Nella serie Strappare Lungo i Bordi, Michele Rech propone il repertorio musicale che ha segnato i suoi anni punk, ma si apre anche alla musica che lui stesso definisce “da boomer,” fino a trovare continuità con la storia e la musica di Max Pezzali
Su Strappare Lungo i Bordi, la nuova serie Tv Netflix tratta dai fumetti di Zerocalcare, è già stato detto di tutto: dalle assurde polemiche sull’utilizzo del romanesco alla sua capacità di toccare temi difficile con leggerezza e profondità. La musica ad esempio ha un ruolo fondamentale nell’opera dell’autore romano — ma è un aspetto di Strappare lungo i bordi che finora non è stato approfondito.
Musica eclettica, abbinamenti didascalici
Zerocalcare ha dichiarato che che uno dei vantaggi espressivi più grossi derivanti dal fare una serie Tv è stata la possibilità di aggiungere la musica ai suoi fumetti. Perché in realtà aveva sempre desiderato che alcune scene arrivassero al lettore insieme a un determinato accompagnamento sonoro.
In merito alle scelte della colonna sonora — curata da Giancane — che lo stesso Zero ha rivendicato e dichiarato essere “da vero boomer” si può dire che, al di là del punk di matrice romana, si tratta di una selezione musicale molto eclettica, in cui i classici anni ’80 si mescolano con l’Hip-Hop francese, la musica elettronica di Apparat, gli M83, l’indie rock dei Band Of Horses e altri brani folkpop misconosciuti, fino ad arrivare al pop italiano mainstream di Tiziano Ferro, Max Pezzali e Ron, per il quale lo stesso Zero sì è sentito quasi in dovere di giustificarsi. ”Un cantautore italiano ci ha ‘pisciato’, volevo una cosa melensa da viaggio in auto con i genitori e al suo posto abbiamo trovato Ron, con “Non abbiam bisogno di parole.”Purtroppo non sappiamo chi sia il cantautore che “l’ha pisciato”, ma considerato il successo della serie è probabile che adesso si stia mangiando le mani.
A volte gli abbinamenti tra musica e immagini possono apparire un po’ troppo didascalici — vedi l’utilizzo di The Funeral dei Band Of Horses durante una delle scene finali, o più in generale l’abbinamento classico tra scena triste + musica triste e scena adrenalinica + musica adrenalinica. C’è poi anche qualche altra scelta molto telefonata come l’uso di Manu Chao per il ricordo del G8 di Genova — persino lo stesso Zero in Ogni maledetto lunedì su due aveva dichiarato di “essersi già rotto il cazzo” di Manu Chao dopo il G8 quando se l’era ritrovato all’Indipendent Days Festival di Bologna al posto dei Social Distortion.
Electro-pop di ultima generazione
Ma al netto di queste sbavature ci sono anche alcuni colpi di classe memorabili come le due scene del treno, in cui si cita in maniera esplicita il video originale di Smalltown Boy dei Bronski Beat con il viso di Zero spiaccicato sul finestrino al posto di quello di Jimmy Somerville e quella posta in chiusura del quarto episodio con le note eteree di Dark Water di Apparat che scorrono via come i vagoni del tempo che non puoi afferrare più, mentre una voce proveniente da un sogno ci ricorda che siamo a dir poco effimeri. Il brano francese HAUT LES CŒURS di Fauve viene utilizzato nella scena in cui Zero esce da casa di Alice con una consapevolezza amara. Il brano spezza la catena alternata di musica triste-musica adrenalinica con una canzone che non è né uno né l’altro, un ritmo veloce e al tempo stesso malinconico.
L’attesa senza movimento prolungata oltre la naturale scadenza delle cose è forse uno dei temi principali della serie — vedi anche la scena in cui Zero cerca di rimanere immobile tra i raggi infrarossi, nel tentativo di preservare intatto un foglietto di carta nella mano, che invece “si ciancica” lo stesso. Per questo anche una canzone come Wait degli M83 tratta da un disco che si intitola “Sbrigati, stiamo sognando” (Hurry Up, We are dreaming”) risulta essere il brano perfetto da scagliare nel cielo notturno che chiude la famosa scena della “pizza sto cazzo”.
Punk romano is not dead
Ci aspettavamo di trovare molto più punk nella serie di Zerocalcare, ma come ha detto lo stesso Zero il punk non copre tutto lo spettro delle emozioni e non è in grado di rendere determinate atmosfere. Per questo in diverse occasioni è stato soltanto evocato e lasciato sulle pareti attraverso citazioni seminascoste di poster di dischi appesi e volutamente (mal)tradotti in italiano: a casa di Sarah, ad esempio, ad un certo punto possiamo scorgere “In Pancia” dei Nirvana (ovvero In Utero), mentre nella camera dello Zero adolescente campeggia in bella vista “Londra Chiama” dei Clesh (ovvero London Calling dei Clash) e “Il Maestro dei Pupazzi” dei Metallica (Master Of Puppets).
il punk nelle sue varie declinazioni più politicizzate, cioè quello che parte da “Combat Rock” dei Clash e dall’”Alternative Ulster” degli Stiff Little Fingers, per arrivare allo street punk e l’Oi! di gruppi quali Sham 69 e Angelic Upstarts, E per soprattutto arriva in Italia con tappe a Torino (Negazione), Milano (Punkreas), Piacenza (Not Moving) e Bologna (Gaznevada). Da qui attraversa letteralmente “la Strada” romana (storico centro sociale della Garbatella) con i Cento Celle City Rockers e tutto ciò che ne è scaturito dopo i primi raduni punk in Piazza Gerani — per chi volesse approfondire tutta la storia consigliamo questo articolo di Valerio Mattioli su The Towner.
