Il pasticcio diplomatico con la Libia

Hello, World — Dopo aver incontrato Haftar, Conte avrebbe dovuto vedere al–Serraj, ma lui non si è presentato.

Il pasticcio diplomatico con la Libia

in copertina, foto via Presidenza del Consiglio dei Ministri

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Il governo ha combinato un mezzo pasticcio con la Libia: ieri Conte ha incontrato a Palazzo Chigi Khalifa Haftar, in un faccia a faccia durato tre ore, in cui il presidente del Consiglio avrebbe chiesto al generale di “rinunciare all’opzione militare.” Poco dopo avrebbe dovuto vedere il suo rivale al-Serraj, ma lui non si è presentato, forse perché non sapeva della presenza a Roma di Haftar e pensava che Conte avesse intenzione di far incontrare l’uno con l’altro ¯\_(ツ)_/¯ (la Repubblica)

In serata si è diffusa la notizia, non confermata e poi categoricamente smentita dall’ambasciatore libico presso l’Unione europea, che Serraj sarebbe stato arrestato da miliziani armati al suo ritorno in Libia. (Avvenire)

Nel pomeriggio Serraj era a Bruxelles, dove, di fronte al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e all’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, ha ribadito che il proprio governo è legittimo e che l’aggressione di Haftar deve essere fermata. Il capo del governo di Tripoli ha detto di non volere che la Libia divenga “un terreno di scontro, di guerre per procura,” ma sulla collaborazione con la Turchia ha detto: “Abbiamo il diritto di concludere trattati e convenzioni con chi vogliamo. Lo abbiamo fatto in trasparenza. Non abbiamo raccolto mercenari, né combattenti del Sudan o del Ciad. Siamo determinati a proteggerci e nessuno ci leverà questo diritto.” (ANSA)

Il fallimento diplomatico del doppio vertice a Roma fa il paio con il nulla di fatto della riunione ministeriale al Cairo (con i ministri degli Esteri di Francia, Italia, Grecia, Cipro e Egitto). L’Italia, infatti, si è sfilata dal documento finale, giudicandolo “troppo sbilanciato” contro la Turchia e Serraj. (TGCOM)

Mentre i lavori a livello europeo sono sostanzialmente in stallo, Erdogan e Putin, ai margini dell’inaugurazione dell’inaugurazione del gasdotto TurkStream a Istanbul, hanno invocato un cessate il fuoco, effettivo a partire dalla mezzanotte del 12 gennaio, e “accompagnato dalle misure necessarie” per stabilizzare la condizione. Turchia e Russia sostengono le due parti opposte in conflitto in Libia, e grazie al vuoto europeo possono ora ambire a presentarsi come interlocutori principali di una risoluzione nel paese. (the New York Times)

Evidentemente cosciente della buca gigantesca presa dall’Italia e dall’Europa Di Maio ha inviato una lettera a Repubblica in cui elenca i tanti incontri tenuti negli ultimi due giorni e i suoi prossimi impegni, senza rendersi conto che così evidenzia soltanto la mancanza di qualsiasi tipo di risultato. Ma non preoccupatevi, il ministro è convinto che “l’Italia, dopo qualche silenzio di troppo, oggi abbia ancora molto da dire,” tutto questo, ovviamente, “indipendentemente dalle critiche e dagli attacchi gratuiti che quotidianamente mi si rivolgono.” (la Repubblica)

La fallimento dell’Italia, dopo due anni di tentativi di gestione della crisi, è effettivamente completo. Non è tuttora chiaro quanto l’operazione di Ankara e Mosca sia in diretta competizione con i tentativi italiani o se sia possibile una soluzione in concerto. Ma come scrive Patrick Wintour sul Guardian, è evidente che il governo è stato completamente preso in contropiede dall’intervento turco. (the Guardian)

La debolezza in materia di Luigi Di Maio è probabilmente senza precedenti nella storia recente degli Affari esteri in Italia, ma non è una novità che Roma sia incapace di gestire qualsiasi questione diplomatica. Ne parliamo oggi a TRAPPIST, in una puntata con il contributo di Laura Silvia Battaglia e Luca Misculin.

