in copertina, Robert Fuller, il ventiquattrenne trovato impiccato a Palmdale
Nelle ultime tre settimane, negli Stati Uniti, quattro persone afroamericane e una persona ispanoamericana sono state trovate impiccate in pubblico. Secondo le autorità, tutti i casi sono suicidi, ma le famiglie sospettano si tratti di linciaggi.
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- A Houston, nel Texas, un giovane ragazzo afroamericano di diciassette anni è stato trovato impiccato fuori da una scuola elementare.
- Due giorni prima, la polizia ha trovato un uomo ispanoamericano impiccato fuori da un negozio, sempre a Houston.
- Il 10 giugno è stato trovato a Palmdale, in California, un ragazzo di 24 anni, Robert Fuller, impiccato ad un albero.
- Il 31 maggio un altro uomo afroamericano, il 38enne Malcolm Harsch è stato trovato impiccato ad un albero a Victorville.
- Il giorno prima il 27enne Dominique Alexander è stato trovato nelle stesse condizioni a Fort Tyron Park, a Manhattan.
Tutti i casi sono stati etichettati dalla polizia come suicidi. Ma nel contesto della sollevazione di Black Lives Matter, questa schiera di incidenti è spaventosa e quantomeno sospetta. Lo pensa anche la parlamentare del Texas Sheila Jackson Lee, che ha commentato la notizia dicendo che la serie di morti costituisce un “pattern inquietante.”
Per Robert Fuller e Malcolm Harsch, dopo la “risposta semplicistica” della polizia, come l’hanno descritta i parenti delle vittime, le indagini stanno mobilitando l’FBI. In entrambi i casi, i familiari hanno dovuto insistere perché le indagini procedessero e non venissero rapidamente archiviate. A rendere la storia ancora piú incomprensibile e inquietante, ieri la polizia ha ucciso il fratello di Robert Fuller. Il contesto dell’uccisione non è ancora chiaro: in quel momento gli agenti stavano cercando un sospetto di rapimento, e il fratello di Fuller avrebbe estratto un arma contro gli agenti. In assenza di indagini e una ricostruzione completa, tuttavia, la versione degli agenti non vale quasi niente, considerato come la menzogna sia sistemica quanto il razzismo nella polizia statunitense.
Il caso di Fuller è il piú debole, e mette in luce meglio degli altri l’inazione delle forze dell’ordine: un amico di Fuller, raggiunto dal Los Angeles Times, ha sottolineato elementi che rendono il contesto della morte evidentemente sospetto, di cui anche la polizia è a conoscenza, ma che sembra ignorare. Fuller non sarebbe stato trovato infatti nemmeno completamente sospeso, ma appeso ai rami piú bassi di un albero, e legato con un cavo USB, che non ne avrebbe potuto sostenere il peso a lungo.
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Intanto, è stata aperta un’indagine per crimini d’odio in seguito al ritrovamento di cinque corde, una già legata in un cappio, che pendevano dagli alberi attorno al lago Merritt di Oakland. L’annuncio è stato dato dalla sindaca della città Libby Schaaf, dopo che diverse foto delle funi erano state condivise sui social network. La polizia ha dichiarato che durante le proprie indagini almeno una persona ha rivendicato la proprietà delle funi, sostenendo che si trattava di materiale sportivo, e che erano state legate agli alberi per arrampicata. Le funi che pendono dagli alberi sono un simbolo d’odio tradizionale negli Stati Uniti — e sono state usate per questo scopo in diversi casi negli scorsi anni anche a Oakland — che rievoca i linciaggi di massa di fine Ottocento.
Week four is underway in Detroit.#DetroitWillBreathe#BlackLivesMatter pic.twitter.com/rAdkICMt4D
— viola 📷 (@klocko_) June 18, 2020
Oggi è il Juneteenth, la festa informale che celebra l’emancipazione degli ultimi schiavi rimasti, all’interno di quelli che erano gli Stati confederati. Le proteste in questi giorni non si sono mai fermate, ma è lecito aspettarsi una partecipazione gigantesca alle manifestazioni di oggi.