Dal congelamento di asset alle due principali banche di investimento russe, fino ai provvedimenti contro diplomatici e i membri della Duma: la risposta alla crisi ucraina degli Alleati è arrivata ma potrebbe non essere abbastanza.
Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno introdotto, durante la giornata del 22 febbraio, le prime sanzioni contro persone ed entità russe legate alla decisione di Putin di riconoscere le due cosiddette repubbliche popolari del bacino del Donec. Altri stati, come Regno Unito e Germania, hanno anche annunciato misure individuali. La Cina, invece, ha condannato le sanzioni alla Russia ma sta cercando di tenersi fuori dalla crisi, almeno per ora.
Le sanzioni nel diritto internazionale
L’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite è un’eccezione al divieto dell’uso della forza nei rapporti tra Stati. Prevede infatti la possibilità per lo Stato attaccato di difendersi in caso di attacco e per il Consiglio di sicurezza Onu la possibilità di ristabilire l’ordine internazionale. Nel diritto internazionale, le sanzioni non hanno carattere punitivo, ma hanno soltanto il fine di far cessare una condotta illecita.
Con la fine dell’Urss nel 1991, la comparsa del mondo multipolare e la diffusione della globalizzazione – l’interdipendenza economica tra Stati ha dato sempre più importanza alle sanzioni economiche. Esistono però ancora trattati di cooperazione in materia di difesa, come il trattato Nato, che garantiscono la solidarietà tra alleati (articolo 5) in caso di attacco da uno stato terzo. L’Ucraina non fa parte della Nato, per cui i meccanismi di intervento previsti dall’Alleanza Atlantica se uno degli Stati parte del trattato viene attaccato da uno stato terzo, non si applicano al caso e ai confini di Kiev. Da qui l’importanza delle sanzioni e delle ritorsioni nel gioco della deterrenza.
“No more shopping in Milano”
L’Unione europea è il primo partner commerciale della Russia. Bruxelles ha deciso il 22 febbraio di sanzionare i 351 membri della Duma che hanno votato a favore del riconoscimento dei territori ucraini autoproclamati indipendenti, insieme ad altre 27 persone ed entità accusate di destabilizzare l’integrità territoriale dell’Ucraina. Josep Borrell ha scritto su Twitter che i politici russi non potranno più fare “shopping in Milano, partying in Saint Tropez, diamonds in Antwerp.” Il tweet poi è stato cancellato.
Oltre allo shopping, sono previste altre sanzioni:
- Il blocco dell’accesso ai capitali europei;
- Il divieto per gli operatori Ue di finanziare le banche russe e i servizi finanziari che investono nel rifinanziamento del debito russo;
- Il divieto di finanziare banche russe coinvolte in investimenti nell’apparato militare del Cremlino;
- Bloccati anche i finanziamenti diretti ai separatisti di Doneck e Lugansk.
“Escludere la Russia dalla finanza occidentale”
Più dell’80 percento delle transazioni giornaliere in valuta estera della Russia e metà del suo commercio sono condotti in dollari statunitensi. Con l’annuncio arrivato da Washington nel pomeriggio del 22 febbraio, il presidente Joe Biden punta a “escludere la Russia dalla finanza occidentale.”
Le prime ad essere colpite saranno le banche russe VEB.RF e Promsvjazbank: sarà impedito loro di scambiare il proprio debito sui mercati statunitensi ed europei. Le due banche russe sono considerate particolarmente vicine al Cremlino e all’esercito russo, con oltre 80 miliardi di dollari di asset. Ciò include il congelamento di tutte le attività di quelle banche sotto le giurisdizioni statunitensi.
Le sanzioni hanno colpito anche 5 persone dell’élite russa: il capo dei servizi segreti (Fsb) Aleksandr Bortnikov (e suo figlio, Denis), l’ex premier ed ora primo vice capo di gabinetto dell’Amministrazione Presidenziale Sergej Kirienko (e suo figlio Vladimir), e l’ad di Promsvjazbank Pëdr Fradkov.
Il peso di Nord stream 2
Berlino ha bloccato il processo di certificazione di Nord Stream 2, il nuovo gasdotto, gemello di Nord Stream, che avrebbe dovuto incrementare l’importazione di gas russo. Entrambi i gasdotti arrivano nella città di Greifswald nel land di Meclemburgo-Pomerania Anteriore. Un’inchiesta dello Zeit aveva dimostrato come la Germania abbia intensificato i rapporti con i fornitori russi – e Gazprom in particolare – a partire dall’era Schröder, cancelliere dal 1998 al 2005. Secondo lo Zeit nel 2020 sono arrivate in Germania dai gasdotti Nord Stream e Yamal – che collega invece la città russa di Torzok a Francoforte – più della metà delle importazioni di gas. Il blocco di Nord Stream 2 potrebbe far rivalutare al governo tedesco, che ha recentemente abbandonato il nucleare, la possibilità di costruire un rigassificatore per la conversione del gas liquefatto statunitense.
Kiev vuole più sanzioni
Oltre al richiamo dei riservisti, l’Ucraina ha adottato anche sanzioni contro la Russia, in linea con la strategia del presidente Zelenskyj. Il parlamento di Kiev ha approvato oggi l’imposizione di sanzioni ai 351 parlamentari che hanno appoggiato il riconoscimento dell’indipendenza dei territori controllati dai separatisti e l’invio delle truppe russe nell’Ucraina orientale. Le sanzioni prevedono, tra l’altro, il divieto di ingresso in Ucraina da parte delle persone rilevanti, e vietano loro l’accesso ai beni, ai capitali, alle proprietà e alle licenze per affari. Kiev chiede sanzioni più dure, con il tweet del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba: “Per fermare Putin da un’ulteriore aggressione, invitiamo i partner a imporre più sanzioni alla Russia adesso.”
La condanna da Regno Unito e Giappone
Il Regno Unito ha annunciato sanzioni contro cinque banche russe e tre miliardari russi: Gennadij Timčenko, Boris Rotenberg e Igor Rotenberg.
I Rotenberg sono comproprietari del gruppo SGM, che produce infrastrutture per petrolio e gas. Timčenko è il proprietario della società di investimento privata Volga Group. Le banche sono Rossija Bank, IS Bank, General Bank, Promsvjazbank e Black Sea Bank. Il Regno Unito impedirà anche alla Russia di vendere il debito sovrano a Londra.
Il Giappone ha accusato la Russia di aver violato le leggi internazionali e di non aver rispettato gli accordi di Minsk del 2014. Le autorità monetarie del Paese sospenderanno l’emissione e il commercio di nuovi titoli russi in Giappone ed è previsto il congelamento dei visti e degli asset individuali dei funzionari delle repubbliche auto-proclamate, oltre all’imposizione di un divieto sul commercio proveniente dagli stessi territori.
Tutto questo basterà?
Gli Stati Uniti e la stampa statunitense chiamano ormai la strategia di Putin un’invasione e la situazione in Ucraina uno stato di guerra. Se è vero, come riferiscono fonti dell’intelligence statunitense, che l’attacco fosse premeditato da tempo – fissato puntualmente alla conclusione della pace olimpica – e se fosse vero – come riferisce la ministra degli esteri britannica Liz Truss a BBC News – che un assalto alla capitale ucraina da parte della Russia sia una “possibilità molto reale,” allora le sanzioni potrebbero non essere sufficienti a scongiurare un conflitto esteso a tutta l’Ucraina.
Fonti: Cnn, Die Zeit, Euronews, The Guardian, Ansa, Al Jazeera