500 persone sarebbero morte o sarebbero state deportate in Libia se non ci fossero state le navi delle Ong

Hello, World — Come al solito le autorità italiane se la prendono comoda prima di assegnare un porto di sbarco, nonostante la situazione di emergenza.

500 persone sarebbero morte o sarebbero state deportate in Libia se non ci fossero state le navi delle Ong

in copertina, foto via Twitter 

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Se non ci fossero state le navi Ocean Viking, Alan Kurdi e Open Arms, circa 500 persone sarebbero morte nel Mediterraneo nel giro di pochi giorni, o sarebbero state riportate nei campi di concentramento libici. A bordo della nave gestita da MSF e SOS Méditerranée ci sono al momento 407 persone, portate a bordo in 5 diverse operazioni notturne condotte in meno di 72 ore. Sulla nave della Ong Sea-Eye, invece ci sono 77 persone. Nella notte, la nave spagnola Open Arms ha salvato 56 persone in acque internazionali. (la Repubblica / Twitter)

Come al solito le autorità italiane se la prendono comoda prima di assegnare un porto di sbarco, nonostante la situazione di emergenza: ieri una donna con gravi ustioni da carburante è stata evacuata con urgenza in elicottero dalla Ocean Viking. (Twitter)

Secondo Alarm Phone, in tre giorni almeno 13 imbarcazioni sarebbero partite dalla Libia, per un totale di circa 800 persone. La maggior parte di loro è stata salvata o è riuscita a raggiungere l’Europa autonomamente, ma gli allarmi continuano a susseguirsi con frequenza. (Twitter)

Intanto, in Libia il cessate il fuoco è effettivamente collassato: già venerdì scorso le Nazioni Unite avevano condannato “sfacciate” violazioni dell’embargo delle armi, e nelle ultime ore si è tornato a combattere sostanzialmente su tutti i fronti della guerra. La riapertura del conflitto segna il fallimento completo del tentativo di Turchia e Russia. (the New York Times)

A metà gennaio, il segretario generale dell’Onu Guterres ha depositato al Consiglio di sicurezza un rapporto (qui il testo completo in pdf) in cui si descrive la Libia come una prigione a cielo aperto, dove si consumano “esecuzioni sommarie, sparizioni forzate e torture” nella totale impunità. Il 2 febbraio il memorandum tra Italia e Libia riprenderà i suoi effetti per altri tre anni: le modifiche che erano state promesse a novembre, ovviamente, non si sono viste. (Unsmil / Avvenire)

Ripristinare canali legali di immigrazione e un sistema europeo di ricerca e soccorso nel Mediterraneo è chiedere troppo, ma ora che sono passate le elezioni in Emilia Romagna e in Calabria possiamo almeno abolire i decreti sicurezza? Il Sole 24 Ore parla di una “spinta” in questo senso da parte del Pd, mentre Graziano Delrio — capogruppo dei democratici alla Camera — chiede di smetterla di rimandare i problemi. Ma la timidezza della maggioranza su questo fronte sembra ancora glaciale. (il Sole 24 Ore / la Stampa)

Intanto, i primi risultati dell’autopsia sul corpo di Vakhtang Enukidze, il 38enne georgiano detenuto nel Cpr di Gradisca d’Isonzo e morto lo scorso 18 gennaio, sembrerebbero escludere che sia morto a causa di un pestaggio. Il medico legale parla di un edema polmonare, ma non è chiaro che cosa l’abbia provocato e il procuratore di Gorizia ha detto che “non escludiamo al cento per cento cause di tipo violento.” (il Fatto Quotidiano)

Come va l’odio contro gli stranieri in Italia? Ieri, in tempo per il Giorno della memoria, c’è stata un’aggressione di stampo fascista contro un bar gestito da una donna italo-marocchina, a Rezzato, in provincia di Brescia. Ignoti hanno sfondato la vetrina, disegnato una svastica e scritto “negra” sul pavimento. “Non so se riaprirò il bar. Ora sono spaventata e turbata. Mi ha colpito che nessuno negli appartamenti vicini abbia sentito i rumori e denunciato,” ha detto la proprietaria del locale. Per oggi alle 18.30 è stato indetto un presidio di solidarietà davanti al suo bar. (il Giorno)

