Boris Johnson vuole un No Deal a tutti i costi

Hello, World — Le trattative per gli accordi tra Unione europea e Regno Unito devono ancora iniziare — si inizia lunedì 2 marzo — ma la tensione è già altissima.

Boris Johnson vuole un No Deal a tutti i costi

in copertina, foto via Facebook

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Le trattative per gli accordi tra Unione europea e Regno Unito devono ancora iniziare — si inizia lunedì 2 marzo — ma la tensione è già altissima.
Nel proprio mandato negoziale Downing Street non solo torna a pretendere tantissimo dall’Unione europea, ma vuole tutto e subito. Se gli accordi non saranno già ben avviati entro giugno, scrivono gli uffici del Primo ministro, in modo da poterli finalizzare entro settembre, il paese si arroga fin da subito il diritto di ritirarsi dalla trattativa. (the Guardian)

Qui trovate il testo completo del documento, caricato su Scribd dal Guardian.

Il Regno Unito chiede che il mercato con l’Unione europea non sia limitato da nessuna tariffa e da nessuna restrizione di quantità — ma non si tratta del punto più delicato: in linea di massima le istituzioni europee sarebbero orientate a fare queste concessioni, in cambio però di un preciso allineamento alle regolamentazioni europee. Da parte di Johnson c’è un rifiuto completo di questa richiesta, in nome di garantire la “sovranità” delle leggi britanniche. Secondo il mandato, il Regno Unito rifiuterebbe ricoprire qualsiasi ruolo nella Corte di giustizia dell’Unione europea, e in precedenza Johnson aveva scritto che veniva rifiutata qualsiasi “giurisdizione della Corte sulle leggi britanniche.” (Euronews)

Qualche nota a margine sul CETA, l’accordo tra Unione europea e Canada che il Regno Unito vorrebbe a tutti i costi riprodurre:

Senza aprire il capitolo delle ragionevoli critiche al CETA, è evidente che anche un accordo sul “modello canadese” non sarebbe sufficiente per soddisfare le pretese del Regno Unito. Il problema è alla radice: per trovare un punto di accordo in questi trattati serve la volontà politica di mostrare un avvicinamento tra paesi — il CETA nasceva in primis dalla volontà di Canada e UE di dimostrare di poter fare a meno degli Stati Uniti. Oggi il clima tra Europa e Regno Unito non potrebbe essere più diverso. (Slow Europe)

Gif via YouTube

Ma allora si va davvero incontro ad un No Deal? Sembra impossibile — un report pubblicato il 25 febbraio dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo indica che nel caso di un mancato accordo gli export del Regno Unito verso l’Unione europea vedrebbero una flessione del 14 percento, che si traduce in una perdita di 29 miliardi di euro. (UNCTAD)

Minacciare di poter lasciare le trattative non è in fin dei conti una posizione così inaudita — facendo l’avvocato del diavolo si potrebbe dire che il Regno Unito sta solo cercando di ottenere il migliore accordo possibile dall’Unione Europea. Il problema, però, è che il Regno Unito, in realtà, non ha alternative. Come spiega Stephen Bush sul New Statesman, semplicemente non c’è tempo per costruire l’infrastruttura e l’apparato burocratico per interagire con l’Unione europea come terza parte, e men che meno ci sarà tempo per farlo questo giugno. Johnson ha ereditato l’errore che aveva fatto incastrare Theresa May, ovvero quello di attivare l’articolo 50, e quindi uscire formalmente dall’Unione Europea, prima di aver fatto veri e propri preparativi per permettere al paese di muoversi come terza parte. Ora, Johnson si trova a fare i conti con la realtà, ovvero di non avere tempo per ottenere un buon trattato, e nemmeno per chiudere nettamente con l’Unione Europea senza rischiare il disastro economico. (New Statesman)

Aggiornamenti dall’epidemia

I ministri Di Maio e Speranza hanno tenuto ieri una conferenza stampa nella sede della stampa estera, per gettare acqua sul fuoco dell’allarmismo coltivato nei giorni scorsi. Di Maio ha enfatizzato l’esiguità delle aree interessate dal contagio (“lo 0,089% dei comuni italiani”) e ha detto che è “importante non partecipare a questa infodemia, che farà più danni del rischio di epidemia.” I due hanno anche annunciato misure per calmierare i prezzi di mascherine e disinfettanti. (YouTube / Rai News)

