È l’impeachment più debole della storia?

Hello, World — I democratici hanno presentato i due articoli, di fatto “le accuse,” dell’impeachment di Trump: il primo è per abuso di potere, il secondo per ostruzione del Congresso.

È l’impeachment più debole della storia?

in copertina, foto via Facebook

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I democratici hanno presentato i due articoli — di fatto “le accuse” — dell’impeachment di Trump: il primo è per abuso di potere, il secondo per ostruzione del Congresso. Entrambi sono legati allo scandalo con l’Ucraina, e non toccano l’inchiesta del “Russiagate.” Qui trovate il testo completo dei due articoli.

Il numero di articoli non influisce sull’effetto — ne basterebbe uno solo per ottenere l’impeachment di un presidente, ma d’altro canto contro Nixon ne furono presentati 11 — ma la decisione di non inserire nessun articolo sull’inchiesta di Mueller segna la vittoria su questo fronte dei democratici più moderati. (Vox)

Assente, cospicuamente, è l’accusa di ostruzione alla giustizia — che è un crimine. I margini per stendere quell’articolo ci sono, da mesi, e l’aveva ammesso anche Robert Mueller nella propria altrimenti fragilissima testimonianza. Un altro articolo che poteva essere presentato era quello di aver mentito ad agenti federali — come emerso dalla condanna di Roger Stone. Ancora: tra le accuse contro Nixon c’era anche l’essersi rifiutato di fornire documenti rilevanti al Congresso, cosa che sappiamo Trump ha fatto. A prescindere dal risultato — l’impeachment non passerà perché non ci sono i numeri al Senato — la debolezza dei democratici consegnerà alla Storia un ritratto di Trump molto meno corrotto di come sia in realtà, commenta Fred Kaplan. (Slate)

Questa debolezza è stata prontamente attaccata da Trump, che dal palco di un raduno politico a Hershey, in Pennsylvania, è tornato a sostenere che gli atti di cui è accusato “non sono neanche crimini,” e che si tratta dell’“impeachment più leggero della storia del nostro paese, e non di poco.” (CNN)

Ricordiamo però quanto sia fragile, in realtà, la difesa di Trump. La linea del presidente — l’ha twittata di nuovo ieri — è che quando avrebbe detto a Zelensky “do us a favor,” intendeva “U.S.,” come Stati Uniti, e non nel senso di se stesso. Ignorando completamente come lo schema ricattatorio sia stato confermato da più testimoni nelle scorse settimane, e che in ogni caso quella pubblicata dalla Casa bianca non era una trascrizione.

Read the Transcripts! “us” is a reference to USA, not me!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 10, 2019

Con la pubblicazione degli articoli si avvicina anche il processo al Senato, su cui Casa bianca e repubblicani sono in profondo disaccordo. Mitch McConnell, il capogruppo della maggioranza al Senato, vorrebbe chiudere il processo il più in fretta possibile, addirittura fermandosi al minimo legale di 10 giorni: i voti per fermare l’impeachment ci sono e secondo McConnell protrarre il processo è solo rischioso. Trump, al contrario, vuole trasformarlo in uno spettacolo, con deposizioni in diretta, e portando a testimoniare non solo il whistleblower che ha rivelato lo scandalo, ma anche Hunter Biden stesso. (CNN)

Se il processo al Senato dovesse trasformarsi in uno spettacolo televisivo, la strategia dei democratici potrebbe al contrario rivelarsi particolarmente lungimirante: limitare i confini delle accuse potrebbe aiutare i democratici a dimostrare — soprattutto all’elettorato, in campagna elettorale — che non si tratta di un attacco politico. Matthew Rozsa ha parlato con due esperti secondo cui le accuse contro Trump sono le più gravi mai rivolte a un presidente statunitense. (Salon)