Ci sono poi altre numerose citazioni nascoste come la felpa di Secco con il logo del gruppo punk hardcore newyorkese H2O o il tatuaggio finto dei Death Before Dishonor (altra band punk hardcore americana) che a un certo punto appare sulla fronte di Zero, senza dimenticare il riferimento più esplicito di tutti, ovvero il disco dei Dead Kennedys (I Presidenti Morti) acquistato da Zero nella scena del negozio di dischi che sembra quasi una citazione di Prima dell’alba di Linklater.
Infine, in casa di Zero ci sono altre locandine relative a concerti e serate nei locali come quella allo Spazio Boario con gli Angelic Upstarts (già menzionati sopra), la Brigada Flores Magon (gruppo punk francese) e i Duap (gruppo oi! Italiano) o quella in omaggio al redskin di San Lorenzo Roberto Massi, detto Er Patata.
Insomma nell’universo musicale di Zerocalcare come in tutti gli altri suoi universi c’è tutto un mondo fatto di infinite citazioni e rimandi, accordi e ricordi che si rincorrono nel tempo. In realtà, è lo stesso Zerocalcare che negli anni è sempre stato piuttosto restio a parlare in modo esplicito della musica che per lui è più importante, dando la netta impressione di volerne parlare il meno possibile, soprattutto nelle interviste rilasciate ai canali più mainstream — perché “io sta cosa di portare la ‘musica mia’ nel mainstream non me la voglio accollà”.
Michele Rech sente un forte senso di appartenenza a questa scena musicale in cui è letteralmente cresciuto e che ha anche contribuito in qualche modo a creare, visto che “sta cosa dei disegnetti” – come dice lui — è cominciata proprio facendo le locandine e i volantini dei concerti punk della scena romana, per poi passare alle copertine dei dischi. Tra queste vale la pena ricordare almeno quella di Anime Corsare dei Klaxon insieme a Gli Ultimi perché si tratta di due band romane che sono state inserite anche nella serie Tv animata.
I Klaxon, infatti, fanno la loro comparsa – in carne ed ossa disegnate – già nei primi minuti del primo episodio, in cui Zero e i suoi amici vanno a sentire un loro concerto a La Strada.
Si tratta sicuramente di una delle band romane più amate da Zero e infatti l’avevamo già incrociata almeno altre due volte nelle sue storie, prima sotto forma di suoneria del cellulare ne Il Demone della reperibilità , poi come brano che fuoriesce direttamente dallo stereo ne I litigi su internet. In entrambi i casi con la stessa canzone, ovvero quella 100Celle City Rockers che rimanda a una famosa scritta su un muro, diventata poi una sorta di manifesto di tutta la scena punk romana: In una grande periferia/Arrivai di notte senza meta né via/Sotto un lampione quella scritta storta su un muro è 100Celle City Rockers.
La canzone cantata dalla band nella prima puntata di Strappare lungo i bordi è, “Libero”, un brano che parla a suo modo di libertà dalle varie limitazioni e prigioni della vita. Il tema della prigione è ripreso da Zero in un altro frame della serie, in cui ci si può sentire imprigionati indipendentemente dal fatto che si viva dentro o fuori dal carcere vero di Rebibbia, sulle cui mura c’è un’altra frase, ripresa da Zero all’inizio della 1° puntata
L’altra metà delle “anime corsare”, appartiene a GLI ULTIMI — un gruppo street punk con il quale Zero aveva già collaborato in passato realizzando il loro video di Favole – una storia di formazione punk in cui bisogna provare a “esistere o resistere.” Nella serie spuntano fuori per due volte con due brani diversi che riassumono bene la poetica di Zero, che affrontano i problemi del disagio esistenziale e del “non arrendersi mai”. La prima, che esce direttamente dall’autoradio di Zero, è Ragazzo Malato, in sostanza la versione punk romana di Creep — quante volte hai maledetto il tuo essere diverso? Quante volte e per una volta ancora, ragazzo malato, ti scontri con la vita? La seconda, invece, fa da accompagnamento al risveglio mattutino di Zero in un giorno molto difficile e si intitola Un battito ancora: E qualche cosa resterà /per quelli come noi / che proviamo ancora a vincere /in questa vecchia stronza città. Concettualmente è la traduzione punk di Con un Deca degli 883.
Gli 883 sono un riferimento voluto. Zerocalcare è un fan di Max Pezzali e degli 883 — citati in varie storie come Gli auricolari del uolcmen o Macerie Prime — tanto da aver realizzato anche due copertine a tema che stanno ai due estremi della catena alimentare della musica pop: quella del primo singolo “romano” di Max Pezzali – In questa città — e quella dei 666, un gruppo romano che rifà le canzoni degli 883 in chiave Punk. Il contatto tra i due non si limita a una simpatia personale ma va un passo oltre, dall’etica del DIY, con cui entrambi hanno cominciato a farsi strada nei rispettivi mondi, al sentirsi sempre inadeguati e fuori posto nonostante il successo, fino alla vera maledizione: l’essere considerati in qualche modo e loro malgrado “rappresentanti di una generazione.” Nonostante lui stesso, Zerocalcare come Pezzali ha avuto la capacità di partire dal “particolare dei fatti suoi” per arrivare a parlare a un pubblico enorme.
Sono gli adesivi sulle pareti, è il tempo (strappato via) che scorre lungo i bordi.