Nelle ultime settimane le quotazioni internazionali del grano per il pane e del mais per l’alimentazione animale hanno subito un aumento del 4,5% e del 5%. A preoccupare – riporta la Coldiretti – è il fatto che il conflitto in Ucraina possa danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali ed il rischio concreto di carestie e tensioni sociali.
L’Ucraina, un tempo chiamata “Granaio d’Europa”, produce 36 milioni di tonnellate di mais, quinta nel mondo, e 25 milioni di tonnellate di grano tenero (da cui deriva la farina bianca) per la produzione di pasta e pane, settima nel mondo. Russia e Ucraina sono rispettivamente il primo e il terzo esportatore di grano all’estero e detengono circa un terzo del mercato mondiale.
Nel 2021 sono arrivati in Italia oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia. L’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano tenero per la produzione di pane e biscotti. Una situazione determinata dalla scomparsa nell’ultimo decennio in Italia, denuncia Coldiretti, di un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati.
Ci sono altri due fattori che complicano la situazione della produzione di materie prime nel settore agroalimentare e in particolare dei cereali. La prima è l’aumento dei prezzi dell’energia, che ha avuto ripercussioni sulla produzione agricola. L’aumento del 10,8% dei prezzi al consumo della pasta è dovuto soprattutto al caro energia, ai trasporti e al gasolio.In Italia, riporta Coldiretti, praticamente raddoppiati i costi delle semine per la produzione di grano per effetto di rincari di oltre il 50% per il gasolio necessario.
Il secondo riguarda fattori esterni: il crollo della produzione negli Stati Uniti e Canada ha fatto aumentare il prezzo del grano duro italiano, e il divieto all’export della Russia del nitrato di ammonio, un fertilizzante che serve per coltivare il grano. Si tratta di un blocco che influenzerà i prezzi di pane, pasta e altri derivati, poiché, come ha fatto notare Federico Fubini sul Corriere della Sera, “ rappresentano il 20-25% del costo di produzione del grano”. Secondo Coldiretti, per effetto della crisi ucraina, la Russia imporrà anche un divieto generale di esportazione del grano che durerà fino a giugno 2022.