in copertina, immagine via Twitter
Da ieri sono in mare novanta persone su un’imbarcazione in difficoltà, ma nessuno sembra intenzionato a soccorrerle.
Alarm Phone ha denunciato l’ennesimo caso di omissione di soccorso nel Mediterraneo centrale: alle prima ore del mattino di ieri l’Ong ha segnalato un’imbarcazione in pericolo al largo delle coste libiche, con 91 persone a bordo, alcune già cadute in mare. 24 ore dopo, nessuno è ancora intervenuto a salvarle, e Alarm Phone ha perso i contatti con loro. Nel corso della giornata, la cosiddetta Guardia costiera libica ha comunicato che non sarebbe intervenuta perché i centri di detenzione nel Paese sono pieni.
SOS +++ 91 people in acute danger! The People had fled #Libya. They reported to us that water is entering the boat & there are already people in the sea. We informed authorities at 4.24h CET, but they haven't taken sufficient action yet. The people need help immediately! pic.twitter.com/xgY7K8juT4
— @alarmphone (@alarm_phone) February 9, 2020
Tuttavia, nel descrivere questa emergenza si perde sempre di vista quanto si tratti di una vera e propria omissione di soccorso volontaria da parte delle istituzioni italiane e europee.
(screenshot via Twitter @AngiKappa)
Fortunatamente, altre 80 persone sono state salvate dalla nave Aita Mari della Ong spagnola Maydayterraneo, ma a quanto pare non sono le stesse segnalate da Alarm Phone.
L’azione del governo italiano in materia è interamente concentrata sulla Libia: sono state davvero inviate alle autorità di Tripoli alcune proposte di aggiornamento del “memorandum” siglato nel 2017 e rinnovato per tre anni pochi giorni fa. Non è dato sapere in cosa consistano esattamente queste modifiche: secondo uno scarno comunicato della Farnesina, il testo “introduce significative innovazioni per garantire più estese tutele ai migranti, ai richiedenti asilo ed in particolare alle persone vulnerabili vittime dei traffici irregolari che attraversano la Libia e per promuovere una gestione del fenomeno migratorio nel pieno rispetto dei principi della Convenzione di Ginevra e delle altre norme di diritto internazionale sui diritti umani.”
Per i migranti che sono già in Italia, la ministra dell’Interno Lamorgese, ospite a Che tempo che fa, è tornata a promettere che i decreti “sicurezza” saranno modificati (non si capisce allora cosa aspetti il governo a farlo). “Ci sono norme che possono servire, quelle potranno rimanere, ma è un discorso complessivo che si vedrà con la maggioranza.” La ministra ha sottolineato che l’aumento delle partenze dalla Libia si deve alla maggiore instabilità del Paese, ma ha ripetuto anche uno dei refrain preferiti della destra: “Non possiamo accogliere tutti.” L’intervista completa si può rivedere su RaiPlay.
Intanto, mancano pochi giorni al voto del Senato sul caso Gregoretti, e Salvini sta già cambiando strategia. Dopo aver insistito per settimane sulla volontà di andare a processo, ora è probabile che i senatori leghisti non votino più per l’autorizzazione a procedere — come hanno fatto in commissione, nella speranza di sfruttare il caso per fini elettorali — ma escano dall’aula in segno di protesta, mentre il discorso di difesa dell’ex ministro forse tirerà in ballo addirittura il governo tedesco, che avrebbe avvertito di tre soggetti “potenzialmente pericolosi” a bordo della nave.