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Mondo

Il governo bosniaco ha finalmente smantellato il campo rifugiati di Vucjak, dopo che una serie di foto di bambini in maglietta e sandali, nella neve, aveva riacceso lo scandalo per le condizioni in cui i rifugiati erano costretti a vivere. Il campo — una serie di tende sparpagliate tra il fango e la neve — non solo era a cielo aperto, ma pure vicino ai vecchi campi minati delle zone montagnose. I rifugiati sono stati trasportati in strutture dell’esercito — ma la polizia ha impedito a tutti i giornalisti di avvicinarsi durante lo sgombero: sappiamo soltanto che i rifugiati sono stati caricati su degli autobus della polizia. (DW)

Domani si vota per le elezioni presidenziali in Algeria, malgrado il movimento di protesta si sia opposto alle elezioni per mesi: secondo gli attivisti il paese deve passare attraverso una fase di riforme politiche prima di poter andare al voto. Che le elezioni siano un modo per nascondere un proseguimento dell’ordine vigente è abbastanza evidente: tutti e cinque i candidati sono associati del presidente Bouteflika, deposto lo scorso 2 aprile proprio grazie alle proteste. (Al Jazeera)

Una corte egiziana ha condannato in absentia Mohammed Ali, l’attore e imprenditore edile che ha animato le proteste contro al–Sisi di questa estate, a cinque anni di carcere. Ali è attualmente in Spagna e aveva agitato le proteste attraverso una serie di video virali. (Al–Araby Al–Jadeed)

Sono stati pubblicati i risultati del referendum per l’indipendenza dalla Papua Nuova Guinea della regione autonoma di Bougainville: ha votato a favore quasi il 98% degli elettori. Ora la regione dovrà avviare il lungo processo che la porterà a diventare una nazione indipendente. (the Guardian)

Decine di migliaia di persone sono scese in strada a Praga per chiedere le dimissioni del Primo ministro Babis, in seguito alla riapertura di un caso in cui è indagato per l’uso politico di fondi europei. Babis, leader del partito populista di destra ANO, è stato accusato in precedenza di corruzione, conflitto d’interessi e di intimidazione nei confronti di rivali politici. (Reuters)

Sei persone sono rimaste uccise in una sparatoria nella sala d’aspetto di un ospedale a Ostrava, in Repubblica Ceca. L’uomo che ha aperto il fuoco si è poi suicidato. Ancora non è chiaro il movente: secondo i colleghi, il sospettato era assente dal lavoro per malattia, dopo aver detto di essere seriamente malato. (BBC News)

Continuano gli scioperi e le proteste contro la riforma delle pensioni voluta da Macron. Secondo i sindacati durante la giornata di ieri si sono mobilitati attraverso tutto il paese circa 885 mila lavoratori. In questi giorni il governo ha dato segnali di voler aprire il dialogo, ma i sindacati chiedono che la riforma sia semplicemente archiviata. Il testo dovrebbe essere pubblicato oggi. (France 24)

Un’altra sparatoria di massa negli Stati Uniti, questa volta a Jersey City, dove sono morti tre civili, un poliziotto e i due armati. Nel corso della sparatoria tra forze dell’ordine e i due sospettati sono stati fatti scoppiare più di cento colpi. (NBC New York)

Italia

“Il termine richiesto risulta troppo ampio, in palese contrasto con tutte le indicazioni giurisprudenziali e normative, e dunque tale da comprimere eccessivamente l’interesse alla salvaguardia dell’integrità psico-fisica dei lavoratori.” Nonostante il parere positivo della procura, il Tribunale di Taranto ha negato la richiesta di proroga per l’utilizzo dell’Altoforno 2 dell’ex Ilva. La decisione rappresenta un nuovo ostacolo sulla strada già complicata della vertenza: l’impianto ora rischia di essere nuovamente sequestrato per avviare lo spegnimento dell’altoforno, ma i commissari impugneranno il provvedimento al Tribunale del Riesame. (il Sole 24 Ore)

Ieri, intanto, oltre mille operai dell’acciaieria hanno partecipato al corteo organizzato dai sindacati a Roma. “Bisogna ricostruire il Paese a partire dal lavoro. Rimettere al centro il lavoro e le persone che lavorano: questa è la bussola,” ha detto dal palco il segretario della Cgil Landini. (il Secolo XIX / Rassegna.it)

In piazza non c’erano solo gli operai dell’Ilva, ma anche delegazioni dalle altre vertenze industriali aperte. Da Alitalia alla Bosch di Bari, passando per la Whirlpool: su Rassegna.it ci sono le testimonianze di alcuni dei partecipanti alla mobilitazione.