Il tentativo di contenere il panico passa ovviamente anche dalle modalità di comunicazione dei nuovi contagi: mentre a una settimana dall’inizio dell’epidemia in Italia si contano 17 vittime e più di 650 contagiati, in 13 regioni, a partire dai prossimi giorni saranno comunicati solo i casi “clinicamente rilevanti,” cioè quelli che presentano “sintomi importanti,” come — a quanto pare — avviene negli altri paesi. (la Repubblica)

Intanto, il ceppo italiano del virus è stato isolato all’ospedale Sacco di Milano, a partire da quattro pazienti di Codogno. Anche stavolta il risultato è stato raggiunto da un team di ricercatori che comprende un buon numero di precari. (il Messaggero)

Guarda il video melenso e pieno di retorica e di stereotipi sulla “milanesità” condiviso ieri dal sindaco Sala per dire che “Milano non si ferma.” (Facebook)

In Cina, intanto, i casi di nuovo coronavirus continuano a diminuire, con 327 nuovi casi, di cui 318 nella provincia dello Hubei. Nel corso della giornata sono morte 44 persone di Covid–19, e sono guariti 3622 pazienti. (South China Morning Post)

Il focolaio della Corea del Sud continua a essere il più grave fuori dalla Cina, e secondo le autorità locali è ancora lontano dal proprio massimo giornaliero. Ieri sono stati confermati nella penisola 427 nuovi casi. (the Korea Herald)

In Iran sono stati registrati 106 nuovi casi nelle scorse 24 ore. Tra le persone malate c’è anche Masoumeh Ebtekar, la vicepresidente con la delega ai diritti delle donne che era stata portavoce degli studenti che occuparono l’ambasciata statunitense a Teheran nel 1979. (Al–Araby Al–Jadeed)

Il panico da nuovo coronavirus continua a interessare anche la finanza. L’indice S&P 500 è sceso negli ultimi sei giorni del 12%, la peggior perdita da quasi nove anni. (the New York Times)

Mondo

Nel corso della giornata di ieri sono stati registrati a Nuova Delhi solo scontri sporadici, ma il numero di vittime e i danni alle strutture sono ancora in aumento. Sono almeno 38 i morti, e più di 250 i feriti, e sono quattro le moschee che sono state incendiate nel corso dei pogrom. Si tratta degli scontri religiosi più violenti registrati nella città da più di trent’anni. (Kashmir Media Service / HuffPost.in)

Lo scontro tra Siria e Turchia si inasprisce ulteriormente: sono stati uccisi 33 soldati turchi in un bombardamento sul governatorato di Idlib. È il numero giornaliero di morti più alto da quando la Turchia ha iniziato a inviare molte truppe in Siria, in risposta all’avanzata delle truppe del governo siriano, assistite dalla Russia. La Turchia ha già avvisato che risponderà attaccando “tutti gli obiettivi noti del regime siriano.” (Al Jazeera)

Un funzionario turco ha confermato a Ragip Soylu di Middle East Eye che i controlli al confine tra Siria e Turchia saranno sospesi per 72 ore, in modo da permettere ai rifugiati siriani che vivono accampati lungo il confine, già scappati una volta dalle zone del conflitto, di arrivare in Europa. Ankara ha ordinato a polizia e ai vari corpi delle forze di sicurezza di non intervenire se avvistano tentativi da parte di rifugiati di partire e recarsi in Europa via acqua o via terra. Non sono state date ragioni sull’imposizione del limite di 72 ore. (Middle East Eye)

Il conflitto nel governatorato di Idlib intanto divampa. I ribelli hanno ripreso il controllo di Saraqeb, una città la cui posizione è strategica, facendo da punto di snodo tra le autostrade M5 e M4. I ribelli hanno controllato la città dal 2011, ma avevano dovuto arretrare tre settimane fa nel contesto dell’assalto delle forze di Assad, che ha lanciato un contrattacco per riprenderne di nuovo il controllo. (Al–Araby Al-Jadeed)

I media e l’establishment democratico continuano a essere terrorizzati dall’avanzata di Bernie Sanders. Il premio per la miglior presamale del giorno va a David Brooks, che non si accontenta di dire che Sanders non è un liberal, ma arriva a sostenere che, in pratica, distruggerà la democrazia rappresentativa negli Stati Uniti. (the New York Times)

Intanto, Sanders ha annunciato per il primo marzo una manifestazione a Los Angeles insieme ai Public Enemy (Stereogum)

Italia

I 274 migranti sbarcati 5 giorni fa a Pozzallo dalla nave Ocean Viking, ora trattenuti nell’hotspot della città, sono ovviamente tutti negativi al nuovo coronavirus. Ciononostante, dovranno restare “in quarantena,” così come l’equipaggio della nave. Stessa sorte anche per i migranti e l’equipaggio della Sea-Watch 3, approdata ieri a Messina. (la Repubblica)

L’@IMOHQ esorta a evitare restrizioni o ritardi al traffico di navi, persone e beni come previsto da IMO Facilitation Convention.

