Zelenskyj chiede negoziati “significativi ed equi”

La catastrofe umanitaria in Ucraina è di proporzioni difficili da descrivere: secondo i dati delle Nazioni Unite hanno lasciato il paese 3,2 milioni di persone, e 6,5 milioni rimasti in Ucraina ora sono sfollati — in totale, si tratta di un quarto della popolazione del paese

Zelenskyj chiede negoziati “significativi ed equi”

La catastrofe umanitaria in Ucraina è di proporzioni difficili da descrivere: secondo i dati delle Nazioni Unite hanno lasciato il paese 3,2 milioni di persone, e 6,5 milioni rimasti in Ucraina ora sono sfollati — in totale, si tratta di un quarto della popolazione del paese

Nel proprio discorso quotidiano Zelenskyj è tornato a chiedere che procedano i lavori per la pace, chiedendo che la trattativa sia “significativa ed equa.” Il presidente ha chiesto di nuovo che all’Ucraina sia restituita “l’integralità territoriale” e ha inquadrato le trattative di pace come “l’unica occasione per la Russia di ridurre i danni dei propri stessi errori.” Il discorso di Zelenskyj è arrivato qualche ora dopo la celebrazione dell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea, in occasione del quale Putin ha tenuto un breve discorso di cinque minuti al centro dello stadio Lužniki. Lo stadio era gremito e c’erano tantissime persone anche fuori dal complesso, ma tra tante le tante bandiere solo alcune venivano agitate con convinzione — molti dipendenti pubblici e studenti sono stati “fortemente incoraggiati” a partecipare. La trasmissione del discorso di Putin è stata interrotta brevemente per problemi tecnici, ma poi il discorso è stato trasmesso di nuovo nella propria integralità. L’informazione sulle manifestazioni in sostegno dell’esercito russo, che si tenevano sempre ieri, è stata controllata in modo rigoroso dalle autorità russe — OVH-Info ha contato almeno 10 giornalisti arrestati. A Mosca una ragazza è stata fermata dalle autorità perché aveva uno zainetto con la scritta “Guerra” sbarrata, e con scritto sotto “Pace.”

La catastrofe umanitaria in Ucraina è di proporzioni difficili da descrivere: secondo i dati delle Nazioni Unite hanno lasciato il paese 3,2 milioni di persone, e 6,5 milioni rimasti in Ucraina ora sono sfollati — in totale, si tratta di un quarto della popolazione del paese. Secondo i calcoli delle Nazioni Unite, 12 milioni di persone vivono in città che sono coinvolte nel conflitto. Lo scontro continua in tutto il paese, ma con particolare intensità lungo il confine conteso tra l’oblast di Luhansk e la rispettiva Repubblica popolare, in particolare attorno Rubižne: le truppe russe hanno aperto il fuoco contro un ospedale in una città dell’oblast, Lysyčansk. Nel corso della notte i bombardamenti sono tornati a concentrarsi direttamente su Rubižne e su Severodoneck. Sul fronte del Doneck un bombardamento ha colpito un edificio residenziale e uno destinato ad uffici a Kramatorsk.

L’ospedale di Lysyčansk. Foto via Telegram / luhanskaVTSA

Sulla questione dei prigionieri politici — su cui l’Ucraina è stata pesantemente redarguita da Human Rights Watch — ieri l’edizione russa di BBC News ha pubblicato un’intervista con la procuratrice generale dell’Ucraina Iryna Venediktova, in cui si ammette l’esistenza di carceri destinate ai prigionieri di guerra, ma non vengono riferiti dati sulla quantità di prigionieri catturati dall’esercito ucraino in queste settimane — perché, spiega Venediktova, se ne occupa un dipartimento militare. La procuratrice commenta dicendo che nelle carceri ai prigionieri di guerra sono garantite “cure mediche quasi dello stesso livello di quelle per i nostri ragazzi.” Venediktova non ha però elaborato, di fronte a una ulteriore domanda della BBC, sul “quasi.” Un’inchiesta di Černovik racconta dei cavilli burocratici con cui l’esercito russo ha mandato in Ucraina molte giovani reclute, con contratti che non è chiaro chi abbia firmato. Due madri hanno denunciato al giornale di aver scoperto che i propri figli erano in Ucraina solo dopo che i militari erano arrivati dall’altra parte del fronte.

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