Non facciamoci del male
Le primarie del Pd stanno arrivando alla fase conclusiva: il prossimo 26 febbraio si vota nei gazebo, e lo scontro è più aperto del previsto. Forse perché in realtà non è proprio uno scontro frontale?
Le primarie del Pd stanno arrivando alla fase conclusiva: il prossimo 26 febbraio si vota nei gazebo, e lo scontro è più aperto del previsto. Forse perché in realtà non è proprio uno scontro frontale?
Ieri sera si è tenuto in diretta su SkyTg 24 il dibattito “all’americana” tra i candidati alla segreteria del Pd, Schlein e Bonaccini. Il dibattito non è stato particolarmente acceso, né i due contendenti hanno rivelato posizioni radicalmente diverse da loro. Schlein è sembrata piuttosto istituzionale, forse fin troppo per una candidata che in vista delle primarie aperte del 26 febbraio dovrebbe passare all’attacco. Bonaccini invece è parso gestire il vantaggio, non attaccando o discostandosi da praticamente nulla di quanto detto da Schlein. Tra le differenze principali c’è la proposta esplicita di Schlein sull’opportunità di istituire un salario minimo per combattere la stagnazione dei salari, mentre Bonaccini ha ritirato fuori il “taglio del costo del lavoro.”
Alle primarie dei circoli ha vinto Stefano Bonaccini con il 52,87%, ma comunque vada lo scenario futuro non sembra prevedere una rottura tra le anime del partito che sostengono i due candidati — i quali molto probabilmente dovranno trovare un accordo, come è stato anche evidente dalla poca pugnacità del dibattito di ieri. Bonaccini ha già spiegato che se vincerà tenderà una mano a Schlein, ed è presumibile che avverrà anche il contrario visto che entrambi vorrebbero scongiurare il rischio di nuove scissioni.