in copertina, foto via Twitter
Derek Chauvin, l’esecutore materiale dell’omicidio, aveva a suo nome 18 lamentele della cittadinanza. Tou Thao, l’ex poliziotto che nel video cerca di calmare la folla, era stato processato per un pestaggio nel 2014
Derek Chauvin, il poliziotto licenziato di Minneapolis esecutore materiale dell’omicidio di George Floyd aveva 18 lamentele presentate dalla cittadinanza ai suoi danni presso l’ufficio degli affari interni del dipartimento di polizia di Minneapolis, ad ammetterlo è lo stesso il dipartimento di polizia.
Chauvin è stato licenziato pochi giorni fa insieme ai tre colleghi che l’hanno assistito nell’omicidio di Floyd. La polizia di Minneapolis ha finalmente rilasciato la telefonata del negoziante che aveva chiesto l’intervento della polizia. Dalla conversazione emerge che l’accusa contro Floyd riguarderebbe l’uso di banconote false. Durante la telefonata l’operatore della polizia chiede ripetutamente al negoziante, che tentenna, se la persona da arrestare fosse di colore o meno.
Un altro poliziotto licenziato, Tou Thao, quello che nel video “tiene a bada” la folla attorno alla scena del delitto, aveva un precedente per un episodio di violenza nel 2014. Thao aveva, secondo gli atti del processo, “spaccato i denti” ad un uomo che aveva fatto accostare senza nessuna ragione. La testimonianza su questo episodio da parte di Lamar Ferguson, la vittima, è particolarmente inquietante.
A quanto pare in quell’occasione Thao avrebbe fermato Ferguson mentre camminava per strada con la sua ragazza, incinta, senza apparente motivo, chiedendogli informazioni su alcuni parenti. A quel punto sarebbe partito un pestaggio che ha richiesto il trasferimento di Ferguson all’ospedale, dove Than e l’altro agente responsabile del pestaggio si sono dimostrati insofferenti, gettando nel cestino le ricette dei farmaci che erano state prescritte al malcapitato.
Come in altri casi, inoltre, sembra emergere una volontà sistematica di insabbiare la cattiva condotta di agenti particolarmente violenti come Chauvin e Thao. La città di Minneapolis aveva raggiunto un accordo con la vittima pagando 25 mila dollari di danni, ma non ci sono state evidentemente ulteriori conseguenze per l’agente, che ha potuto riprendere servizio — fino agli scorsi giorni.
Il comportamento degli agenti in occasione dell’omicidio di Floyd non sembra essere una casualità, quanto il punto di arrivo di un modo di agire sistematicamente violento e razzista da parte della polizia cittadina — un “protocollo” che del resto è molto diffuso tra le forze di sicurezza statunitensi. Ieri, in serata un gruppo di contestatori si è introdotto nella Terza Stazione di polizia di Minneapolis, e ha appiccato fuoco alla struttura.
Intanto i fatti della città stanno provocando una serie di reazioni su scala nazionale e internazionale. È particolarmente rilevante la decisione di Twitter, che ha parzialmente nascosto un tweet del presidente Trump su Minneapolis come “glorificante la violenza.” Trump ha commentato l’insurrezione cittadina e il conseguente invio della Guardia nazionale scrivendo “quando parte il saccheggio, parte anche la sparatoria.”
….These THUGS are dishonoring the memory of George Floyd, and I won’t let that happen. Just spoke to Governor Tim Walz and told him that the Military is with him all the way. Any difficulty and we will assume control but, when the looting starts, the shooting starts. Thank you!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) May 29, 2020