Perché l’Unione europea ha deciso di non rinnovare il contratto con AstraZeneca

L’Unione europea non rinnoverà il contratto con AstraZeneca, una volta arrivato al suo esaurimento il prossimo giugno. La notizia arriva dopo la conferma del contratto da 1,8 miliardi di dosi con Pfizer, e fa parte di uno schema piú ampio, con l’Europa che vuole iniziare a fare diplomazia vaccinale

Perché l’Unione europea ha deciso di non rinnovare il contratto con AstraZeneca

L’Unione europea non rinnoverà il contratto con AstraZeneca, una volta arrivato al suo esaurimento il prossimo giugno. La notizia arriva dopo la conferma del contratto da 1,8 miliardi di dosi con Pfizer, e fa parte di uno schema piú ampio, con cui l’Europa vuole iniziare a fare diplomazia vaccinale

Thierry Breton, il commissario europeo per il mercato interno e i servizi che ha la delega ai vaccini, parlando alla trasmissione Questions politiques ha annunciato che l’Unione europea non rinnoverà il contratto di AstraZeneca oltre giugno, quando scadrà l’accordo precedente. La notizia è il punto di arrivo delle relazioni sempre più conflittuali tra Commissione europea e l’azienda anglo–svedese, che finirà anche in tribunale. La decisione è stata commentata a caldo dal presidente francese Macron, secondo il quale la gestione di questa crisi dimostra il “pragmatismo” dell’Unione europea: “Stiamo usando questo vaccino [AstraZeneca, ndr] in Francia e in Europa. Dobbiamo continuare a farlo perché ci permetterà di uscire da questa crisi. Ma per i prossimi ordini, in modo da rispondere alle varianti, in particolare, abbiamo visto che altri vaccini sono più efficaci.” Macron ha una lunga storia di dichiarazioni sfortunate su AstraZeneca, come quando definì il vaccino “quasi inefficace” per le persone sopra i 65, quando il vaccino veniva somministrato solo ai giovani.

L’annuncio di ieri fa parte di uno schema più ampio. È stato innanzitutto reso possibile dal contratto per 1,8 miliardi di dosi siglato con Pfizer grazie al rapporto di fiducia tra von der Leyen e l’ad dell’azienda Albert Bourla. La Commissione europea ha trovato in Pfizer e BioNTech due partner che reputa affidabili, e non per niente è disposta a difenderli al tavolo della trattativa sui brevetti dei vaccinidopo aver zittito le molte voci che da mesi chiedono un cambio di direzione in materia. Firmare un contratto così grande con Pfizer e BioNTech e proteggerne i brevetti permetterà all’Unione europea, nei prossimi mesi, di fare il proprio ingresso tra i paesi che giocano la partita della diplomazia vaccinale: dopo mesi di problemi logistici umilianti, infatti, molto presto in Ue l’offerta di vaccini supererà la domanda, e il blocco dovrà decidere come sfruttare le dosi in eccesso. L’Unione europea ha giocato un ruolo importante nella nascita del meccanismo COVAX, ma ha poi contribuito a soffocarlo ordinando troppe dosi e bloccando il mercato, insieme agli altri paesi più ricchi. Intanto, un documento francese dello scorso anno ipotizzava una strategia per bypassare l’ONU e muoversi liberamente con le donazioni, in modo da ricavarne vantaggi a livello geopolitico.

Lo scorso aprile Pfizer aveva annunciato che entro la fine del 2021 avrebbe consegnato all’Unione europea 600 milioni di dosi, di cui 250 milioni nel secondo trimestre, e sabato von Der Leyen ha confermato che l’accordo da 1,8 miliardi è stato approvato, strutturato con l’acquisto di 900 milioni di dosi e l’opzione per ordinarne altrettante nei prossimi mesi. Il contratto prevede che tutti i componenti del vaccino siano di provenienza europea, ed è costosissimo: secondo dati dell’agenzia tedesca Press Agency si parla di 35 miliardi di euro. Secondo una dichiarazione del Primo ministro bulgaro Boyko Borisov il costo dei prossimi vaccini è aumentato sensibilmente, arrivando a 19,50€ per dose — secondo i retroscena, dato che l’Unione europea non dichiara quanto paga per i vaccini, il prezzo attuale delle dosi di Pfizer sarebbe di 15,50€ a dose. La gestione del mercato vaccinale da parte dei paesi occidentali ha portato l’Unione europea a pagare i vaccini per il proprio secondo anno di campagna circa il decuplo del proprio più corposo ordine originale, verso AstraZeneca, che costava meno di due euro a dose.

In Italia oggi si aprono, in quasi tutte le regioni, le vaccinazioni per la fascia d’età 50-59 — in Lombardia è possibile prenotarsi dalla mezzanotte di ieri — ma comincia a farsi sentire il problema della scarsità di dosi, per via dell’eccessiva dipendenza da Pfizer: in Campania il governatore De Luca ha annunciato la chiusura temporanea di due centri vaccinali per l’esaurimento delle dosi di Pfizer, fino alle prossime consegne previste per mercoledì. Anche il Lazio ha completato tutti gli slot di prenotazione con Pfizer fino a fine maggio.

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