L’isola indifferente: l’Islanda nelle fotografie di Bartolomeo Rossi
“I miei racconti nascono e si combinano specialmente in fase di editing, mentre quando fotografo voglio rimanere libero cercando il più possibile di non dare una direzione precisa a quello che sto guardando. Così in questi anni ho raccolto una serie di foto che pian piano hanno costruito una storia
Atlas è il nostro spazio dedicato all’immagine e alla fotografia contemporanee. Ogni settimana raccontiamo un nuovo progetto attraverso una selezione di immagini e contributi degli autori, con un occhio di riguardo a editoria indipendente e autoproduzioni
Il rapporto di Bartolomeo Rossi con l’Islanda inizia nel 2015, quando per la prima volta raggiunge l’isola insieme a un amico. Da quel momento comincia a fotografarla – come spesso accade quando si approccia una nuova storia – in maniera del tutto spontanea, senza pensare alla costruzione di un progetto specifico. In Islanda tornerà l’anno dopo, e infine nel luglio 2020.
“La forte attrazione che provo per questa terra è ancora per me in parte misteriosa e leggermente fuori fuoco. Quello che negli anni ho capito è che il motivo, o uno dei motivi, che mi ha spinto e che mi spingerà a tornare è la sensazione di familiarità e di casa che provo quando sono lì. Inoltre, il paesaggio islandese mi mette a nudo, rompe la corazza che solitamente porto dietro nella vita quotidiana e facendo questo mi pone davanti emozioni crude e forti che è difficile riuscire ad accogliere. Questo perché in Islanda ci si ritrova davanti a una forma primordiale di natura, quella che Magnanelli nel suo Isola pianeta si rifiuta di chiamare tale: secondo lui la drammatica bellezza di questa terra è semplicemente un “millenario, inconcluso discorso” assolutamente indifferente verso le reazioni emotive degli uomini. Probabilmente questo conflitto, la sensazione di casa da una parte e questa indifferenza totale del paesaggio dall’altra, rendono ai miei occhi l’Islanda una meta di pellegrinaggio obbligatoria.”
La serie che vi proponiamo qui oggi, Ovunque il mare, è un piccolo lavoro che sta nascendo come capitolo a parte del progetto più grande realizzato in Islanda da Bartolomeo, The Mooring Island. Guardando la grande quantità di foto scattate negli anni ci si accorge facilmente di come si delinei un percorso parallelo, anche se emotivamente simile, al principale.
“I miei racconti nascono e si combinano specialmente in fase di editing, mentre quando fotografo voglio rimanere libero cercando il più possibile di non dare una direzione precisa a quello che sto guardando. Così in questi anni ho raccolto una serie di foto che pian piano hanno costruito una storia che parla di mare, di infanzia, di perdersi e di ritrovarsi. Le considero immagini emotivamente vicine a quelle presenti nel lavoro principale ma che tuttavia hanno bisogno di uno spazio proprio.”
Il libro è per il momento autoprodotto ed è il riassunto di questi cinque anni di viaggi in Islanda. “Il titolo The Mooring Island (l’isola ormeggio) fa riferimento al concetto di familiarità e di rifugio che vorrei trasparisse dalle foto. È ideato e costruito insieme a mio fratello, che fa l’architetto a New York; penso sia importante che ad aiutarmi sia stato proprio lui, dal momento che il libro poggia su tematiche emotive e personali. Oltre al suo aiuto, c’è stata la supervisione di Eleonora Castagna, che è curatrice d’arte, e di Cigdem Talu per i testi e le traduzioni.”
BIO
Bartolomeo Rossi, 1993, è un fotografo italiano. Dal 2017 al 2019 ha frequentato il master di alta formazione sull’immagine contemporanea alla Fondazione Modena Arti Visive, concluso con l’acquisizione per merito del suo progetto di diploma da parte della collezione italiana della fondazione. La sua ricerca è da sempre centrata sul paesaggio e sulla percezione intima e privata di esso, con un particolare interesse alle radici che legano un individuo al proprio immaginario.