Fumando per strada si rischia il contagio? Secondo queste comunità spagnole, sì
La misura, molto impopolare, è stata varata sull’onda della preoccupazione per quella che in Spagna è ormai definibile come una “seconda ondata”
La misura — il divieto di fumare dove non ci sono distanze di sicurezza, anche all’aperto — è stata varata in Galizia sull’onda della preoccupazione per quella che in Spagna è ormai definibile come una “seconda ondata”
La Galizia vieta di fumare nelle strade e nelle terrazze dove non sia possibile garantire una distanza di sicurezza di due metri. È la prima comunità a prendere questa decisione, ma della misura si parla da molto tempo, anche in Andalusia, Castiglia-La Mancia e Castiglia e León, dove potrebbe arrivare nelle prossime settimane. In Galizia si stanno cercando febbrilmente nuove misure per limitare il contagio, perché il numero di casi aumenta quotidianamente — solo ieri, si sono registrati 827 nuovi casi.
È importante sottolineare che non si tratta di un divieto tranchant contro il fumo all’aperto: semplicemente, si chiede ai fumatori di essere particolarmente attenti e di fumare solo quando si è appartati, oppure in strade non strapiene, dove è impossibile mantenere una distanza di sicurezza.
La misura arriva dopo le valutazioni favorevoli della Società Spagnola di Pneumologia e un documento della Commissione Sanità Pubblica, che avvertiva che espirando il fumo si diffondono molti droplet, e che i fumatori maneggiavano troppo le mascherine per poter mettersi a fumare.
L’annuncio, del presidente galiziano Alberto Núñez Feijóo, è stato durissimo, dicendo che il comportamento dei fumatori è “ad alto rischio di contagio e contaminazione.” A questo si aggiunge che l’aggressività del Covid–19 è molto più alta per i fumatori: fumare costituisce infatti un moltiplicatore del rischio di contagio tra le cinque e le otto volte.
Si tratta, evidentemente, di una misura molto impopolare, e di cui è lecito chiedersi l’efficacia — o per lo meno se gli effetti giustifichino le limitazioni che si chiedono alle persone. Ma in Spagna “è un momento critico” — nelle parole di Salvador Macip, un esperto della Open University catalana. Ieri nel paese sono stati confermati 3172 nuovi casi, di cui 1690 relativi alle precedenti 24 ore — nei dati di mercoledì mancano però quelli di Madrid: sono altri 654, il doppio di quelli del giorno precedente. Le due comunità autonome con il maggior numero di nuovi casi restano l’Aragona e i Paesi Baschi. Per cui ogni misura possibile per limitare il contagio senza istituire nuovi lockdown è vista dalla politica come preferibile e necessaria.
Di limitare il fumo all’aperto se n’è parlato anche in Italia, solo pochi giorni fa, proprio citando gli studi in corso in Spagna. L’ha chiesto il Codacons a Nello Musumeci, per vietare il fumo in tutti i luoghi pubblici sul territorio regionale siciliano. Secondo il Codacons, “appare evidente che il fumo indiscriminato in tutti i luoghi aperti al pubblico come locali, ristoranti, bar con tavolini all’esterno, ecc. – spazi che inoltre rappresentano potenziali punti di assembramento – costituisca, nel contesto dell’emergenza epidemiologica che stiamo vivendo, un ulteriore fattore di rischio che le amministrazioni devono contenere.”