Plenarsaal_des_Europäischen_Parlaments_in_Brüssel_(Nov._2021)

foto CC BY-SA-4.0 Maximilian Greger

Il Parlamento europeo sta cercando di limitare i danni del “Qatargate,” ma le istituzioni comunitarie non sono in grado di affrontare la questione alla radice — che la loro integrità ora è in discussione

Le indagini della polizia sul caso di lobbismo illecito del Qatar non sono finite: ieri sono stati perquisiti diversi appartamenti di altri europarlamentari, e la polizia ha perlustrato per ore gli uffici del Parlamento. Inoltre, sono state bloccate le risorse informatiche di dieci assistenti — non nominati, ma presumibilmente che lavorano per i parlamentari di cui le autorità hanno ispezionato gli uffici. Dall’inizio delle indagini, sono state perquisite 20 residenze. Dopo giorni di silenzio o commenti trasversali, la rappresentanza qatarina a Bruxelles ha preso ufficialmente una posizione, descrivendo come “infondate” le accuse.

Mentre non è ancora chiaro quante persone siano coinvolte nel caso, il Parlamento europeo sta cercando di limitare i danni, e ha preventivamente sospeso tutti i lavori in collaborazione con il Qatar. La presidente del Parlamento europeo Metsola ha aperto la sessione plenaria di lunedì con un discorso affaticato, dicendo che “questi sono stati tra i giorni più lunghi della mia carriera.” Secondo Metsola “il Parlamento europeo è sotto attacco; la democrazia europea è sotto attacco; e il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco.” Nel proprio discorso Metsola ha parlato apertamente di “nemici della democrazia” e “attori maligni, legati a Paesi terzi autocratici.” Il fondatore di The Good Lobby, Alberto Alemanno, ha commentato l’intervento della presidente dicendo che non si trattava di un attacco alla democrazia comunitaria, ma di “danni autoinflitti”: “Il Parlamento europeo e la maggior parte dei suoi membri hanno tradizionalmente resistito a regole di integrità più rigorose e a un sistema di esecuzione efficace.”

I nemici del Parlamento europeo se la ridono — Orbán ha twittato un meme per commentare la notizia — e le istituzioni europee chiaramente non sono preparate a rispondere a domande che ne mettono in discussione l’integrità: la portavoce della Commissione europea Dana Spinant ha chiuso alle domande dei giornalisti, mentre i reporter cercavano di ottenere una dichiarazione di von der Leyen sul possibile collegamento al caso di Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea per la promozione dello stile di vita europeo, che ancora poche settimane fa faceva tweet in cui lodava le riforme del mercato del lavoro del Qatar. Durante la conferenza stampa pre–plenaria il portavoce del Parlamento Jaume Duch, invece, se n’è andato senza accettare domande dai giornalisti che stavano partecipando in collegamento.

In Grecia, l’autorità anti-riciclaggio ha ordinato il congelamento delle proprietà e delle attività finanziarie di Eva Kaili, mentre la Corte d’Appello di Brescia ha confermato che “non appaiono sussistere cause ostative alla consegna” al Belgio della moglie e della figlia di Panzeri.

Nel frattempo, in un’altra abitazione riconducibile alla famiglia di Panzeri, a Calusco d’Adda, in provincia di Bergamo, sono stati sequestrati altri 17 mila euro in contanti. Secondo gli inquirenti di Bruxelles, la moglie e la figlia dell’ex parlamentare “sembrano essere pienamente consapevoli delle sue attività”: le autorità sarebbero in possesso di intercettazioni telefoniche in cui la moglie, Maria Colleoni, avrebbe chiesto a Panzeri di “aprire un conto bancario in Belgio,” e di poter controllare direttamente le operazioni finanziarie del marito. Parlando dei viaggi e dei regali organizzati da Panzeri, Colleoni usa la parola francese “combines,” “trucchetti” — secondo gli inquirenti è un segno che fosse a conoscenza dei fatti. Nei documenti si menziona anche di vacanze dal costo che arrivava “fino a 100 mila euro” — emerse perché Colleoni diceva al marito che “non poteva permettersi di spendere 100mila euro per le vacanze come l’anno scorso,” e che la proposta di spendere 9 mila euro a persona per l’alloggio era troppo esosa.

Michiel van Hulten, il direttore di Transparency International EU, un’organizzazione internazionale che si occupa di corruzione, ha commentato in modo durissimo la notizia: “Nel corso di molti decenni, il Parlamento ha permesso che si sviluppasse una cultura dell’impunità, grazie a una combinazione di regole e controlli finanziari permissivi, e la completa mancanza di supervisione etica indipendente (anzi, di qualsiasi supervisione etica.)” Van Hulten commenta che “come primo passo, la Commissione europea deve pubblicare la propria proposta — troppe volte rimandata — per la creazione di un ente etico comunitario indipendente, con poteri d’indagine ed esecutivi.” In realtà, nonostante la proposta della Commissione sia davvero molto in ritardo, quasi certamente non avrà poteri investigativi ed esecutivi.

Coinvolte nell’indagine sono anche l’organizzazione fondata da Panzeri, Fight Impunity, e quella fondata da Emma Bonino, No Peace Without Justice, che non è coinvolta personalmente nell’indagine, al contrario dell’attuale direttore generale, Niccolò Figà-Talamanca, che è stato fermato dalle autorità. Entrambe le organizzazioni hanno sede al numero 21 di rue Ducale, che si configura come uno snodo centrale della vicenda. Il sito di Fight Impunity non riporta più i collaboratori dell’organizzazione, ma una pagina “Chi siamo” sull’Internet Archive elenca tra i membri anche Francesco Giorgi, il compagno di Eva Kaili, che è stato a sua volta fermato dalle autorità.

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