Matteo Renzi rischia di essersi condannato all’irrilevanza
L’organizzazione di un gruppo parlamentare per sostenere il governo Conte procede spedita, mentre Renzi si trova sempre più all’angolo: una posizione in cui si è messo da solo, esclusivamente per la sua sete di potere
L’organizzazione di un gruppo parlamentare per sostenere il governo Conte procede spedita, mentre Renzi si trova sempre più all’angolo: una posizione in cui si è messo da solo, esclusivamente per la sua sete di potere
La rottura sembra essere scappata di mano a Matteo Renzi: l’altroieri il senatore di Italia viva, annunciando come terza parte le dimissioni delle ministre del suo partito, aveva camminato su un filo sottile: da una parte rivolgendo accuse pesantissime al presidente del Consiglio — praticamente un dittatore, secondo Renzi — e tentativi di apertura ai partiti della coalizione, e perfino al premier stesso, sì, quello che “non era indispensabile” a Palazzo Chigi.
Il giorno successivo Renzi si è svegliato con uno scacchiere molto diverso: i dissapori di Movimento 5 Stelle e Partito democratico nei confronti del presidente del Consiglio si sono effettivamente azzerati, e i due partiti hanno deciso di andare fino in fondo per cercare una nuova maggioranza con cui estendere l’esperienza del Conte bis.
Nelle ore successive, in uno sviluppo che in realtà poteva essere assolutamente prevedibile, i renziani hanno insistito sulla possibilità di formare un nuovo governo con la stessa maggioranza — nonostante le parole velenosissime dei giorni scorsi — mentre invece gli altri partiti della coalizione sembrano molto felici di tagliare i ponti con l’ex premier, fondamentalmente tacciato di essere inaffidabile.
Nel corso della giornata di oggi, si sono fatti numerosi passi avanti sulla strada della ricerca e dell’organizzazione dei cosiddetti “responsabili,” o “costruttori” — scegliete voi il termine politichese che preferite. Il gruppo Maie si è magicamente trasformato in Maie/Con-te, diventando un gruppo parlamentare con l’obiettivo esplicito di sostenere il presidente del Consiglio.
Come ha detto Franceschini, queste dinamiche sono normali operazioni parlamentari, proprie di una democrazia sana, in cui il Parlamento ha il potere di bloccare slanci in avanti di personaggi autoritari seri o farseschi come sono stati quelli degli ultimi due anni, entrambi provenienti da persone chiamate Matteo. Per vedere se questa volta l’operazione riuscirà, bisognerà aspettare lunedì o martedì prossimo.
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In questa puntata sono con voi: Stefano Colombo @stefthesub e Alessandro Massone @amassone. Per non perderti nemmeno un episodio di TRAPPIST, abbonati su Spotify e Apple Podcasts.