L’OMS è preoccupata per una “ondata catastrofica” in Medio Oriente e Nord Africa
In questi giorni il contagio sta aumentando sensibilmente in molti paesi, e la settimana prossima le celebrazioni di Id al–adha rischiano di accelerare il contagio, mentre l’Occidente continua a negare vaccini sufficienti per mettere in sicurezza la regione
In questi giorni il contagio sta aumentando sensibilmente in molti paesi, e la settimana prossima le celebrazioni di Id al–adha rischiano di accelerare il contagio, mentre l’Occidente continua a negare vaccini sufficienti per mettere in sicurezza la regione
La combinazione di variante Delta e scarsità di vaccini mettono a rischio il Medio Oriente: dopo otto settimane di decrescita, il numero di positivi è tornato ad aumentare in modo drastico in Libia, Iran, Iraq, e Tunisia, e la situazione potrebbe aggravarsi anche in Libano e in Marocco. L’ondata arriva a pochi giorni dalle celebrazioni della Id al-adha, che si terranno la settimana prossima, e che potrebbero costituire un’ulteriore occasione di contagio. Ieri Ahmed Al-Mandhari, il direttore regionale dell’OMS per il Mediterraneo dell’Est ha espresso la propria preoccupazione, dicendo che la regione “si sta avvicinando a un punto critico.” Al-Mandhari attribuisce all’affaticamento pandemico la minore adesione alle misure anti–contagio, ma indica come principale causa della crisi di questi giorni il fallimento di una politica internazionale di distribuzione ugualitaria dei vaccini: “Anche se sono stati fatti progressi, rimane uno sbilanciamento scioccante nella distribuzione globale dei vaccini, e questo lascia milioni di persone esposte a varianti mortali. Non è troppo tardi per invertire la marcia della pandemia, ma questo richiede un rinnovato impegno globale, regionale e nazionale.” Il tracker delle vaccinazioni di Our World in Data mette in evidenza come l’Africa e il Medio Oriente siano stati isolati e abbandonati dal resto della comunità internazionale.
Tunisia
L’OMS sottolinea come la situazione sia particolarmente grave soprattutto in Tunisia. Il paese ha in questo momento il tasso di mortalità più alto di tutta la regione, e il numero di casi si attesta tra gli 8.000 e i 9.500 positivi al giorno. Dall’inizio del mese il numero quotidiano di morti è quasi raddoppiato: 106 persone il 1° luglio, 194 ieri. La copertura vaccinale resta bassissima, con solo il 6% degli abitanti completamente vaccinato — circa 750 mila persone. I posti in terapia intensiva sono occupati al 95% — uno scenario che porterà presto ad un aumento drastico del numero di morti. Il paese sta ricevendo importanti sostegni internazionale dal Marocco e dalla Francia, ma nonostante le donazioni di vaccini — 3,3 milioni di dosi che dovrebbero arrivare da Francia, Arabia Saudita, e Stati Uniti — non ci sono abbastanza dosi per coprire tutti i 11,6 milioni di abitanti.
Iran
Il numero di casi è tornato ad aumentare in modo preoccupante da metà del mese scorso. Nelle ultime quattro settimane il numero di casi è quasi raddoppiato: da 8.539 casi medi nella settimana del 6 giugno a 16.393 in quella del 4 luglio. Ieri sono stati conteggiati 23.655 positivi, poco inferiori al picco massimo mai registrato nel paese. Secondo le autorità la causa principale del contagio sarebbe la ricorrenza del Nawrūz, quando nella tradizione iranica si festeggia il nuovo anno. Nelle settimane successive ai festeggiamenti — che si tengono il 21 marzo — si è registrato il picco massimo del contagio nel paese, e questo sembra essere un secondo picco della stessa ondata — la quinta, nel paese, dall’inizio della pandemia.
Iraq
Il paese sta attraversando il proprio picco massimo dall’inzio della pandemia proprio in questi giorni. Ieri si è registrato il numero più alto di positivi di sempre: 9.635. I numeri di oggi evidenziano una piccola flessione che si può solo sperare sia il segnale di un appiattimento della curva. Nel paese è in corso un coprifuoco parziale, e tutti i dipendenti pubblici e gli studenti che non sono vaccinati devono produrre un certificato di negatività ogni settimana.
Libia
In Libia la curva del contagio è pressoché verticale, registrando una salita allarmante: nella settimana del 20 giugno la media giornaliera era di 246 casi — ieri erano 2.555. Nel paese è stata confermata la circolazione di varianti Alfa e Beta, e si sospetta che l’accelerazione sia causata dalla presente anche di Delta, che è stata confermata nei paesi confinanti. Il paese ha chiuso i confini con la Tunisia, e i livelli di vaccinazione sono bassissimi: si parla del 5,6% della popolazione — di 6,8 milioni di persone — tutti solo parzialmente vaccinati.
Marocco
I casi aumentano senza interruzione dallo scorso maggio, anche se si resta fortunatamente ancora lontani dai numeri catastrofici dello scorso autunno. La crescita è comunque molto preoccupante: la settimana del 9 maggio la media giornaliera settimanale era di 170 casi, la settimana scorsa era di 1066 casi al giorno. Il governo ha ordinato l’estensione dello stato di emergenza almeno fino al 10 agosto.
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