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in copertina, foto via Twitter

Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

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Le elezioni dei consigli distrettuali di Hong Kong si sono concluse con un’affluenza da record — ha votato il 71% degli aventi diritto — e con un vittoria schiacciante della coalizione dei “pan–democratici.” I candidati opposti a Pechino hanno vinto 387 seggi contro i 59 ottenuti dai rappresentanti allineati con la Cina continentale, conquistando la maggioranza in tutti i 18 consigli. Nei distretti dove la repressione è stata più violenta e l’uso di gas lacrimogeni epidemico i candidati pan–democratici hanno vinto tutti i seggi. (Quartz)

Nel pomeriggio di lunedì — in queste ore se ci state leggendo in mattinata — ci sarà una manifestazione politica alla presenza di un gruppo di rappresentanti eletti, che si terrà, simbolicamente, fuori dal Politecnico di Hung Hom, preso d’assalto dalla polizia la settimana scorsa. I partiti schierati con Pechino hanno lamentato proprio questo allineamento tra elezioni e proteste, dichiarando che le elezioni si sarebbero svolte in un clima di “terrore nero” (Stanley Ng, FTU), e senza il supporto di volontari, spaventati dal rischio di essere “doxxati” (Starry Lee, DAB). (Hong Kong Free Press)

Secondo il docente di scienze politiche Ma Ngok, le proporzioni della vittoria sono “surreali,” e il messaggio alla leadership di Hong Kong non potrebbe essere più chiaro. Il successo ha proporzioni così rilevanti che influenzerà in maniera pesante la nomina della prossima o del prossimo capo esecutivo, che verrà eletto nel 2022. La sfida per i pan–democratici sarà quella di non ripetere gli eventi di inizio anni Duemila: nel 2003 i partiti di opposizione a Pechino vinsero con ampio margine, ma si trovarono poi profondamente ridimensionati già alle elezioni successive, nel 2007. (South China Morning Post)

Che il Global Times, il giornale in lingua inglese del Partito Comunista cinese, abbia inquadrato minacciosamente le elezioni come “un voto per finire le violenze” non ha certamente aiutato le ragioni dei partiti allineati con Pechino. (Twitter)

Carrie Lam ha dichiarato che il governo riconosce il risultato elettorale e ha ammesso che è stato influenzato dalla “insoddisfazione del pubblico nello stato delle cose,” e da “altri problemi profondi della società.” Lam non è andata più nel dettaglio, ma ha promesso che il governo “rifletterà seriamente” su cosa fare ora. (the Straits Times)

All’interno delle istituzioni vigeva infatti la falsa sicurezza che esistesse una maggioranza silenziosa che preferisse la linea del governo centrale e gli obiettivi di gestione locale dei distretti alla retorica identitaria dei partiti pan–democratici e degli attivisti delle proteste. Il risultato invece traccia un profilo dell’elettorato e della città drasticamente diverso, a cui il Consiglio Direttivo dovrà dare risposte nuove. (South China Morning Post)

Non è impossibile che da Pechino arrivino aperture per riforme profonde del sistema hongkonghese: già nel 2014 si era fatto un tentativo di mediazione — offrendo la possibilità di tenere libere elezioni politiche, ma solo tra candidati approvati dalla Cina continentale. All’epoca la proposta era stata bocciata dagli attivisti pro–democrazia. (Channel NewsAsia)

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Violenza di genere

Oggi è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e come tutti gli anni i paesi del mondo se ne lavano le mani pubblicando statistiche da incubo senza mai intraprendere azioni concrete. Tra i tanti lanci stampa di oggi, segnaliamo:

Mondo

In un’intervista con il Guardian il nuovo ministro dell’Interno boliviano Arturo Murillo denuncia l’esistenza di un piano del MAS per organizzare blocchi stradali attorno a tutte le città più grandi del paese, in modo da isolarle completamente. Come succede in tutti i paesi in cui il cambio di governo è avvenuto in modo 100% democratico, il nuovo ministro dell’Interno ha promesso che manderà all’ergastolo l’ex presidente precedente. (the Guardian)

