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“Sono qua perché non ho più un posto per dormire”. Sono le parole di uno dei manifestanti presenti alle proteste del 29 gennaio che hanno animato il centro di Roma. Appuntamento a Piazza Vittorio Emanuele, dove il corteo, organizzato dai ragazzi di Scomodo e dall’associazione Spin Time Labs, ha cominciato la sua marcia, direzione Piazza Venezia. 

La grande manifestazione è nata dalla decisione del TAR di sgomberare l’edificio in Via S. Croce di Gerusalemme – occupato dal 2013 da “Action – Diritti in movimento” per portare “avanti le istanze del diritto all’abitare per chi era stato cancellato dalle liste per l’edilizia popolare per mano dell’amministrazione Alemanno,” come si legge nella nota diffusa su Facebook dalla pagina di Spin Time Labs

I manifestanti hanno raggiunto un ampio gruppo di persone, composto, tra gli altri, anche da Potere al Popolo e Rifondazione Comunista. Insieme, hanno sfilato con lo slogan: “Prima degli affari vengono i diritti.” 

“Abbiamo rigenerato un palazzo, dando un tetto a 450 persone di 27 nazionalità diverse” urla al megafono un membro di Spin Time. “Abbiamo costruito formazione, welfare comunitario, cultura, spazi per i giovani e coworking.” Poi si scaglia contro la dura decisione del TAR: “Oggi vogliono sgomberare per rigenerare il palazzo. La nostra è integrazione, la loro è speculazione”

L’obiettivo è aprire un tavolo di dialogo con il Comune di Roma e la Regione Lazio “per portare una proposta di soluzione politica perché è impensabile mettere per strada, durante una pandemia, migliaia di persone che avrebbero diritto a case popolari.” Le grida di protesta risuonano lungo Via Cavour: “La cultura non si tocca. Spin Time non si tocca.”

Una volta arrivati a Piazza Venezia una voce di Potere al Popolo, dalla testa del corteo, dichiara che “il messaggio prezioso che deve rimanere oggi è quello di un sentire comune.” La richiesta è di non calpestare i diritti di coloro che sono senza casa. Occupando i palazzi, hanno “rigenerato luoghi abbandonati che non avrebbero avuto nessun futuro.” La rabbia dei manifestanti è rivolta anche verso la polizia, che “ogni volta svolge il proprio lavoro sporco per cercare di reprimere queste lotte.” Il riferimento è anche agli scontri che si stanno verificando in tutta Italia per i sit-in di protesta contro l’alternanza scuola-lavoro, in commemorazione di Lorenzo Parelli, il giovane studente morto in provincia di Udine nell’ultimo giorno di tirocinio alla Burimec di Lauzacco. 

La giornata si è conclusa con l’incontro di una delegazione con la prefettura, per aprire un dialogo con le istituzioni e cercare un nuovo accordo.

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