Amazon ha vinto la battaglia contro i lavoratori in Alabama. Ma è solo l’inizio

Il voto per la sindacalizzazione dello stabilimento di Bessemer ha favorito Amazon — ma la condotta antisindacale dell’azienda presto potrebbe essere fuori legge

Amazon ha vinto la battaglia contro i lavoratori in Alabama. Ma è solo l’inizio

in copertina, foto via Twitter

Il voto per la sindacalizzazione dello stabilimento di Bessemer ha favorito Amazon — ma la condotta antisindacale dell’azienda presto potrebbe essere fuori legge

Il voto per formare il sindacato dei lavoratori dello stabilimento di Amazon a Bessemer, in Alabama, è andato male: hanno partecipato al voto in 3.117 su oltre 5.800, e 1.798 hanno votato contro la formazione del sindacato. Ci sono 505 schede ancora in discussione, ma anche se tutte venissero invalidate — cosa improbabile — non sarebbero sufficienti per ribaltare il risultato. Il sindacato che ha organizzato la campagna, la Retail, Wholesale and Department Store Union, ha annunciato che farà ricorso, denunciando “tutte le azioni vergognose e sfacciatamente illegali” dell’azienda. Il presidente del sindacato Stuart Appelbaum ha rivelato che Amazon, tra le tante azioni anti–sindacalizzazione, ha chiesto a tutti i dipendenti di partecipare a incontri individuali e di gruppo in cui chiedeva direttamente ai lavoratori di non sostenere il sindacato. Amazon ha pubblicato un comunicato stampa in cui ringrazia i lavoratori e si difende dalle accuse dei sindacati, sottolineando come molti lavoratori negli Stati Uniti lavorino in condizioni peggiori dei propri dipendenti — una difesa non proprio solidissima.

La lotta non si ferma qui, sia a Bessemer che nel resto degli Stati Uniti. Il supporto per i sindacati negli Stati Uniti è al massimo storico, ed è uno dei pochi argomenti che riesce a oltrepassare le linee di partito, con un sostegno secondo i sondaggi del 65% della popolazione. Ciononostante, pochissimi lavoratori sono rappresentati da sindacati: nel 2020 solo il 10,8%. Il Bureau of Labor Statistics ha iniziato ad aggregare i dati sulla sindacalizzazione nel 1983, e da allora la percentuale è scesa drasticamente — all’epoca erano rappresentati il 20,1% dei lavoratori.

foto via Twitter

C’è poi un episodio infelice e ancora molto poco chiaro: il voto si è tenuto, per ragioni di sicurezza contro il contagio, per posta. Amazon si è opposto a lungo a questa soluzione — avanzando, di fatto, le stesse accuse al sistema che usò Trump contro le elezioni di novembre. Non potendo fermare il voto postale, Amazon ha cercato di influenzarlo, ottenendo in qualche modo che il Servizio postale installasse una casella della posta di fronte al magazzino — contribuendo a creare l’illusione che il voto fosse monitorato, ovviamente con scopi intimidatori.

BREAKING: More Perfect Union has obtained emails showing that Amazon privately pressured USPS to install an illegal ballot dropbox during the union election in Bessemer, AL.

The emails directly contradict public statements by USPS about the box's origins.

There's more. pic.twitter.com/1inCZKibO3

— More Perfect Union (@MorePerfectUS) April 8, 2021

Che l’impegno dei lavoratori del magazzino, così intenso da aver fatto notizia in tutto il mondo, non sia stato sufficiente per formare la sindacalizzazione dice sostanzialmente che le attuali leggi statunitensi rendono impossibile riuscirci per lavoratori in comparti non specializzati. Il sistema è costruito specificamente per instillare paura e insicurezza nei lavoratori, e non prevede nessuna conseguenza per le aziende. La situazione è così grave che Amazon non si fa problemi ad ammettere che gli incontri con i lavoratori denunciati dal sindacato hanno avuto luogo — nelle parole di un portavoce, l’azienda “ha fornito materiali educativi che hanno aiutato i dipendenti a capire in cosa consiste il fatto di unirsi a un sindacato.” Amazon non ha motivo di avere paura: incontri come questi si chiamano “captive audience meetings” — incontri con il pubblico passivo — e sono un appuntamento immancabile nel calendario delle operazioni anti–sindacalizzazione di moltissime aziende.

La situazione va risolta, quindi, a livello politico. Il caso dei lavoratori di Amazon a Bessemer era arrivato fino alla scrivania di Joe Biden, che ne aveva parlato lo scorso febbraio esprimendo il proprio diretto sostegno alla sindacalizzazione. In queste ore tra i democratici si stanno sollevando molte voce per introdurre nuove misure per proteggere la sindacalizzazione. Al Congresso c’è un pacchetto che mira a rafforzare i diritti dei lavoratori, il Protecting the Right to Organize Act, che tra le varie misure renderebbe illegali le tattiche di intimidazione comunicazione individuale dei datori di lavoro. Secondo molti democratici la vittoria, ottenuta con pratiche disoneste, potrebbe ritorcersi contro Amazon in breve tempo. Nel frattempo, con la composizione fragile della maggioranza democratica, ai lavoratori non resta che continuare a organizzarsi.

Questa sconfitta, infatti, potrebbe segnare un passo avanti nello sdoganamento del dibattito sulla possibilità per i lavoratori statunitensi di organizzarsi in sindacati in modo più esteso ed efficace rispetto a quello attuale. I lavoratori statunitensi devono infatti ingaggiare battaglie disperate contro le aziende per dotarsi di una rappresentanza sindacale locale, senza che sia effettivamente possibile coordinare una lotta anche con altri stabilimenti della stessa compagnia, o dello stesso settore.

Il fatto che si debba assurdamente procedere alla sindacalizzazione di uno stabilimento per volta rende molto più facile per le aziende procedere con una sorta di delocalizzazione interna, chiudendo gli stabilimenti sindacalizzati e aprendone di nuovi — una cosa a cui stiamo assistendo anche in Italia con l’odiosa vicenda dello stabilimento Tnt-FedEx di Piacenza. E le limitazioni alla sindacalizzazione stonano ancora di più con il potere sempre maggiore che sta guadagnando Amazon negli Stati Uniti, di fatto diventato un’infrastruttura all’interno dello stato.

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