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L’ex procuratrice generale della California potrà essere d’aiuto a Biden nella campagna elettorale, ma i suoi precedenti la rendono malvista negli ambienti democratici più progressisti

Dopo settimane di tentennamenti, Joe Biden ha rivelato chi correrà insieme a lui, per la vicepresidenza: sarà Kamala Harris, ex procuratrice generale della California, senatrice, e già candidata alle primarie democratiche. Figlia di una madre indo–americana e di un padre giamaicano, la sua nomina costituisce ovviamente un importante momento storico. Harris è nota per le proprie doti retoriche e per la propria aggressività, che certamente saranno utili a Biden nel corso della campagna elettorale, ma i suoi precedenti come procuratrice sono piuttosto controversi e la rendono malvista negli ambienti più progressisti che orbitano attorno al Partito democratico, e la espongono a critiche facili da parte dei Repubblicani.

La reazione di Trump

Prima ancora di sapere che fosse la candidata, Trump, in un’intervista con la personalità televisiva di Fox Sports Clay Travis — in cui gli è stato chiesto perché i media mainstream lo odiano così tanto e quali sono i suoi sport preferiti, insomma, un’intervista durissima — ha dichiarato che Biden ha “offeso gli uomini” preannunciando che avrebbe scelto una vicepresidente “di un certo gruppo di persone,” ovvero, le donne. Non è la prima volta che Trump incorpora retorica iper–maschilista nei propri messaggi, ma questa volta, già che c’era, ha anche ridicolizzato il proprio vice, Mike Pence: “Le persone non votano per il vicepresidente, proprio non lo fanno.”

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In copertina: Kamala Harris a un evento del Partito democratico nel 2019 / Lorie Shaull via Flickr