in copertina, foto CC BY 2.0 Parlamento europeo
Tra alleanze più o meno improbabili, siglate e poi rifiutate, tutti i partiti che sfidano la coalizione di destra hanno cominciato la campagna elettorale con il piede sbagliato. Il rischio è che la destra conquisti una maggioranza schiacciante, grazie a una legge elettorale che la favorisce — ma la tentazione di continuare a litigare è forte
Cercando di lasciarsi alle spalle lo psicodramma calendiano, la coalizione di centrosinistra ha presentato le prime candidature di punta: Verdi e Sinistra Italiana hanno annunciato i nomi di Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro, che correranno in un collegio uninominale e allo stesso tempo saranno capilista al proporzionale. Cucchi — che si era candidata già nel 2013 con Rivoluzione civile di Ingroia — commenta la decisione dicendo di voler mettere al centro della propria campagna “i diritti, per tutti e uguali per tutti. Perché ho sperimentato sulla mia pelle che non va così.” Il Pd, invece, ormai deciso a giocare al centro, ha annunciato la candidatura di Carlo Cottarelli, definito da Letta “punta di diamante della nostra campagna.”
Intanto, la campagna elettorale, finora ostaggio della telenovela delle alleanze del centrosinistra, è entrata nel vivo con un battibecco a distanza tra Letta e Meloni. Il segretario del Pd, durante una conferenza stampa con Bonino e Della Vedova, ha attaccato la leader di Fratelli d’Italia, dicendo che sta cercando di “riposizionarsi, incipriarsi, rifarsi un’immagine,” rispetto alle posizioni espresse in supporto al partito neofranchista spagnolo Vox. Meloni ha replicato accusando Letta di misoginia e dicendo di non aver nessun bisogno di “incipriarsi” per essere credibile.
È difficile negare, però, che Meloni sia entrata in una fase di “rassicurazioni” nei confronti dell’elettorato moderato e dell’opinione pubblica internazionale. Poco dopo lo scambio di accuse con Letta ha pubblicato un videomessaggio in tre lingue per rassicurare la stampa estera sul rischio di una “svolta autoritaria” in caso di vittoria di FdI alle elezioni. Nel video, tra le altre cose, Meloni fa abiura del fascismo e delle leggi razziali, dicendo che “la destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni.” Il capogruppo alla Camera del partito, Francesco Lollobrigida, in un’intervista per il Corriere cita Luttwak per negare addirittura l’etichetta di “nazionalista” per Meloni, preferendo quella di “patriottica” e “sovranista.”
* Questa puntata è stata registrata prima della formalizzazione del “terzo polo” di Renzi e Calenda