Dopo il caso di Mondovì, anche a Torino c’è stata una nuova intimidazione antisemita: una donna di più di settant’anni, figlia di una staffetta partigiana di origini ebraiche, si è ritrovata sui muri del cortile interno di casa la scritta “crepa sporca ebrea.” (Corriere della Sera Torino)

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Mondo

Con un voto gravissimo, la Corte suprema ha dato il via libera alla misura dell’amministrazione Trump che permetterà agli Stati Uniti di negare la green card ai migranti richiedenti che avrebbero bisogno di assistenza nel contesto di programmi di welfare. Secondo il vicesegretario — indovinate? Pro tempore — alla Sicurezza interna Ken Cuccinelli, le nuove regole rinforzeranno “gli ideali di indipendenza e responsabilità personale, garantendo che gli immigrati siano in grado di mantenersi e ottenere successo in America.” Si tratta, più semplicemente, di classismo. (NBC News)

Come ha affrontato la difesa di Trump le rivelazioni tratte dal libro di John Bolton emerse sul New York Times? Ovviamente ignorandole completamente. Nel libro Bolton dice esplicitamente che Trump ha chiesto il congelamento dei fondi per l’Ucraina finché non fossero state avviate le indagini contro i Biden. (the Guardian)

Un jet militare statunitense si è schiantato nell’Est dell’Afghanistan. Mentre scriviamo non è ancora chiaro quante persone fossero a bordo. Sono in corso indagini per comprendere la causa dell’incidente, ma per ora non ci sono indicazioni che si tratti di fuoco nemico. (BBC News)

Poche ore prima che i militari iracheni tornassero a colpire gli attivisti accampati in piazza Tahrir, il leader del movimento Sadrista Muqtada al-Sadr aveva annunciato che ritirava il proprio supporto alle proteste — nonostante fosse stata proprio la sua chiamata a portare centinaia di migliaia di persone in strada contro la presenza militare statunitense. Ma i manifestanti promettono di mantenere la protesta attiva, con o senza al–Sadr e i suoi sostenitori. (Al Jazeera)

È prevista per oggi la presentazione dell’“accordo del secolo” di Trump per “risolvere” la questione israelo-palestinese. Trump sostiene che, malgrado le tensioni degli scorsi giorni, “alla fine” anche i palestinesi sosterranno il suo piano. Secondo il ministero degli Esteri palestinese, però, “il piano di Trump è un disegno per liquidare la causa palestinese.” (Middle East Eye)

Il coronavirus continua a diffondersi in Cina. Il conto dei casi è salito fino a 4565, e i morti sono 106. Il contagio prosegue a un ritmo sostenuto, e le autorità cinesi riescono a malapena a stare al passo. Il responsabile della Commissione nazionale alla Salute Jiao Yahui ha ammesso che non è ancora stato disposto tutto il personale medico possibile a causa di mancanza di forniture mediche e indumenti protettivi. (South China Morning Post)

Intanto, è stato confermato il primo caso in Germania, nello stato bavarese. L’uomo che ha contratto il virus è in buone condizioni mediche, e secondo i funzionari tedeschi il rischio di contagio è “basso.” (DW)

Italia

È il momento delle analisi del voto (scusateci). Il dato più rilevante, sia in Emilia–Romagna che in Calabria, è il ridimensionamento della Lega. Rispetto alle ultime elezioni — le europee dello scorso maggio — in Emilia–Romagna la Lega ha perso circa 70 mila voti, nonostante la campagna elettorale durissima. In Calabria, invece, meno difesa da Salvini, le percentuali del partito sono sostanzialmente dimezzate, con una perdita netta di 95 mila voti. (la Repubblica)

Il blitz neofascista di Salvini al Pilastro di Bologna è stato un boomerang: nel quartiere la Lega ha perso almeno due punti percentuali rispetto alle europee, mentre le percetuali del centrosinistra sono aumentante notevolmente. (Fanpage)

