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“Sono qui perché credo sia il momento di qualche cambiamento vero. Non basta che la singola persona sia indicata come responsabile, ci serve un vero cambiamento istituzionale.” Marli Hart, una dei manifestanti presenti ieri a Londra, ci ha spiegato perché è scesa a protestare contro l’omicidio razzista di George Floyd, a Minneapolis.

Con lei c’erano migliaia di altre persone, in un corteo che è partito alle 13 da Speaker’s Corner in Hyde Park e ha attraversato Central London, passando per Downing Street e concludendosi a Westminster — accompagnati dal ronzio degli elicotteri. I cori più ricorrenti sono stati “No justice no peace, no racist police” e “I can’t breathe,”

I manifestanti hanno ricordato anche Belly Mujinga, operaia ferroviaria a Londra morta di Covid-19 il 5 aprile dopo aver ricevuto uno sputo da un uomo che aveva dichiarato di avere il virus.

Buona parte dei manifestanti indossava la mascherina, ma la distanza minima di sicurezza di 2 metri non è stata praticamente mai rispettata. Molti volontari di Black Lives Matter giravano fra la folla offrendo maschere e guanti a chi non possedeva protezioni.