Il ministro Orlando ha proposto di legare gli aiuti statali alle imprese all’aumento dei salari. La risposta aggressiva di Confindustria testimonia che di provvedimenti come questi c’è bisogno, visto che i salari continuano a calare rispetto al resto d’Europa
Il ministro del Lavoro Orlando ha proposto di subordinare gli aiuti statali alle imprese all’aumento dei salari, ottenendo una levata di scudi dal mondo imprenditoriale. Secondo il presidente di Confindustria Carlo Bonomi si tratta di “un ricatto.” “La mia non mi sembrava una proposta eversiva. Questa reazione mi dà l’idea di una inconsapevolezza di quello che si può produrre nel Paese nei prossimi tempi. Noi rischiamo la crisi sociale e una caduta della domanda interna,” ha ribattuto il ministro.
La crisi di cui parla Orlando è innegabile: questi due anni di pandemia hanno fatto aumentare il costo della pandemia in tutta Europa — tranne che in Italia e in Spagna, dove però non solo sono state tagliate le tasse sul lavoro, ma sono direttamente calati i salari medi orari. Gli ultimi dati Eurostat, che tra l’altro dimostrano come non ci sia un rapporto diretto tra la tassazione sul lavoro e gli stipendi che i datori di lavoro effettivamente pagano, inquadrano una situazione emergenziale per l’Italia, almeno a livello storico: dal 2008 al 2021, nel resto d’Europa il costo orario dei salari è salito di quasi 6 euro, mentre in Italia non è aumentato di più di 3 euro
Nel pieno di una nuova ondata giornalistica di lamentele imprenditoriali sui giovani che non vogliono lavorare, qualche giorno fa è stata presentata la “relazione intermedia” della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Ne risulta un quadro impietoso, caratterizzato da una “ricerca del profitto con modalità, termini e proporzioni prevalenti sulla tutela della dignità, della salute e della sicurezza” in molti settori dell’economia. A tal punto che la Commissione propone di inserire un nuovo reato nel Codice penale, per punire chi costringe i lavoratori ad accettare “trattamenti remunerativi deteriori e non adeguati alle prestazioni effettuate.” L’indagine si è focalizzata in particolare sulla logistica, rilevando “fenomeni di severo sfruttamento lavorativo con controlli e ritmi serrati che ricalcano le condizioni di lavoro nelle catene di montaggio degli anni Sessanta.”
Nota: questa puntata è stata registrata prima che i contratti temporanei dei navigator ancora assunti da Anpal Servizi fossero prorogati per quattro mesi, in attesa di una soluzione strutturale. Per il segretario generale della Uil, Bombardieri, è “un primo risultato positivo.”