Gif di Dan Woodger

Ma la frattura sociale non è per niente risanata, anzi. In Emilia–Romagna, nella stragrande maggioranza dei comuni con meno di 5000 abitanti la destra è maggioritaria, con percentuali anche alte, fino al 55% — discorso simile anche per i comuni già più grandi, fino ai 15 mila, dove arriva al 45%. La vittoria del Partito democratico, e del centrosinistra, arriva grazie ai comuni sopra ai 30 mila abitanti, e ai comuni lungo la via Emilia, da Reggio fino a Rimini, nelle realtà urbane e peri–urbane — con diversi risultati anche vicini al 60%. (il manifesto)

L’avventura di Elly Schlein e di Emilia Romagna Coraggiosa è andata molto bene: Schlein ha conquistato più di 22 mila preferenze, diventando la candidata individualmente più votata delle elezioni. (il Resto del Carlino)

Non dobbiamo aspettarci dal Partito democratico pressioni simili a quelle leghiste dopo il voto europeo contro il Movimento 5 Stelle. Zingaretti vuole che il voto si traduca in una stabilizzazione del governo: “nessuna fibrillazione e nessun rimpasto e tantomeno tracotanza e arroganza verso i grillini.” Ma non tutti sono d’accordo nel Partito, in particolare, Orlando e Marcucci chiedono che il Movimento 5 Stelle rinunci “a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l’attività del governo,” sulla riforma della prescrizione, ma non solo, in “forte discontinuità con il governo giallo-verde.” (il Messaggero)

Milano

“I valori del Pm10 hanno di nuovo superato i livelli di guardia, e le previsioni meteorologiche per i prossimi giorni non lasciano sperare in una diminuzione delle concentrazioni di polveri nell’aria.” Sono attesi per oggi i dettagli del blocco totale delle auto di domenica, annunciato ieri sera da Beppe Sala sui social network. È la prima volta che si parla di blocchi totali dal 2015. (Corriere della Sera Milano)

Crisi climatica

357 dipendenti di Amazon hanno pubblicato commenti molto critici nei confronti della loro azienda, che a quanto dicono si sarebbe impegnata ad usare in futuro solo energia prodotta da fonti rinnovabili e a tagliare le proprie emissioni di anidride carbonica, ma starebbe continuando a lavorare e a incrementare gli affari con le compagnie petrolifere. (the Verge)

Una piccola nota positiva, che forse già intuivamo: i dati pubblicati da Eurostat confermano che l’Europa sta facendo passi avanti nella produzione di energia da fonti rinnovabili, che nel 2018 è arrivata al 18%. In Europa ci sono Paesi messi peggio, come Malta (10%), e altri come la Norvegia che producono il 67,5% di energia da fonti rinnovabili. L’Italia invece ne produce il 17,8%. (Eurostat)

Cult

L’iPad ha compiuto 10 anni. Ryan Houlihan ha intervistato Imran Chaudhri e Bethany Bongiorno, direttori del design e della programmazione del software del primo iPad, per chiedergli se, guardandosi alle spalle, si poteva fare qualcosa di diverso, di meglio. (Input)

Avete presente quei cuscini coperti di paillettes che cambiano colore, o rivelano disegni, quando ci si passa la mano sopra, cambiando la direzione in cui le singole paillette sono inclinate? Questo orologio digitale dice che ora è esattamente nello stesso modo. (Gizmodo)

Gif via YouTube

A quanto pare Donald Trump ha anche una consigliera spirituale, ovviamente. Si chiama Paula White e negli ultimi giorni si è fatta conoscere per un video in cui dice: “Ordiniamo che qualsiasi gravidanza satanica abortisca ora!” Ok. (the Guardian)

Guarda il primo trailer per la nuova serie animata di Netflix tratta da Ghost in the Shell, realizzata interamente in computer grafica. La serie arriva il prossimo aprile. (the Verge)

Giornalismi

È morta, dopo aver combattuto a lungo con la malattia, all’età di 36 anni, Lina Ben Mhenni, la blogger e attivista che ha raccontato al mondo la rivoluzione tunisina che ha abbattuto il regime di Zine El-Abidine Ben Ali. (Al–Araby Al–Jadeed)

Musica

Dopo il trionfo di Billie Eilish ai Grammys è tempo di bilanci. Chris Richards racconta come i Grammys siano diventati troppo bianchi, troppo maschili e troppo vecchi per troppo tempo. “È il momento di un cambiamento rapido e radicale.” (the Washington Post)

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Gif di BBC America

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