La strategia russa in Ucraina è ancora poco chiara
La trattativa tra Kyiv e Mosca non ha dato risultati rilevanti, per ora, ma Putin ha avanzato le proprie richieste in una telefonata a Macron. Ieri si sono contati diversi bombardamenti, in cui sono stati uccisi numerosi civili e militari ucraini
via Twitter / @Osinttechnical
La trattativa tra Kyiv e Mosca non ha dato risultati rilevanti, per ora, ma Putin ha avanzato le proprie richieste in una telefonata a Macron. Ieri si sono contati diversi bombardamenti, in cui sono stati uccisi numerosi civili e militari ucraini
La trattativa di pace tra Ucraina e Russia non ha avuto risultati immediati. Perlomeno le due parti hanno confermato che si ritroveranno per un secondo round, dopo che le delegazioni si saranno confrontate con i rispettivi governi. Non si sa molto dei contenuti dell’incontro, ma le richieste della Russia si possono desumere da una telefonata di poco successiva tra Putin e Macron: il presidente russo ha ripetuto che l’Ucraina non deve entrare nella Nato, deve disarmarsi e impegnarsi a restare neutrale, ma per la prima volta ha chiesto anche esplicitamente che venga riconosciuta l’annessione della Crimea. Secondo un comunicato dell’Eliseo, Putin sarebbe disposto ad accordare un cessate il fuoco sui civili, nonostante poco prima il ministero della Difesa russo avesse apertamente negato che la Russia stesse colpendo obiettivi civili, ribadendo che vengono compiuti solo “attacchi di precisione” contro obiettivi militari.
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La strategia alla base dell’invasione dell’Ucraina, per ora, è un mistero: sembra che si sia basata su cattive informazioni sulla capacità di reazione dell’esercito ucraino, scrive Michael Kofman in un thread su Twitter. La strategia russa finora sembra essere stata impostata per limitare al massimo gli scontri e arrivare il prima possibile a Kyiv, con la certezza che l’Ucraina si sarebbe arresa rapidamente. Dal campo continuano ad arrivare testimonianze che sembrano suggerire una certa difficoltà da parte dell’esercito russo, tra avamposti abbandonati con numerosi veicoli funzionanti lasciati incustoditi, carri armati con ancora benzina e armi abbandonati lungo le strade (1, 2) e apparenti difficoltà ad attraversare i ponti, con numerosi veicoli abbandonati nei corsi d’acqua. A questa gestione maldestra delle forze di terra si era accompagnato un certo “guanto di velluto” nei bombardamenti, con un uso molto limitato di aggressioni aeree verso le aree residenziali. Questo atteggiamento è drasticamente cambiato già ieri con un intenso bombardamento sulla città di Charkiv. Due video verificati da UNIAN mostrano le strade della città dopo il bombardamento, con una densa colonna di fumo nero e diversi corpi esanimi per strada. Finora sono confermati 11 morti, e i media ucraini parlano di almeno 31 feriti. Il governatore dell’oblast di Charkiv, Oleg Sinegubov, ha pubblicato un video su Facebook in cui denuncia l’attacco russo dicendo che costituisce un crimine di guerra.
Il capo procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan ha annunciato l’apertura di un’indagine per verificare se in Ucraina si stiano effetivamente consumando crimini di guerra. L’apertura dell’indagine arriva grazie ai ritrovamenti preliminari sugli eventi in Crimea e nel Donbas, frutto di un’indagine che si è conclusa a fine 2020, ma sarà allargata anche agli eventi in corso in questi giorni.
Alcune immagini satellitari scattate da Maxar mostrano un convoglio militare lungo più di 60 km che si sta dirigendo verso Kyiv. Ieri la Russia ha attaccato anche il territorio della città di Ochtyrka, nell’oblast di Sumy, tra Charkiv e Kyiv. A Ochtyrka sono stati uccisi 70 soldati ucraini, e in un altro attacco è stato fatto esplodere un deposito di petrolio. In questo secondo attacco alcuni testimoni sostengono che le forze russe abbiano usato una bomba a vuoto.