La spaccatura tra Ucraina e Nato sulla no-fly zone
Zelenskyj accusa la Nato: senza no-fly zone dà “il verde per ulteriori bombardamenti di città e paesi ucraini.” Ma istituire una no–fly zone per gli alleati vorrebbe dire confrontarsi militarmente e direttamente con la Russia
Zelenskyj accusa la Nato: senza no-fly zone dà “il verde per ulteriori bombardamenti di città e paesi ucraini.” Ma istituire una no–fly zone per gli alleati vorrebbe dire confrontarsi militarmente e direttamente con la Russia
Zelenskyj ha tenuto un nuovo discorso notturno. Il presidente ucraino ha definito il meeting dei ministri degli Esteri della NATO come “debole” e “confuso,” e ha dichiarato che la decisione dell’alleanza militare di non imporre una no–fly zone sopra l’Ucraina dà “il verde per ulteriori bombardamenti di città e paesi ucraini.” La questione della no–fly zone resta il motivo di spaccatura più profonda tra Kyiv e i propri sostenitori atlantici. Ieri infatti, al termine del meeting dell’alleanza e prima del discorso di Zelenskyj, il segretario generale Stoltenberg ha di nuovo messo una pietra sopra la questione della no–fly zone: “Gli Alleati sono concordi nel dire che non dobbiamo avere aerei Nato che operino sullo spazio aereo ucraino, e truppe Nato sul territorio ucraino.” Sarebbe impossibile coordinare una no–fly zone senza dover ingaggiare direttamente con jet ed elicotteri russi — in altre parole, istituire una no–fly zone per gli alleati vorrebbe dire confrontarsi militarmente con la Russia. Parlando con i paesi europei, Zelenskyj è stato sibillino, dicendo che “se cadiamo noi, cadrete anche voi,” ma che “se vinceremo, e sono sicuro che vinceremo, sarà una vittoria per tutto il mondo democratico.”
Il mondo è ancora scosso dall’incendio nelle strutture amministrative della centrale nucleare di Zaporižžja. In un intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l’ambasciatrice statunitense Linda Thomas–Greenfield ha dichiarato che “il mondo ha evitato di poco la catastrofe nucleare” e ha chiesto alle truppe russe di ritirarsi dalla zona, in modo da poter soccorrere il personale ferito e garantire il funzionamento in sicurezza della centrale. Parlando con Christiane Amanpour su CNN, Rafael Grossi, il direttore generale dell’IAEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha ripetuto che non c’è stato nessun rilascio di materiali nucleari ma che “c’è mancato poco.” Grossi ha spiegato che la situazione nella centrale resta “molto difficile da sostenere,” e che la crisi sta attraversando “acque inesplorate.” Anche la Russia, a modo suo, sostiene che l’incidente sia stato molto pericoloso: il portavoce del ministero della Difesa Igor Konašenkov ha addossato la colpa dell’incendio a “un gruppo di sabotatori ucraini” dicendo che si era trattato di una “provocazione mostruosa.”
Grafica ISW
La tensione in Ucraina non cala, nel frattempo: secondo il ministero della Difesa britannico il procedere rallentato delle truppe russe dipende soprattutto dall’incapacità di Mosca di stabilire una superiorità aerea sul paese, rendendo così più difficile il supporto alle proprie truppe di terra. Ciononostante, Mosca sta proseguendo, seppur a rilento, nella propria espansione sul territorio ucraino, come si legge nell’ultimo aggiornamento dell’Istituto per lo studio della guerra. Continuano anche i bombardamenti: a Charkiv è stata distrutta un’altra base militare, e a Kyiv ieri sera si sentivano forti esplosioni. A Irpin sono stati di nuovo bombardati dei quartieri residenziali.
Questa mattina l’agenzia di stampa russa TASS ha riportato che l’esercito russo garantirà due cessate il fuoco nelle circostanze di Mariupol e Volnovacha per permettere ai civili di lasciare le zone. Si tratta di un importante passo avanti per il dialogo tra i due blocchi, ma che lascia prevedere duri attacchi — in particolare contro Mariupol, che nelle scorse ore era rimasta sotto completo assedio russo, senza acqua, riscaldamento ed elettricità.