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Il M5S è sull’orlo del precipizio: sembra impossibile che la spaccatura rientri, ma tantissimi, nella base e in Parlamento, continuano a vedere in Conte l’unica speranza per sfuggire dal costante crollo dei consensi

Dopo il fallimento degli ultimi tentativi di mediazione, la rottura tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sembra definitiva: sul proprio blog, il fondatore del Movimento 5 Stelle ha attaccato duramente l’ex presidente del Consiglio, accusandolo di non avere “né visione politica, né capacità manageriali”: “Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco.” A sorpresa, a pochi giorni dallo strappo con Davide Casaleggio, nello stesso post Grillo indìce la consultazione degli iscritti su Rousseau per l’elezione del Comitato Direttivo — l’organo che sembrava sostanzialmente accantonato con l’avvento della leadership di Conte. La motivazione del ritorno a Rousseau viene presentata soprattutto come legalistica: “Il voto su qualsiasi altra piattaforma esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione.”

Conte ha scelto di non replicare a caldo alle parole di Grillo — che mandano all’aria il processo di “rifondazione” del M5S dopo giorni di tensione personale tra i due sul testo del nuovo statuto — ma secondo i retroscena si sarebbe sfogato in privato esprimendo amarezza per la decisione di Grillo di fare il “padre padrone” del Movimento. Nella conferenza stampa di lunedì pomeriggio l’ex premier aveva usato le stesse parole ponendo all’ex comico l’alternativa, se fare il “genitore generoso” o, appunto, il “padre padrone.”

L’intervento di Grillo ha creato scompiglio all’interno del Movimento: sotto il post, la maggior parte dei commenti critica il fondatore e lo invita a farsi da parte, oltre a esprimere preoccupazione per il futuro del M5S: “La creatura è cambiata da come l’avevi immaginata, alla fine si preferisce eliminarla piuttosto che crescerla.” Anche all’interno delle chat degli eletti è scoppiato il caos: “Ragazzi per me è finita, chiuso, siamo alla follia,” scrive il deputato Roberto Rossini. I deputati hanno chiesto al capogruppo Davide Crippa un’assemblea che dovrebbe tenersi già stasera: c’è aria di scissione, perché gran parte degli eletti sarebbero disposti a seguire Conte in una nuova creatura politica. L’unico nome di peso del M5S che si è schierato al fianco di Grillo, annunciando la propria candidatura al Comitato direttivo, è Nicola Morra: “Perché se si vuole cambiare il mondo un utopista folle riesce molto di più di realisti opportunisti.”

“Come lo ha creato, così lo distrugge,” commenta Alessandro De Angelis, sottolineando il paradosso di un Conte definito “politicamente incapace” da chi gli ha affidato il governo del paese per ben due volte. Ma nel frattempo l’ex premier ha guadagnato consenso popolare e favore all’interno del Movimento, che si è aggrappato a lui come unica speranza per superare il calo cronico dei consensi. Non ci sono molte alternative: o la crisi rientra in qualche modo, come si auspica il ministro Patuanelli — che difende Conte ma ribadisce che Grillo “non smetterà di essere garante” — o Conte dovrà decidere se farsi da parte, abbandonando un Movimento ingovernabile al proprio destino, o lanciarsi veramente nella creazione di un nuovo soggetto politico. Tra gli alleati di coalizione, Italia Viva gongola, mentre il Pd guarda alla crisi con preoccupazione — soprattutto in vista dell’elezione del presidente della Repubblica: un M5S spaccato renderebbe più facile un’asse tra le destre e i renziani.

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