La quarantena di #SeaWatch3 e quella di #OceanViking è strumentalizzazione del contesto che discrimina le ONG e le persone soccorse. https://t.co/0YFDeJ60EN

— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) February 27, 2020

Intanto, dalla Libia si continua a fuggire, ma la “guardia costiera libica” continua a intercettare e riportare indietro centinaia di persone. Ieri è toccato a 85 persone che avevano contattato Alarm Phone il 25 febbraio, e che secondo una testimonianza raccolta dalla Ong sarebbero state “vendute come schiave” al loro ritorno in Libia. Ma anche a 35 persone salvate da una nave commerciale, e riportate in Libia in violazione delle norme internazionali. “È inaccettabile che i migranti continuino ad essere riportati in un porto non sicuro,” scrive l’OIM. (Twitter)

Conte ha incontrato il presidente francese Macron a Napoli, per rilanciare i rapporti bilaterali tra Italia e Francia. Si è parlato ovviamente anche del coronavirus, e a questo proposito Conte ha detto che “chiudere le frontiere sarebbe un danno irreversibile economico e non praticabile.” (Corriere della Sera)

Ieri Salvini è andato a colloquio da Mattarella, nella speranza di sfruttare l’emergenza coronavirus per estromettere Conte e formare “un governo di unità nazionale” — ipotesi che in realtà al Quirinale non sarebbe stata nemmeno discussa. Da giorni si vocifera di un possibile asse con Renzi, ma il tentativo sembra caduto nel vuoto: Renzi ha smentito, e anche da destra il leader leghista non è riuscito a raccogliere molte adesioni. (Rai News / HuffPost)

Gif di Simpsons World

Alitalia ha chiesto la cassa integrazione straordinaria per 3960 lavoratori — di cui 2785 per gli “imprevisti” legati all’epidemia. Ma secondo la Filt Cgil questi numeri sono “inaccettabili e immotivati nonostante il coronavirus.” La crisi si somma a quella di Air Italy, la cui liquidazione mette a rischio 1500 posti di lavoro. Per il 2 aprile è previsto uno sciopero di tutto il settore. (il Fatto Quotidiano)

È attesa per oggi la firma dell’accordo tra ArcelorMittal e i commissari governativi dell’ex Ilva, per chiudere definitivamente il contenzioso sul recesso aperto a Milano. Intanto, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha firmato un’ordinanza con cui intima all’amministrazione dell’acciaieria di eliminare le emissioni anomale entro 30 giorni, pena la sospensione delle attività. (la Gazzetta del Mezzogiorno)

Milano

Due donne, madre e figlia, sono morte nell’incendio di una palazzina popolare ALER a Cernusco sul Naviglio. Non sono ancora chiare le cause e la dinamica dell’incidente. (la Repubblica Milano)

Internet

Nelle ultime settimane, Amazon ha bannato più di un milione di prodotti per “dichiarazioni sanitarie inaccurate” sul nuovo coronavirus. A quanto pare insomma non ci sono stati problemi solo in Italia, con l’acquisto di disinfettanti per mani e mascherine di vario tipo. (Boing Boing)

Cult

OK, ora c’è l’epidemia di Coronavirus, ma in tempi normali quali sono i paesi europei in cui ci si lava di più le mani dopo essere andati in bagno? E cosa vi fa pensare che l’Italia sia proprio in penultima posizione? (Statista)

Gif di Genius

Negli scorsi giorni, come abbiamo riportato, l’ad di Disney ha fatto un passo indietro. Vista la posizione di potere dell’azienda nell’ambito dell’industria dell’intrattenimento, è bene ricordare che questa mossa avrà eco fortissime in tutto l’intrattenimento mainstream che vi troverete a guardare in futuro. (Polygon)

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Gif di William Garratt

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