Il governo si è finalmente deciso a chiudere tutto, o quasi

Dopo le richieste dei sindacati e dei sindaci delle zone più colpite, il governo ha accettato di vincere le resistenze di Confindustria — ma con una decisione tardiva e di cui ancora non si conoscono i dettagli.

Il governo si è finalmente deciso a chiudere tutto, o quasi

Dopo le richieste dei sindacati e dei sindaci delle zone più colpite, il governo ha accettato di vincere le resistenze di Confindustria — ma con una decisione tardiva e di cui ancora non si conoscono i dettagli.

Ieri sera, verso le 23:30, Conte è tornato a parlare al paese su Facebook, annunciando la chiusura di tutte le fabbriche e ogni attività produttiva non strettamente necessaria per l’emergenza coronavirus. La disposizione resterà in vigore fino al 3 aprile. Non ci sono limitazioni agli orari dei supermercati — come si era vociferato nei giorni scorsi e come alcune regioni hanno deciso di fare autonomamente — in modo da non causare una nuova corsa agli acquisti e un aggravamento delle code.

“È la crisi più difficile che il paese sta vivendo dal secondo dopoguerra,” ha detto Conte, invitando però i cittadini a mantenere “la massima calma.” “L’emergenza sanitaria sta tramutando in piena emergenza economica, ma a voi tutti dico: lo stato c’è, lo stato è qui, il governo interverrà con misure straordinarie che ci permetteranno di ripartire quanto prima.”

Non è ancora chiaro, esattamente, quali attività resteranno aperte e quali no: l’elenco completo e dettagliato delle filiere considerate “di pubblica utilità” arriverà in giornata, ma sul Sole 24 Ore c’è una lista ufficiosa che riportiamo in fondo all’articolo, e che mette in rilievo un dato di fatto: chiudere “tutto” vuol dire lasciare ancora molto aperto. Si tratta comunque di un risultato di enorme rilevanza: lavoratori e sindacati hanno rotto l’asse tra governo e Confindustria.

Dopo una nuova giornata di record negativi — 793 morti, di cui 546 solo in Lombardia, e 4821 nuovi contagiati — ieri si erano fatti più insistenti gli appelli a bloccare, stavolta per davvero, tutte le attività economiche non essenziali. Lo hanno chiesto con una lettera a Conte e Fontana i sindaci di tutti i 243 comuni della bergamasca, e l’hanno chiesto finalmente anche i tre sindacati confederali — CGIL, CISL e UIL, che nel tardo pomeriggio hanno incontrato in videoconferenza il presidente del Consiglio. Nelle ore successive le regioni Lombardia e poi Piemonte hanno anticipato però i provvedimenti del governo, emettendo nuove ordinanze che chiudevano tutti gli uffici pubblici, le attività degli studi professionali, e i cantieri non strategici. Secondo il presidente della regione Piemonte Cirio “chiudiamo tutto quello che è possibile chiudere con i poteri delle regioni.” L’ordinanza di Fontana vieta, inoltre, anche qualsiasi attività motoria all’aperto, anche singolarmente.

Ma non si poteva fare già prima, almeno nelle zone più colpite? Si poteva: è stato fatto in Emilia-Romagna, per esempio, con un’ordinanza che da venerdì ha fermato tutte le attività non essenziali in provincia di Rimini, ed è stato fatto a Fondi, in provincia di Latina, dopo la scoperta di un focolaio locale. In Lombardia, invece, prima dell’ordinanza emessa ieri sera, il presidente Fontana è andato avanti per giorni a rimpallarsi la responsabilità con il governo, mentre Assolombarda — in un comunicato diffuso venerdì — ancora sosteneva che “le imprese non vogliono e non possono fermarsi.”

Nei giorni scorsi, il ministro delle Autonomie Francesco Boccia — sì, lo stesso che scherzava con una mascherina appesa all’orecchio durante la conferenza stampa della Protezione civile in cui si comunicava la morte di centinaia di persone — aveva esortato le regioni a “non fare singole ordinanze perché non incidono, se non sono omogeneizzate, con le indicazioni dello stato,” e quindi “aspettare il governo.” Ma il governo si è mosso con estrema lentezza e ha accettato di vincere le resistenze di Confindustria — praticamente l’unico soggetto rimasto ad opporsi alla chiusura delle attività non essenziali — solo con grande ritardo. Una decisione arrivata “come drammatico inseguimento della realtà” — commenta Alessandro De Angelis sull’HuffPost, mentre il presidente della regione Emilia Romagna ha detto che “intervenire in extremis con le ordinanze è la nostra arma finale.”

