Gli Emirati Arabi Uniti stanno utilizzando una legge anti-terrorismo liberticida per continuare a tenere in carcere 10 persone che hanno scontato la loro sentenza in prigione dopo essere state condannate in un controverso processo di massa
Amnesty International ha denunciato il caso di 10 uomini che, dopo aver scontato una pena in carcere negli Emirati Arabi Uniti, non sono stati scarcerati. Le 10 persone ancora in prigione erano state incarcerate nel 2013 e condannate a dieci anni di reclusione nel caso “UAE-94” e dovevano essere scarcerate tra marzo e aprile, ma le autorità, approfittando della legge anti-terrorismo in vigore, stanno allungando la pena con la scusa di fornire dei “percorsi di deradicalizzazione” ai carcerati.
Nel 2013 negli Emirati Arabi Uniti sono state portate a processo 94 persone accusate di complotto col fine di rovesciare il governo dell’emiro Khalifa bin Zayed Al Nahyan ed instaurare un regime democratico. Di queste 94 persone, 69 sono state condannate a sentenze fino ai 15 anni di carcere, in un processo realizzato nel massimo riserbo dalle autorità dell’Emiro, le quali non hanno permesso di presenziare nemmeno ai familiari dei processati o ai supervisori indipendenti, alimentando così i sospetti che si trattasse di un processo del tutto arbitrario per togliere di mezzo degli oppositori politici.
Quasi 10 anni dopo, 10 dei 60 condannati in quel processo attendono ancora la libertà nonostante abbiano scontato la propria pena. “Queste persone hanno già trascorso un decennio dietro le sbarre per aver osato protestare contro le autorità degli Emirati o per essere stati percepiti come un’opposizione politica, e ora questa ingiustizia si sta prolungando oltre la pena prevista. Questo è l’ultimo esempio di come le autorità degli Emirati Arabi Uniti armano il sistema giudiziario, minano lo stato di diritto, criminalizzano il dissenso pacifico e zittiscono chiunque non sia d’accordo con loro,” ha affermato Lynn Maalouf, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa.
I tribunali degli Emirati possono ordinare, su richiesta dell’Ufficio federale della pubblica accusa, che una persona “vicina a pensieri estremisti o terroristi” sia collocata in “centri di assistenza.” Questi centri di “deradicalizzazione” presentano poi una relazione che viene utilizzata dai tribunali per determinare se la persona può essere rilasciata. La legge non conferisce al prigioniero il diritto di essere presente o di avere una rappresentanza legale in questi procedimenti, né il diritto di ricorrere in appello contro la loro continua detenzione.
Amnesty International racconta anche di come anche in un altro caso 24 cittadini dell’Emirato incarcerati per aver esercitato la loro libertà di espressione siano stati trattenuti in prigione oltre la durata della loro pena. Sette di loro sono stati rilasciati, mentre gli altri 17 sono ancora in prigione.