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Mondo

In uno dei discorsi più contorti della sua carriera, Trump ha fatto ulteriori passi indietro per stemperare il rischio di un conflitto militare con l’Iran, assicurando che negli attacchi alle basi militari statunitensi non ci sono stati morti e che i danni sono minimi. Contemporaneamente, però, il presidente ha annunciato l’introduzione di nuove sanzioni “punitive,” si è vantato della forza militare statunitense — “i nostri missili sono grossi!” — e ha redarguito i paesi che stanno ancora cercando di salvare l’accordo nucleare. (the Guardian)

Nel corso della giornata di ieri sono state pubblicate su internet delle foto satellitari dell’azienda privata Planet, che evidenziano la precisione dell’attacco alla base aerea Ayn al–Asad. I missili iraniani hanno colpito solo strutture specifiche, dedicate allo stoccaggio di velivoli. Non è chiaro se l’intento fosse esplicitamente quello di non uccidere persone, ma, essendo nella base presenti strutture a solo scopo residenziale, per lo meno è chiaro che lo scopo fosse dare la precedenza a colpire strumentazioni e non persone, sottolinea l’analista del Middlebury Institute David Schmerler. (NPR)

Foto CC-BY-SA 4.0 Planet Labs, Inc, elaborazione Middlebury Institute of International Studies

Secondo fonti della sicurezza canadese “non ci sono prove” che indichino che il Boeing 737 che si è schiantato poco fuori Teheran sia stato colpito da un missile — le prime indagini indicano che l’incidente è avvenuto a causa di un malfunzionamento, probabilmente dovuto al surriscaldamento dei motori. Il modello dell’aereo, il 737-800, non è quello interessato dall’attuale crisi di Boeing, causata dai malfunzionamenti della serie 737 MAX. La politica ucraina, però, è ancora alla ricerca di un colpevole. Zelensky insiste che sia necessario “investigare su tutte le cause possibili,” e il Primo ministro Honcharuk ha detto che sostenere qualsiasi versione prima che le indagini siano formalmente concluse “costituisce una manipolazione.” (Reuters / Al Jazeera)

Certamente non aiuta il fatto che le autorità iraniane abbiano detto di non essere intenzionate a consegnare le scatole nere dell’aereo, ma di voler condurre l’indagine sul disastro autonomamente. A bordo del Boeing c’erano 82 cittadini iraniani, 63 canadesi e 11 ucraini. (the Guardian)

Un attacco contro le forze statunitensi da parte dei gruppi armati iracheni sembra per ora fuori discussione. Suadad al–Salhy ha parlato in condizioni di anonimato con diversi comandanti delle milizie allineate all’Iran, che rivelano che l’uccisione contemporanea di Suleimani e al–Muhandis ha lasciato i gruppi sostanzialmente paralizzati, incapaci di organizzare una risposta armata. (Middle East Eye)

Mohamed Ibn Chambas, il rappresentante ONU per l’Africa Occidentale, ha sottolineato al Consiglio di Sicurezza che sia in corso una “crescita devastante” di episodi terroristici nella regione. Rispetto al 2016, nel corso del 2019 il numero di vittime uccise è aumentato di cinque volte, da 770 morti a più di 4000. In particolare, la crisi è gravissima in Burkina Faso, dove nel 2016 attacchi terroristici costarono la vita a 80 persone, lo scorso anno, a 1800. La situazione potrebbe tradursi in ulteriore tensioni nei prossimi mesi: nel corso dell’anno sono sei gli appuntamenti elettorali nella regione. (Al Jazeera)

Francia. È prevista per oggi un’altra giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni. Oltre ai trasporti, parteciperanno allo sciopero il 40% degli insegnanti, e i lavoratori delle raffinerie Esso resteranno fermi fino alla fine della settimana. Il governo, nel frattempo, sembra finalmente pronto a cercare un compromesso. La ministra del Lavoro Muriel Pénicaud ha dichiarato che l’uniformazione dell’età pensionabile a 64 anni per ora è nel testo della riforma, ma non è detto che ci sarà il 24 gennaio, quando il testo sarà inviato al Consiglio di Stato. (France Bleu)

In un discorso alla London School of Economics la presidente della Commissione europea von der Leyen ha ribadito che anche dopo l’uscita dall’Unione europea il 31 gennaio il rapporto tra Ue e Regno Unito resterà di fiducia, “migliori amici di vecchia data che dovranno costruire un nuovo futuro insieme.” Ma la presidente è anche stata chiara: gli accordi a cui Regno Unito e Unione Europea arriveranno nei prossimi mesi richiederanno in ogni caso diversi compromessi, e sarà necessario fare scelte di prioritizzazione anche difficili nei prossimi undici mesi di transizione. (Euronews, qui il discorso completo)

