Le varianti ricordano all’Occidente che la pandemia è finita solo se lo è in tutto il mondo. Ma nonostante le promesse, non si sta facendo abbastanza per mettere in sicurezza tutt*
Da oggi i dispositivi di protezione individuale non saranno più obbligatori all’aperto, anche se andranno sempre portati con sé e andranno indossati nel caso ci si trovi in un assembramento. Oggi, inoltre, tutta Italia sarà zona bianca — dunque senza coprifuoco e con i locali aperti normalmente. I casi continuano a diminuire anche su base settimanale: la scorsa settimana sono stati 5.581, mentre in quella precedente erano stati 8.112.
Non va tutto bene, però: la variante Delta fa sempre più paura anche in Italia. Nel paese stanno aumentando i focolai causati dalla variante: uno, tra Piacenza e Cremona, ha fatto contare 25 contagiati, originandosi tra lavoratori del polo logistico della zona — a quanto pare nessuno tra i contagiati era vaccinato. Poco distante, a Maleo, nel lodigiano, si è registrato un cluster di nove casi — in queste ore sono in corso polemiche contro i giovani a causa di un “mega rave party” non autorizzato che si sarebbe tenuto nelle campagne adiacenti, a cui avrebbero partecipato 700 persone. In Friuli, dal 12 al 21 giugno sono stati rilevati 25 casi della variante; in Campania 83 nelle ultime settimane.
Il Coordinatore del Cts Locatelli nei giorni scorsi ha detto che sarà possibile la creazione di nuove zone rosse locali in caso di necessità, come fatto in Umbria l’anno scorso per un’altra variante, ma la strada migliore, come sostenuto anche dal virologo del San Martino di Genova Matteo Bassetti, sarebbe quella di accelerare con le vaccinazioni. Il che fa a pugni con la realtà, visto che come riportavamo nei giorni scorsi le prime somministrazioni di vaccino nell’ultima settimana sono calate in seguito al pasticcio con AstraZeneca, nonostante il numero delle vaccinazioni complessivo sia inferiore a quello delle scorse settimane ma stabile. Un pasticcio che ieri è stato parzialmente ammesso anche dal generale Figliuolo, che in un’intervista a Domenica In in cui ha provato a dare la colpa dei ritardi al… virus? “Va detto che ci sono delle giustificazioni anche perché su AstraZeneca ci sono state oltre 10 indicazioni diverse nel tempo ma questo è figlio di un virus che è mutevole, di un rapporto rischi-benefici che cambia nel tempo e di quello che fa la farmacovigilanza sia nel mondo, sia in Europa, sia in Italia.”
Mentre in Italia la zona bianca nazionale e la rimozione dell’obbligo di portare le mascherine all’aperto preparano il terreno alla stagione turistica, non è possibile non guardare con preoccupazione all’estero: in queste ore si parla molto del caso del grande focolaio di Maiorca, dove ci sono centinaia di studenti positivi e migliaia in isolamento in seguito ad un’ondata di contagio scaturita in seguito agli annuali festeggiamenti dopo gli esami di ammissione universitari. La situazione del contagio a Maiorca è due volte preoccupante perché mercoledì l’isola dovrebbe ricevere un grande afflusso di turisti dal Regno Unito, che ha recentemente inserito le isole Baleari nella propria green list di paesi dove è sicuro passare le vacanze. In Spagna l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto è già decaduto, ma è necessario indossarla quando non si può rispettare la distanza di sicurezza.
Nel frattempo il dibattito attorno alla sospensione dei brevetti si è raffreddato in tutto il mondo, nonostante questa misura resti l’unica soluzione giusta e di buon senso per accelerare la produzione di vaccini, l’emergere di nuove varianti non aspetta i tempi della politica e le necessità dell’industria del turismo. Oltre alla variante Delta-plus di cui si è parlato molto anche in Italia, gli esperti sono preoccupati anche da un’altra parente della variante Delta, e dalle varianti Lambda e Kappa. La corsa per alzare i livelli di vaccinazione, in corso in tutti i paesi europei, è solo parte della storia: la disuguaglianza vaccinale in tutto il mondo è sempre più acuta, e questo mette in pericolo anche i paesi più ricchi del mondo, in cui potrebbero arrivare varianti in grado di svilupparsi nei paesi meno abbienti dove il contagio è più alto, lasciati senza vaccino a causa dell’avidità dei paesi più ricchi, non disposti a condividere con loro né i vaccini né le licenze per produrli.
Venerdì, in conferenza stampa, il direttore generale dell’OMS ha fatto il punto della situazione della diffusione della variante Delta, cheora è presente in 85 paesi. In Australia, dove la strategia dei lockdown rapidi con numeri di contagiati ancora relativamente bassi finora si è rivelata molto efficace, Sydney è entrata in lockdown per due settimane, nella speranza di impedire l’ulteriore diffusione della variante — nella città sono stati individuati 80 casi. La Nuova Zelanda, per mettersi al riparo dai contagi in aumento, ha sospeso per almeno tre giorni lo schema trans-tasman che rendeva gli spostamenti liberi da e verso l’Australia.
In Bangladesh oggi inizia un lockdown nazionale di sette giorni — e che ha causato l’ondata di spostamenti di panico che ormai siamo abituati a vedere prima di ogni chiusura. Il contagio in Bangladesh è stato esplosivo: lo scorso 15 maggio si contavano 261 casi e 22 morti — su una popolazione di 163 milioni di persone — ora la media settimanale è superiore ai 5.000 casi quotidiani. In Indonesia la variante Delta ha causato l’ondata di contagio più grande vista finora nel paese, negli ultimi giorni sono stati registrati dati pari al picco della scorsa ondata, ma la curva del contagio non si è ancora appiattita. In Europa, la variante Delta preoccupa particolarmente il Portogallo, mentre in Russia il numero di casi sta aumentando, complice una campagna vaccinale che va a rilento, con una media settimanale di casi giornalieri superiore ai 18 mila.