsi — spesso letteralmente — in risposta alla decisione di bypassare il voto all’Assemblea Nazionale: a Parigi, a Place de la Concorde, si è formata una manifestazione spontanea, che è poi stata fatta sgomberare a causa di un fuoco appiccato nei pressi del cantiere per il restauro dell’obelisco. I manifestanti hanno appiccato poi il fuoco ai rifiuti che non erano ancora stati ritirati a causa dello sciopero dei netturbini: in tutta la città sono stati individuati 26 roghi e le autorità hanno contato 217 arresti. Si sono registrati scontri anche a Nantes, Rennes e Marsiglia.