Dopo l’ennesima strage in una scuola, i politici statunitensi sanno dire solo “pensieri e preghiere”

La sparatoria nella scuola elementare di Uvalde si poteva evitare, ma la politica statunitense è sempre ostaggio della lobby delle armi

Dopo l’ennesima strage in una scuola, i politici statunitensi sanno dire solo “pensieri e preghiere”

Il governatore texano Abbott con la polizia frontaliera, poche ore prima dell’attacco a Uvalde. Foto via Twitter @GregAbbott_TX

La sparatoria nella scuola elementare di Uvalde si poteva evitare, ma la politica statunitense è sempre ostaggio della lobby delle armi

.@KarenPence and I are deeply saddened and heartbroken to hear of the horrific shooting that took place at Robb Elementary School in Uvalde, Texas today and we are praying God's comfort for the families of the 14 children and 1 teacher who were tragically killed.

— Mike Pence (@Mike_Pence) May 24, 2022

Un diciottenne, Salvador Ramos, ha aperto il fuoco in una scuola elementare di Uvalde, una cittadina a 130 km da San Antonio, in Texas. Sul posto Ramos ha ucciso 19 bambini e una maestra, Eva Mireles, che cercava di proteggere i propri alunni, mentre a casa propria ha ucciso la nonna. Nella scuola si conta un numero al momento imprecisato di feriti, che sono stati portati in ospedale. Ramos ha compiuto la strage con due fucili che si era comprato in occasione del proprio diciottesimo compleanno. Nel corso dell’attacco è stato ucciso da un agente del Border Patrol, che lavorava nei paraggi ed è entrato nella scuola senza aspettare rinforzi.

È l’ottava sparatoria di massa in Texas negli ultimi 13 anni, uno stillicidio reso ancora più facile dalla legislazione locale, che di strage in strage ha allentato le norme sul porto d’armi invece di irrigidirle, secondo la teoria irrazionale che più armi dovrebbero svolgere una funzione deterrente. Lo scorso aprile la Camera del Texas ha approvato infatti una riforma al porto d’armi locale che permette alle persone con più di 21 anni di avere con sé pistole anche senza licenza, ma fucili come quelli usati nella strage di Uvalde potevano essere portati in giro senza licenza anche prima della riforma. La riforma è stata varata un anno e mezzo dopo l’attentato terroristico suprematista bianco di El Paso e la strage di Midland e Odessa.

È in questo contesto che oggi il governatore del Texas Abbott ha dichiarato che “farà tutto quello che è necessario per essere certo che scene del crimine come questa non si ripetano in futuro.” Una frase che ricalca quasi perfettamente la sua dichiarazione rilasciata nel 2018 per la sparatoria scolastica di Santa Fe — con la differenza che allora l’aveva definita una “tragedia.”

In una coincidenza sfortunata, poche ore prima della strage, Abbott aveva dichiarato che il Texas è lo stato “della giustizia e dell’ordine,” che protegge “gli Americani” in “assenza di Biden,” durante una conferenza stampa coordinata con la polizia frontaliera dello stato. Biden ha commentato l’accaduto chiedendo al paese: “Quando, in nome di Dio, riusciremo a sollevarci contro la lobby delle armi? Quando, in nome di Dio, faremo quello che tutti sappiamo bisogna fare?” Il presidente ha invitato la politica ad avere “il coraggio” di contrastare l’industria delle armi, ricordando che su questo tema “la maggioranza degli americani sostiene leggi di buon senso.” Il 52% dei cittadini statunitensi ritiene in effetti che le leggi sul porto d’armi vadano irrigidite, anche se questa percentuale è scesa notevolmente negli ultimi anni.

The lawlessness we're seeing at the southern border is the result of Biden refusing to enforce the law.

Texas is a law & order state.

We will continue doing the federal government’s job & securing the border. pic.twitter.com/kf75AfaDEM

— Greg Abbott (@GregAbbott_TX) May 24, 2022

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