L’Italia ha lasciato annegare altre 30 persone

Un’imbarcazione si è ribaltata nel tentativo di raggiungere le coste italiane dell’Europa, fuggendo dalla Libia. Nel naufragio sarebbero morte almeno 30 persone, mentre 17 sono sopravvissute e sono state soccorse da un mercantile

L’Italia ha lasciato annegare altre 30 persone

foto via Twitter @seawatch_intl

Un’imbarcazione si è ribaltata nel tentativo di raggiungere le coste italiane dell’Europa, fuggendo dalla Libia. Nel naufragio sarebbero morte almeno 30 persone, mentre 17 sono sopravvissute e sono state soccorse da un mercantile

È successo di nuovo: un’imbarcazione si è ribaltata nel tentativo di raggiungere le coste italiane dell’Europa, fuggendo dalla Libia. Nel naufragio sarebbero morte almeno 30 persone, mentre 17 sono sopravvissute e sono state soccorse dal mercantile Froland. Alarm Phone ha rivolto un’accusa durissima: “Le autorità erano informate ma hanno ritardato i soccorsi lasciandoli morire.” Nonostante il ministro Tajani abbia dichiarato — senza paura di risultare ridicolo — che l’Italia “non lascia mai morire nessuno senza soccorso,” l’imbarcazione era stata già segnalata come in difficoltà dalle 2:28 dell’11 marzo ed è stata al centro di un rimpallo di responsabilità fatale — proprio come a Cutro.

La Guardia costiera infatti ha dichiarato che la tragedia è avvenuta “fuori dalla nostra area di responsabilità Sar,” sostenendo anche che la guardia costiera libica non sarebbe intervenuta “per mancanza di assetti navali.” La Guardia costiera ha dichiarato anche che “durante le operazioni di soccorso da parte della motonave Froland, il barchino durante il trasbordo dei migranti si capovolgeva: 17 persone venivano soccorse e recuperate dalla nave mentre risultavano dispersi circa 30 migranti.” Ma perché, come chiede Alarm Phone, le autorità italiane hanno esitato anche a dare ordine ai mercantili in zona di intervenire?

Sono stati poi recuperati altri tre corpi di reduci del naufragio di Cutro: il conto ufficiale dei morti è salito così a 79. Su 79 morti, 33 erano minorenni — 24 avevano meno di 12 anni. Ma lo stillicidio dei corpi che arrivano a riva sarà ancora lungo: le ricostruzioni dei naufraghi parlano di almeno 180 dispersi, e ogni giorno è più difficile riconoscere le vittime. Un’altra imbarcazione, di gomma, partita dalla Turchia ha perso il controllo con 31 persone a bordo — 11 persone sono state soccorse dalla guardia costiera turca, e altre 5 sono riuscite a raggiungere l’isola greca di Farmaco, a 10 km dalla costa turca. La guardia costiera turca ha recuperato i corpi di 5 persone affogate, ma restano almeno altri 10 dispersi.

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