Ci sarà speculazione edilizia anche nel Metaverso
in copertina, elaborazione da immagine CC BY-SA 4.0 SoylentCow Nel mondo virtuale immaginato da Zuckerberg si sono aperte praterie dove creare società immobiliari virtuali e investire criptovalute. Sembra divertente ma […]
in copertina, elaborazione da immagine CC BY-SA 4.0 SoylentCow
Nel mondo virtuale immaginato da Zuckerberg si sono aperte praterie dove creare società immobiliari virtuali e investire criptovalute. Sembra divertente ma probabilmente finirà male
È difficile ricordarlo visto che passiamo quasi tutto il nostro tempo su una dozzina di piattaforme, ma Internet è — potenzialmente — infinito.
Al di là di Instagram, Twitter, Google, Amazon, Reddit, Pinterest, Netflix e YouTube, c’è ancora una landa sconfinata di sitarelli mal disegnati e forum e blog e wiki su temi estremamente specifici che a qualcuno, però, a quanto pare interessano. Ci sono immense voragini dove una volta c’erano i siti e le applicazioni a cui dedicavi tutta la tua attenzione — riposate in pace, Netlog ed MSN — ma anche sacche di resistenza che si rifiutano di soccombere a una realtà in cui tutti gli spazi online dove vale la pena stare appartengono a compagnie miliardarie i cui fondatori vogliono colonizzare lo spazio.
Metaverso, criptovalute e scarsità virtuale
Di fronte a un universo così sconfinato, sembra assurdo pensare che, in questo momento, qualcuno stia spendendo migliaia di euro in criptovalute per comprare lotti di terra virtuale, con l’obiettivo di creare scarsità dove non ce n’è. Ma sta succedendo — “grazie” a quel metaverso di cui alcuni tecnologi non riescono a smettere di parlare. E creare scarsità è il primo modo per creare opportunità di guadagno. Con “metaverso” si intende un insieme di mondi virtuali, più o meno realistici e più o meno 3D, in cui gli utenti avranno modo di muoversi grazie a un’esperienza digitale particolarmente immersiva.
Nell’immaginazione di chi vede nel metaverso il futuro di Internet — tra cui Mark Zuckerberg, che ha cambiato il nome della sua compagnia in Meta per via di questo guizzo di ispirazione e decisamente non perché Facebook non fa altro che subire un danno d’immagine dietro l’altro — in questi universi digitali si potrà fare qualsiasi cosa, dall’incontrare i colleghi all’assistere a un concerto con gli amici o fare surf rimanendo tranquillamente a casa. E naturalmente si potrà fare shopping: secondo Grayscale, azienda che si occupa di investimenti in criptovalute, il mercato globale dei beni e servizi scambiati nel metaverso raggiungerà presto i mille miliardi di dollari. Il tutto in criptovalute, chiaro.
Gli investimenti nel “mattone virtuale”
La sola promessa di questo Eldorado sta spingendo molti investitori, convinti che la profezia del metaverso sia ad un passo dall’avverarsi, a spendere un sacco di soldi in beni immobiliari virtuali. Prendiamo ad esempio Decentraland, un mondo digitale che appartiene alla società immobiliare virtuale Metaverse Group. A Decentraland, dove sorgono già interi distretti dedicati allo shopping e al gioco d’azzardo, sono circa 90 mila i lotti di “terra” virtuale disponibili — e c’è chi non vede l’ora di accaparrarseli.
A ottobre, la società di tecnologia blockchain Tokens.com ha acquistato metà del Metaverse Group per circa 1,7 milioni di dollari. Per spiegare la decisione, l’amministratore delegato di Tokens.com Andrew Kiguel ha detto al New York Times: “Piuttosto che provare a creare un universo come sta facendo Facebook, mi sono chiesto: ‘Perché non entriamo e compriamo i lotti di terra in questi metaversi, così possiamo diventare proprietari terrieri?” Così come nel mondo reale, anche nel metaverso la posizione sembra essere tutto: “Un appezzamento di terreno nel centro della città, che ha molto traffico di visitatori, vale più di un appezzamento di terreno in periferia. C’è un valore di scarsità,” continua Kiguel.
“Immaginate di poter arrivare a New York quando c’erano soltanto terreni agricoli e avere la possibilità di ottenere un lotto di terra a SoHo. Oggi, un blocco di immobili a SoHo non ha prezzo, non è sul mercato. Lo stesso accadrà per il metaverso”, dice invece Michael Gord, co-fondatore di Metaverse Group. “Inevitabilmente, il metaverso diventerà il social network numero uno al mondo.”
Perché potrebbe finire male
Se gli appassionati sono convinti che il metaverso non possa che soppiantare Internet come lo conosciamo oggi, però, ci sono anche diverse voci scettiche. Ethan Zuckermann, direttore della Initiative for Digital Infrastructure all’University of Massachusetts at Amherst, ha dedicato un intero articolo sull’Atlantic al fatto che il metaverso non può che finire malissimo — dato che diversi tentativi di impostare un mondo virtuale sono già stati effettuati, e nel migliore dei casi questi mondi erano semplicemente brutti. E secondo il giornalista esperto di cultura internet Ryan Broderick, questo tentativo di rimpicciolire artificialmente Internet investendo quantitativi assurdi di soldi nel processo può finire solo in due modi.
“Il primo è che forse siamo a pochi secondi da un crollo economico globale alimentato dalle criptovalute”, ha scritto in un recente episodio di Garbage Day, la sua seguitissima newsletter. “È estremamente possibile che in questo momento i finance bros che hanno scoperto cosa sono i meme nove mesi fa stiano su Telegram a riversare un sacco di denaro in startup nel metaverso che non andranno da nessuna parte, mentre piattaforme come Fortnite, Minecraft e Roblox diventano sempre più sofisticate, finendo per scoprire modi per costruire effettivamente un Internet del futuro più coinvolgente e interattivo, senza l’aiuto della blockchain”
“L’altra versione di questo, però, è meno divertente,” continua Broderick. “Cose come Decentraland potrebbero crescere come ha fatto Amazon, sostituendo silenziosamente e metodicamente le alternative. Una piattaforma del metaverso basata sulla blockchain potrebbe raccogliere abbastanza soldi per iniziare a ottenere contratti esclusivi per prodotti di consumo o, come Netflix, iniziare a comprare intrattenimento che non può essere visto da nessun’altra parte. Oppure potrebbe crescere come Facebook, usando l’effetto rete per fare pressione su tutti gli altri affinché lo utilizzino. Oppure potrebbe semplicemente finire come Twitter, un luogo in cui giornalisti, furry e adolescenti origliano persone ricche e artisti famosi”.
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