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Dall’inizio della pandemia, la scuola sembra essere scivolata in fondo alla lista delle priorità del governo. A poche settimane dalla chiusura dell’anno scolastico, la ripartenza a settembre non potrebbe essere più incerta: ne abbiamo parlato nell’ultima puntata di Trappist.

La scuola, finora, è stato uno dei settori della società italiana più colpiti dalla pandemia. L’anno scolastico è terminato a distanza, e gli esami di maturità in presenza non bastano a sancire un ritorno definitivo alla normalità. La bozza delle linee guida per la riapertura generale di settembre, pubblicata il 23 giugno dal ministero dell’Istruzione, ha scontentato tutti: sindacati, enti locali, studenti.

Abbiamo parlato con Maddalena Fragnito, una portavoce del comitato Priorità alla scuola, per capire bene quali sono i principali punti critici della proposta ministeriale. A giudicare dal documento, il ministero aveva deciso di scaricare la responsabilità di scelte delicatissime per la salute dell’intero paese su singoli ed enti locali — in questo caso, anche sui singoli istituti scolastici — in nome di una “autonomia,” che però in questo caso non aveva chiesto nessuno. Solo grazie alle proteste di ieri sembra che il governo stia cambiando linea, ma non ci si può fermare a assicurare “la sicurezza,” serve poter garantire la qualità dello studio.

Vedremo anche qualche caso che ha provato ad affrontare la questione in modo diverso: dai divisori di plexiglass tra i banchi degli studenti sudcoreani, agli studenti tedeschi che si fanno i test da soli, ricevendo l’esito via mail in giornata. Ci sono anche casi forse poco virtuosi — come quello delle scuole australiane, che al momento hanno deciso di riaprire per un giorno a settimana.

Aggiornamento: oggi pomeriggio, al termine della conferenza Stato–Regioni, è stato trovato un accordo sulle linee guida per la scuola — è stato inserito un riferimento esplicito alla distanza di sicurezza: “il distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali degli alunni, rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione.” Inoltre, la nuova bozza prevede l’istituzione di “conferenze di servizi,” per raccogliere le richieste delle scuole, con particolare riferimento a spazi e arredi. La ministra Azzolina si è impegnata comunque a chiedere “un miliardo in piú” per la scuola.

Show notes

In questa puntata sono con voi: Stefano Colombo @stefthesub e Sebastian Bendinelli @sebendinelli. Per non perderti nemmeno un episodio di TRAPPIST, abbonati su Spotify e Apple Podcasts.

in copertina, foto via Twitter