Al termine del proprio intervento von der Leyen ha incontrato Boris Johnson, e secondo gli uffici del Primo ministro britannico la conversazione è stata “positiva.” Tuttavia, la linea di Johnson resta dura sull’allineamento del Regno Unito alla Corte europea di giustizia. (Reuters)

Un bambino di circa 10 anni è stato trovato morto, probabilmente assiderato, nei locali del carrello di un Boeing 777 proveniente dalla Costa d’Avorio e atterrato ieri mattina all’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle. Non è la prima volta che i migranti cercano di raggiungere l’Europa nascondendosi nella stiva degli aeroplani, spesso perdendo la vita. (Avvenire)

Crisi climatica

Il ministro dell’Ambiente israeliano Elkin ha dichiarato che gli attivisti climatici sono “ciarlatani ignoranti,” la cui azione “spaventa il pubblico senza motivo.” Elkin ha specificato che supporta la causa, ma continua a difendere a spada tratta la costruzione della piattaforma sul giacimento di gas naturale Leviathan. (Al–Araby Al-Jadeed)

Italia

Continuano i lavori per trovare una soluzione alternativa alla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Una via per appianare le posizioni delle varie forze che compongono il governo potrebbe essere quella di una maxi–multa, dell’entità ancora non nota, che permetterebbe così di chiudere il dossier aperto dopo il crollo del ponte Morandi. (il Fatto Quotidiano)

Sono stati terminati i lavori di ristrutturazione dell’ex carcere di Macomer, che resterà un carcere sarà il primo centro rimpatrio migranti della Sardegna. Il vicesindaco del paese ci tiene a precisa che “riguardo la sicurezza del territorio” ci sono state le garanzie della Prefettura e delle forze dell’ordine, e che “i detenuti non potranno uscire e circolare nella città.” (L’Unione Sarda)

Milano

Mentre tutta la pianura padana continua a soffocare nelle polveri sottili, in molte province appena i livelli di inquinanti scendono appena sotto i massimi consentiti si corre subito a revocare le misure di limitazione del traffico, come a Lodi e Cremona. Restano ancora attivi, invece, i divieti a Milano e Mantova, ma secondo l’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo non bisogna “accanirsi contro la mobilità,” perché la situazione è “difficile ma non drammatica.” (la Repubblica Milano / Fanpage Milano)

Gif di Barbara Pozzi

Per protestare contro il taglio degli alberi del parco Bassini e, più in generale, per chiedere uno stop al consumo di suolo, ci sarà oggi alle 17 un corteo da Largo Volontari del Sangue fino a Piazza San Fedele, sotto il Comune. Le sigle che aderiscono alla protesta — da Fridays for Future Milano a WWF Lombardia — chiedono che il parco Bassini rimanga un’area verde non edificata, e che il Comune vieti la costruzione di nuovi edifici su tutte le aree verdi della città. (Evento Facebook)

Cult

Secondo gli studiosi la pietra runica Rök, contenente l’iscrizione più lunga mai scoperta, sarebbe stata incisa ed eretta dai vichinghi nella speranza di impedire un altro inverno particolarmente freddo. Il testo dovrebbe raccontare gli atti eroici di Teoderico il Grande, re degli Ostrogoti e secondo dei re barbari di Roma, dell’ansietà causata dalla morte di un figlio, e del timore per un’altra crisi climatica dopo l’inverno cataclismatico del 536. (the Guardian)

Gif di Viktor the Viking

L’account Instagram @fruits_magazine_archives pubblica foto di Shoichi Aoki, dall’archivio di FRUiTS, la rivista defunta nel 2017 che per vent’anni aveva documentato i look più matti di Tokyo, dal goth al cyberpunk. (Instagram, via Dazed)

Internet

Per la prima volta in anni sembra che Twitter stia prendendo nuovi passi importanti per migliorare la vivibilità nella propria piattaforma. Durante un evento al CES, la direttrice Suzanne Xie ha presentato una nuova funzionalità del social network, che permetterà di selezionare chi può rispondere ai propri tweet, offrendo uno strumento efficace contro gli abusi verbali. (the Verge)

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Gif via Giphy

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