Il Likud, il partito di Benjamin Netanyahu, indirà delle primarie prima che il Knesset si sciolga l’11 dicembre. Il voto vedrà scontrarsi il Primo ministro senza governo con il proprio principale oppositore interno, Gideon Sa’ar. Oltre alla decisione di votare per la leadership del partito restano ancora in forse le primarie nazionali del partito, e soprattutto non è ancora stata definita la coalizione con cui il partito si presenterà alle prossime elezioni, per la terza volta in un anno. (Haaretz)

Nel corso della giornata di domenica i militari egiziani hanno condotto un raid nella redazione del giornale Mada Masr, sequestrando computer e telefoni dei giornalisti e arrestando la direttrice Lina Attallah e altri due giornalisti. Il giorno prima un altro reporter della testata era stato arrestato. Poche ore dopo, fortunatamente, i quattro giornalisti sono stati rilasciati. Fondato nel 2013, Mada Masr è considerato da molti come l’ultimo giornale indipendente del paese. L’attacco del governo sembra essere stato causato da un articolo in cui si rivelava che il figlio di al–Sisi, Mahmoud Sisi, avrebbe visto il proprio incarico nell’intelligence ridimensionato a causa della propria incompetenza. Il figlio di al–Sisi sarà “parcheggiato,” spiegava l’articolo, alla missione diplomatica egiziana a Mosca. (Al–Araby Al–Jadeed)

Lo sapevamo da settimane, ma ora è ufficiale: Michael Bloomberg si è candidato alle primarie presidenziali democratiche. La candidatura di Bloomberg arriva mentre è sempre più diffusa la sensazione che la corsa di Biden sia fallita, ma il peso del miliardario di New York sulle primarie è ancora tutto da provare. (the New York Times)

A inizio mese si era speso per la sua candidatura Jeff Bezos, ma a Wall Street non sono convinti che Bloomberg abbia i numeri per vincere le primarie democratiche. Qualche settimana fa un sondaggio Morning Consult lo dava al 4%. (Recode / Politico / Morning Consult)

Internet

“Se non cambiamo le cose rischiamo di diventare una distopia digitale.” Tim Berners-Lee, tra gli inventori di internet, ha presentato il proprio “Contratto per la rete.” Un documento firmato da 150 organizzazioni, tra cui anche il gruppo per i diritti digitali Electronic Frontier Foundation, che propone una serie di “risoluzioni” contro la manipolazione politica e le violazioni della privacy. Il piano ha anche il supporto di Google, Microsoft e Facebook. (Contract for the Web)

Italia

La nave Ocean Viking è arrivata ieri pomeriggio a Messina, sbarcando 213 naufraghi soccorsi nei giorni scorsi. Nella notte, dopo la solita inutile procrastinazione, sono stati assegnati i porti sicuri di sbarco anche alla Open Arms e alla Aita Mari, che andranno a Pozzallo e a Taranto, rispettivamente con 72 e 62 naufraghi. (Stretto Web / Twitter)

Durante l’attesa, dalla Open Arms erano state evacuate 11 persone per emergenza medica, con un trasbordo inutilmente pericoloso sulle motovedette della guardia costiera italiana. (Twitter)

Intanto proseguono le ricerche dei dispersi nel naufragio avvenuto davanti alle coste di Lampedusa due giorni fa. Finora sono stati recuperati cinque corpi, tutte donne. Le vittime, secondo le testimonianze dei 149 sopravvissuti, dovrebbero essere una ventina. (TGCOM 24)

Ospite a Mezz’ora in più, la ministra Lamorgese non ha trovato niente di meglio da fare che esprimere solidarietà a Salvini per la scultura — esposta a Napoli — che raffigura l’ex ministro dell’Interno nell’atto di sparare a due persone nere. Per le vittime, nessuna solidarietà. (HuffPost / la Repubblica Napoli)

La ministra ha anche ribadito la necessità di arrivare a chiudere i campi di detenzione in Libia, incrementare l’uso dei corridoi umanitari e “trasferire la competenza all’Onu.” Ma, per sua stessa ammissione, “il percorso è complicato.” (Fanpage)

Nessuna intenzione, invece, di chiudere i centri di detenzione in Italia — che continuano a produrre disumanità nell’indifferenza generale. Ieri nel Cpr di Torino è scoppiata una nuova rivolta: i detenuti hanno appiccato il fuoco a 8 “unità abitative” del centro, dove da venerdì è iniziato anche uno sciopero della fame. (TGCOM 24 / Torino Today)

Una frana si è portata via 30 metri di viadotto autostradale sulla A6 tra Torino e Savona. Le ricerche sono ancora in corso, ma fortunatamente sembra che non siano stati coinvolti automezzi di passaggio. Anche se per ragioni diverse, è il secondo viadotto che viene giù in Liguria nel giro di poco più di un anno — e tra Lombardia e Piemonte ci sono almeno 700 casi di strade a rischio. (Corriere della Sera / la Repubblica, dietro paywall)

Sulla Torino-Piacenza, invece, si è aperta una voragine all’altezza di Asti, anche qui fortunatamente senza coinvolgere vittime. L’autostrada è stata chiusa in entrambe le direzioni. Nell’alessandrino, una donna è morta travolta con la propria auto dalla piena del fiume Bormida. (la Repubblica Torino)

Da Nord a Sud, anche oggi sarà una giornata difficile sul fronte del maltempo. Praticamente in tutta la pianura è allerta per la piena del Po. (Fanpage / la Provincia di Cremona)

Centinaia di “sardine” hanno riempito ieri la piazza principale di Fiorenzuola, in provincia di Piacenza, in concomitanza di un comizio di Salvini. Ma il movimento è sbarcato anche a New York, con la prima manifestazione oltreoceano, sotto la statua di Garibaldi a Washington Square Park. (Piacenza Sera / la Voce di New York)

Intanto ieri la pagina del “movimento” è stata bloccata in quanto segnalata in massa da ignoti — chissà chi, non c’è nessuna forza politica italiana contemporanea che si avvalga di una presenza online discutibile, ossessiva e nebulosa. La pagina è tornata online in serata. (La repubblica)

Milano

A 10 anni dal suo omicidio, centinaia di persone hanno ricordato ieri Lea Garofalo, con una fiaccolata e l’inaugurazione di un totem nei giardinetti di via Montello, che prendono il suo nome. (Fanpage Milano)

Cult

È stata trovata senza vita, probabilmente suicida, Goo Hara, una cantante e attrice sudcoreana molto vicina a Sulli, altra artista che si è tolta la vita lo scorso ottobre. Goo Hara era stata vittima di ricatto e revenge porn da parte di un ex. Lo scorso maggio era stata ricoverata dopo aver tentato di togliersi la vita. (Channel News Asia)

Se hai bisogno di parlare con qualcuno, o conosci qualcuno che ha pensieri suicidi, puoi contattare gratuitamente il Telefono Amico al 199 284 284 (anche via internet) o la Onlus Samaritans al 800 86 00 22.

Le città stanno scavando un solco sempre più profondo tra loro e il resto del mondo — e questo non succede solo in Italia, ma di fatto ovunque. (il Post)

Sì, viviamo in un mondo in cui il “cybertruck” Tesla, nonostante il clamoroso siparietto dei vetri rotti alla presentazione di settimana scorsa, ha già 200 mila preordinazioni. (the Verge)

Conoscere il nemico: l’azienda del lusso Tiffany è stata acquistata dal gruppo francese LVMH, già di Louis Vuitton. Sarebbe l’acquisizione più costosa nella storia del settore — 15 miliardi di dollari. (BoF)

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