Naufragi e deportazioni sono la realtà quotidiana nel Mediterraneo centrale

Il Consiglio d’Europa chiede agli stati di attivare una nuova missione di soccorso, interrompere la criminalizzazione delle Ong, e smettere di aver rapporti con la Libia. Sarebbe il minimo — ma sembra impossibile

Naufragi e deportazioni sono la realtà quotidiana nel Mediterraneo centrale

in copertina, foto via Twitter

Il Consiglio d’Europa chiede agli stati di attivare una nuova missione di soccorso, interrompere la criminalizzazione delle Ong, e smettere di aver rapporti con la Libia. Sarebbe il minimo — ma sembra impossibile


A inizio settimana la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović ha presentato un documento in cui si riassume l’ultimo anno e mezzo di azione politica — e spesso inazione politica — da parte dell’Europa sui flussi migratori. La commissaria illustra come a livello europeo, le ONG siano state stigmatizzate prima e poi perseguitate a livello legale, e come la collaborazione dell’Unione europea con paesi terzi — prima di tutti, la Libia — renda possibile gravissime infrazioni dei diritti umani.

Il report non dice niente di nuovo, ma costituisce una presa di posizione molto importante. Le richieste sono specifiche: che gli Stati si impegnino a tornare nel Mediterraneo con una missione umanitaria come fu missione Sophia; che non si stringano più accordi con stati che non rispettano i diritti umani, come la Libia; e che venga interrotta la criminalizzazione delle ONG. Si tratta proposte basilari — il punto di partenza per ripristinare la decenza e il rispetto delle leggi internazionali, ma sono così radicalmente contrapposte alle attuali linee dei governi nazionali che secondo Mijatović un cambio di direzione può arrivare solo grazie alla pressione di gruppi per i diritti umani e di parlamentari.

Partiamo dal report per ripercorrere la situazione anche oltre al Mediterraneo. Alle Canarie, ad esempio, dove la Spagna effettua deportazioni sistematiche verso il Marocco. Ancora ieri la polizia marocchina ha compiuto diversi raid violenti a ridosso del confine dell’enclave spagnola di Melilla, fermando più di 150 persone, tra cui molti minori, che verranno probabilmente deportati nei paesi di origine. Intanto, continua l’oppressione lungo la rotta balcanica, dove la polizia croata massacra i migranti e la giustizia italiana perseguita chi cerca di curarli.

Show notes

In questa puntata sono con voi: Stefano Colombo @stefthesub, Emanuela Colaci @EmaColaci, e Alessandro Massone @amassone. Per non perderti nemmeno un episodio di TRAPPIST, abbonati su Spotify e Apple Podcasts.

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