La Russia intensifica gli attacchi aerei

Oggi si riapre la trattativa tra Ucraina e Russia, ma durante la giornata di ieri l’aggressione di Mosca si è intensificata notevolmente, con ripetuti bombardamenti su aree residenziali e una netta escalation verso gli obiettivi militari

La Russia intensifica gli attacchi aerei

in copertina, foto via Twitter @ua_parliament

Oggi si riapre la trattativa tra Ucraina e Russia, ma durante la giornata di ieri l’aggressione di Mosca si è intensificata notevolmente, con ripetuti bombardamenti su aree residenziali e una netta escalation verso gli obiettivi militari

Se nei giorni scorsi la formula dell’attacco russo sembrava prevedere, con rare eccezioni, attacchi aerei contro obiettivi militari e avanzamento delle truppe attraverso le città, da ieri c’è stato un notevole incremento dei bombardamenti e delle operazioni aeree, anche contro diverse aree residenziali, con una netta escalation verso gli obiettivi militari. Al centro delle operazioni continua a esserci la seconda città del paese, Charkiv, dove ieri alcuni video testimoniano l’uso di bombe a vuoto e bombe a grappolo, rispettivamente su una base militare e su aree residenziali — azioni che costituiscono crimini di guerra. Alle tre del mattino di oggi, secondo le fonti della Difesa ucraina, sono arrivati sulla città i paracadutisti russi, che si sono immediatamente impegnati in un duro scontro con l’esercito ucraino.

Lo scontro si è intensificato anche attorno ad altre città. A Cherson, che da due giorni era circondata dalle truppe russe, mentre scriviamo i palazzi dell’amministrazione cittadina risultano ancora in mano alle autorità ucraine, ma le forze russe sono riuscite a entrare in città e a prenderne il controllo. Uno screenshot dal feed video della piazza principale della città mostra i veicoli russi parcheggiati in modo ordinato. A Kyiv l’esercito russo ha preannunciato che avrebbe condotto una serie di “attacchi di precisione” — tra cui un bombardamento alla torre della televisione della città, che però è rimasta in piedi. Nei pressi della torre c’è il memoriale dell’olocausto di Babij Jar, che segna il luogo di un massacro compiuto della Germania nazista nel 1941. Zelenskyj ha condannato aspramente l’attacco, dicendo che “la Storia si sta ripetendo.” Secondo i dati del ministero dell’Interno almeno cinque persone hanno perso la vita nell’attacco alla torre televisiva.

I veicoli russi parcheggiati in centro a Cherson

Zelenskyj è intervenuto in video collegamento durante la seduta plenaria del Parlamento europeo: “Stiamo combattendo per i nostri diritti, per le nostre libertà, e ora anche per la sopravvivenza. Ma stiamo anche combattendo per essere membri dell’Unione europea,” ha detto il presidente ucraino, “dimostrate che siete con noi, dimostrate che non ci lascerete andare.” Charles Michel ha detto che l’Unione valuterà “con serietà” la richiesta di ingresso dell’Ucraina, ma ha fatto presente che normalmente si tratta di un processo molto lungo — Serbia, Montenegro e Macedonia del Nord stanno aspettando da anni — e che “ci sono diverse opinioni e sensibilità” tra gli stati membri in merito. Un portavoce del ministero degli Esteri austriaco, ad esempio, ha dichiarato che Vienna sosterrà volentieri un “significativo rafforzamento” dei legami con Kyiv, “nell’ambito dell’energia e di un mercato comune,” ma ha ricordato che un processo di ingresso “accelerato” o “immediato” “non è previsto dai trattati dell’Unione europea.”

Oggi dovrebbe tenersi il secondo round delle trattative di pace tra Ucraina e Russia. In vista del nuovo incontro, sui media ucraini sono emersi maggiori dettagli sulle richieste della Russia: oltre al riconoscimento delle repubbliche di Doneck e Luhansk e dell’annessione della Crimea, Mosca ha chiesto che il parlamento ucraino voti per confermare che il paese resterà neutrale, e che la misura sia poi sottoposta a un referendum. L’incontro di lunedì non ha portato a risultati immediati, ma nel frattempo la situazione è cambiata — l’Ucraina ha subito attacchi molto più forti, e le sanzioni contro la Russia si stanno dimostrando molto efficaci — per cui è possibile che ci siano nuovi sviluppi. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha avuto una conversazione con la sua controparte ucraina Dmytro Kuleba, e ha dichiarato che “condanna il conflitto tra Ucraina e Russia.” Il ministero degli Esteri cinese ha pubblicato una lunga nota, da cui emerge che l’Ucraina sostiene l’intervento di mediazione da parte della Cina per raggiungere un accordo di cessate il fuoco. Nel comunicato la Cina continua a mantenere la propria posizione da terzo polo — Wang scrive che la sicurezza di una nazione “non deve avvenire alle spese della sicurezza delle altre,” ma anche che la stabilità in una regione “non può essere realizzata attraverso l’espansione di alleanze militari.”

Dal Parlamento italiano c’è il via libera all’invio di armi

Al Senato e alla Camera è stata approvata a larga maggioranza, anche con i voti di Fratelli d’Italia, la risoluzione bipartisan sulla crisi in Ucraina, che chiede alla Russia “l’immediata cessazione delle operazioni belliche” in favore di “ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile a una de-escalation militare,” ma include anche l’invio di “apparati e strumenti militari” a Kyiv.

Su quest’ultimo punto si sono registrati i dissensi maggiori: al Senato hanno votato contro 13 senatori, tra cui gli appartenenti al gruppo Alternativa e il pentastellato Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri del Senato — già noto per posizioni vicine alla Russia, e di cui adesso da più parti vengono chieste le dimissioni. Alla Camera la risoluzione è stata votata per punti, e sull’invio di armi ci sono state alcune astensioni — come quella di Boldrini, Fassina e Palazzotto — oltre al voto contrario di Fratoianni, secondo cui “è un errore drammatico aggiungere altre armi.”

Nel proprio intervento alle Camere prima delle votazioni, Draghi ha detto chiaramente che “a un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere solo con incoraggiamenti e atti di deterrenza.” Per quanto riguarda gli approvvigionamenti energetici, il premier ha ribadito l’importanza di diversificare le forniture, ma ha detto anche che “al momento non ci sono segnali di un’interruzione,” e che in ogni caso uno scenario del genere “non dovrebbe di per sé comportare seri problemi,” grazie agli stoccaggi e all’arrivo della bella stagione.

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