La fase 2 di Milano passa dalle zone 30
Il Comune di Milano ha varato “Milano 2020,” un tentativo di fare un passo avanti per la vivibilità della città nonostante la situazione.
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Il Comune di Milano ha varato “Milano 2020,” un tentativo di fare un passo avanti per la vivibilità della città nonostante la situazione
Venerdì 24 aprile il comune di Milano ha pubblicato un documento per immaginare la città dopo la quarantena. La cosiddetta “fase 2” presenta molti rischi, come quello di vanificare gli sforzi fatti negli scorsi anni per diminuire il traffico automobilistico e aumentare la vivibilità del capoluogo lombardo. L’accesso ai mezzi pubblici subirà qualche forma di limitazione. I cittadini potrebbero dunque essere tentati dall’utilizzare in massa i mezzi privati come l’automobile anche per brevi spostamenti.
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Un ritorno in massa all’automobile può avere però effetti critici sulla salute pubblica. L’area urbana di Milano è già tra le più inquinate d’Europa e del mondo.
La Società Italiana di Medicina Ambientale ha dichiarato che il nuovo coronavirus è stato ritrovato su alcuni tipi di particolato atmosferico, al quale sembra potersi legare. I risultati hanno confermato quanto emerso già alla fine di marzo. Gianluigi De Gennaro, ricercatore dell’università di Bari, fa notare che nella cosiddetta fase 2 sarà opportuno tenere bassa la presenza di particolato nell’atmosfera, per diminuire i rischi di diffusione del nuovo coronavirus.
Il documento promosso dall’amministrazione ha tra i propri obiettivi quello di aumentare la vivibilità dei quartieri e incentivare l’utilizzo della bicicletta e degli spostamenti a piedi. Il piano prevede l’implementazione di diverse “zone 30,” in cui i mezzi privati potranno circolare ad una velocità massima di 30 km/h.
La diffusione delle zone 30 avrebbe benefici immediati e duraturi sulla salute dei cittadini e sulla vivibilità dei quartieri. A Milano uno spostamento urbano su due è inferiore ai 3 chilometri, una distanza percorribile in bici in soli 12 minuti. A causa delle troppe auto però i milanesi che utilizzano la bici come principale mezzo di spostamento sono solo il 6% del totale. La diffusione delle zone 30 favorirebbe l’utilizzo della bicicletta.Queste in Italia sono viste spesso come una restrizione, soprattutto dagli automobilisti, ma i benefici di una maggiore sicurezza e una diminuzione di inquinamento sono favorevoli a tutti.
L’obiettivo del comune è quello di far rispettare “i distanziamenti fisici, ma non sociali,” necessari a scongiurare un ritorno drammatico del contagio. I cittadini potranno fornire un proprio contributo al documento a partire dal 27 aprile.