Il movimento delle “sardine” ha battuto un nuovo record, riempiendo piazza Castello a Torino con 35 mila o 40 mila persone. I manifestanti hanno sventolato libri e intonato “Bella ciao,” mentre dal palco è stato letto un messaggio inviato da Liliana Segre. (la Stampa / TGCOM 24)

Intanto, dalla pagina Facebook ufficiale, i fondatori del movimento hanno preso le distanze da Stephen Ogongo, il portavoce delle sardine romane che ieri è finito al centro delle polemiche per la sua ingenua e paradossale disponibilità ad accogliere in piazza “pure uno di CasaPound.” “Le piazze delle sardine si sono fin da subito dichiarate antifasciste e intendono rimanerlo. Nessuna apertura a CasaPound, né a Forza Nuova. Né ora né mai.” (Facebook / il Fatto Quotidiano)

Lo stesso Ogongo ha detto che le sue parole sono state travisate e che non intendeva fare nessuna apertura a CasaPound. I neofascisti avevano ovviamente colto al volo la possibilità di provocare, dichiarando che sarebbero stati presenti alla manifestazione di Roma — prevista per sabato — “senza bandiere.” (Adnkronos / HuffPost)

Milano

Si è svolta ieri sera la marcia dei 600 sindaci per Liliana Segre, sotto lo slogan “L’odio non ha futuro.” L’iniziativa, organizzata dall’Anci e dal Comune di Milano, ha voluto simboleggiare una “scorta civica” per la senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz, bersagliata di recente con numerosi messaggi d’odio e minacce. La folla — oltre ai sindaci c’erano migliaia di cittadini — ha attraversato il centro della città, fino a piazza della Scala. “Stasera non c’è indifferenza, ma c’è un’atmosfera di festa. Cancelliamo tutti le parole odio e indifferenza e abbracciamoci in un catena umana che trovi empatia e amore nel profondo del nostro essere,” ha detto Segre intervenendo al termine della marcia. (il Giorno)

Insieme a centinaia di sindaci da tutta Italia, a Liliana Segre e a tantissimi cittadini milanesi per ribadire che #lodiononhafuturo pic.twitter.com/4O4sFcKtSu

— Beppe Sala (@BeppeSala) December 10, 2019

L’assessore all’Autonomia e alla Cultura di Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, è indagato dalla procura di Genova nell’ambito dell’inchiesta sul presunto riciclaggio di parte dei 49 milioni di fondi della Lega — quelli che torneranno in comode rate di ottant’anni. (ANSA)

Cult

Tra tutti i meme tutte le opere realizzate in risposta alla banana attaccata al muro col nastro isolante di Cattelan, la nostra preferita è quella di Matthew Stiffler e Elizabeth Barret-Sullivan, del Museo Nazionale arabo americano di Dearborn, in Michigan, che hanno attaccato al muro uno shawarma di pollo. (Middle East Eye)

Foto di Arab American National Museum

Serj Tankian — sì, dei System of a Down — ha presentato un proprio nuovo progetto: uno zaino con dentro la musica. (Sì) La borsa, molto grande e dal design “pratico” è venduta insieme ad un’app di realtà aumentata che sblocca illustrazioni e tracce musicali inedite dell’artista. (Sì) (Dazed)

Questo luminoso decennio sta per finire e ovviamente già cominciano le operazioni nostalgia, — o, almeno, i recap. Ad esempio: quali sono i 100 gadget che hanno definito gli anni ‘10? Sì, ci sono anche i Google Glass. (The Verge)

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Gif via BuzzFeed

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