Intanto, sono più di 7000 i medici che hanno risposto all’appello della Protezione civile per la costituzione di una task force di 300 professionisti da inviare nelle zone più colpite: i medici selezionati avranno un’indennità giornaliera di 200 euro, oltre a vitto e alloggio. Sul sito della Federazione degli Ordini dei medici si trova da ieri la lista in aggiornamento dei colleghi che sono morti durante l’epidemia.

L’elenco ufficioso delle attività che potranno proseguire

  • Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi
  • Pesca e acquacoltura
  • Industrie alimentari
  • Industria delle bevande
  • Fabbricazione di altri articoli tessili tecnici ed industriali
  • Fabbricazione di spago, corde, funi e reti
  • Fabbricazione di tessuti non tessuti e di articoli in tali materie (esclusi gli articoli di abbigliamento)
  • Confezioni di camici, divise e altri indumenti da lavoro
  • Fabbricazione di carta
  • Stampa e riproduzione di supporti registrati
  • Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
  • Fabbricazione di prodotti chimici
  • Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici
  • Fabbricazione di articoli in gomma
  • Fabbricazione di articoli in materie plastiche
  • Fabbricazione di vetrerie per laboratori, per uso igienico, per farmacia
  • Fabbricazione di prodotti refrattari
  • Produzione di alluminio e semilavorati
  • Fabbricazione di apparecchi elettromedicali (incluse parti staccate e accessori)
  • Fabbricazione di altri strumenti per irradiazione ed altre apparecchiature elettroterapeutiche
  • Fabbricazione di macchine per l’industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori)
  • Fabbricazione di strumenti e forniture mediche e dentistiche
  • Riparazione e manutenzione di attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione
  • Riparazione e manutenzione di apparecchi medicali per diagnosi, di materiale medico chirurgico e veterinario, di apparecchi e strumenti per odontoiatria
  • Riparazione e manutenzione di macchine per le industrie chimiche, petrolchimiche e petrolifere
  • Riparazione e manutenzione di trattori agricoli
  • Riparazione e manutenzione di altre macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia
  • Riparazione di apparati di distillazione per laboratori, di centrifughe per laboratori e di macchinari per pulizia ad ultrasuoni per laboratori
  • Riparazione e manutenzione di aeromobili e di veicoli spaziali
  • Riparazione e manutenzione di materiale rotabile ferroviario, tranviario, filoviario e per metropolitane (esclusi i loro motori)
  • Installazione di apparecchi medicali per diagnosi, di apparecchi e strumenti per odontoiatria
  • Installazione di apparecchi elettromedicali
  • Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
  • Raccolta, trattamento e fornitura di acqua
  • Gestione delle reti fognarie
  • Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali
  • Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti
  • Installazione di impianti elettrici
  • Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria (inclusa manutenzione e riparazione) in edifici o in altre opere di costruzione
  • Installazione di impianti per la distribuzione del gas (inclusa manutenzione e riparazione)
  • Installazione di impianti di spegnimento antincendio (inclusi quelli integrati e la manutenzione e riparazione)
  • Manutenzione e riparazione di autoveicoli
  • Commercio di parti e accessori di autoveicoli per la sola attività di manutenzione e riparazione di motocicli e commercio di relative parti e accessori
  • Commercio all’ingrosso di carta, cartone e articoli di cartoleria
  • Commercio all’ingrosso di articoli antincendio e antinfortunistici
  • Trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano)
  • Trasporto ferroviario di merci
  • Trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane
  • Trasporto con taxi
  • Trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente
  • Trasporto di merci su strada
  • Trasporto mediante condotte di gas
  • Trasporto mediante condotte di liquidi
  • Trasporto marittimo e per vie d’acqua
  • Trasporto aereo
  • Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti
  • Servizi postali e attività di corriere
  • Servizi di informazione e comunicazione
  • Attività finanziarie e assicurative
  • Ricerca scientifica e sviluppo
  • Traduzione e interpretariato
  • Servizi veterinari
  • Servizi di vigilanza privata
  • Servizi connessi ai sistemi di vigilanza
  • Attività di sterilizzazione di attrezzature medico sanitarie
  • Pulizia e lavaggio di aree pubbliche, rimozione di neve e ghiaccio
  • Altre attività di pulizia nca
  • Attività dei call center
  • Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
  • Istruzione
  • Assistenza sanitaria
  • Servizi di assistenza sociale residenziale
  • Assistenza sociale non residenziale
  • Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali