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Questa è Hello, World!, la nostra rassegna mattiniera di attualità, cultura e internet. Tutte le mattine, un pugno di link da leggere, vedere e ascoltare.

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Jack Dorsey, l’ad di Twitter, per una volta ha fatto una scelta giusta: il servizio smetterà di pubblicare tutte le pubblicità politiche. Dorsey sottolinea che il format e il potenziale di microtargeting delle pubblicità su internet rendono le pubblicità dei politici particolarmente problematiche e manipolatorie, per cui l’azienda ha deciso che, nel dubbio su come moderarne l’uso e l’efficacia, preferisce non averci niente a che fare. (Thread di @jack su Twitter)

Dal 22 novembre non sarà più possibile pubblicare campagne pubblicitarie a tema politico su Twitter. La nuova policy completa sarà pubblicata il 15 novembre, e prevederà eccezioni — Dorsey ne ha già anticipata una: la possibilità di fare campagne di outreach per invitare le persone a registrarsi per il voto. La barriera della registrazione per il voto resta un enorme problema alla rappresentanza negli Stati Uniti.

Katie Harbath e Nell McCarthy, i due direttori che seguono il tema per Facebook, hanno pubblicato su USA Today un editoriale in cui difendono la linea dell’azienda, sottolineando come Facebook non può diventare “il custode della verità nelle pubblicità dei candidati alle elezioni.” (USA Today)

Mark Zuckerberg stesso continua a insistere che Facebook fa bene a permettere ai politici di pubblicare pubblicità — difendendosi dietro agli strumenti di trasparenza forniti dal servizio per monitorarne, come se le persone che rischiano di essere manipolate si mettessero a usare uno strumento complesso dedicato sostanzialmente ai giornalisti. Peraltro, Facebook ha avuto un quadrimestre strepitoso, con una crescita di ricavi del 29% rispetto all’anno scorso: Zuckerberg ha sottolineato che dei ricavi stimati per l’anno prossimo, solo lo 0,5% sarà generato da pubblicità politiche: inquinare la discussione politica in tutto il mondo non vale nemmeno troppi soldi, in prospettiva. (CNN)

Neanche le televisioni, dove le pubblicità sono infinitamente meno manipolatorie per ragioni di format e mancanza di distribuzione, accettano tutte le pubblicità che ricevono dai candidati. Nell’ultimo mese sia CNN che NBCU hanno rifiutato pubblicità del comitato elettorale di Trump per inesattezze o perché contenenti affermazioni non confermate. Una campagna accusava i giornalisti “liberal” di essere all’opera in quello che “praticamente è un colpo di stato,” un’altra campagna diffondeva la teoria del complotto sulla collusione tra Biden e l’Ucraina. (the New York Times / the Wall Street Journal)

Lo scorso novembre, perfino Fox News aveva soppresso una campagna televisiva di Trump. La pubblicità, dai toni esplicitamente razzisti, faceva leva sull’argomento di terrorismo psicologico di quel mese, la famigerata carovana di migranti e richiedenti asilo che dal Messico stava raggiungendo il confine con gli Stati Uniti. (the New York Times, 8/11/18)

Vietare le campagne promozionali di politici non risolve il diffuso problema sui social network di entrambe le aziende di pubblicazione di informazioni manipolatorie e di messaggi che incitano all’odio e alla violenza. Dorsey in particolare ha difeso più di una volta la presenza dell’estrema destra sulla propria piattaforma. (Vanity Fair Hive, 23/01/19)

Uno dei principali motivi per cui censurare le campagne di odio da parte di organizzazioni di estrema destra occidentali è che il confine tra i loro messaggi e quelli della destra “parlamentare” sono particolarmente difficili da distinguere, e Twitter non voleva rischiare di bannare anche dei politici del partito repubblicano. (Motherboard, 25/01/2019)

Dorsey ha ieri però affrontato di petto il problema, sottolineando come sia impossibile sostenere che è necessario moderare i contenuti “normali,” per poi permettere a chiunque paghi di dire quello che vuole. (the Guardian)

La soluzione al problema è, ovviamente, leggi che regolamentino le pubblicità online dei politici. Per sottolineare la debolezza della teoria di Facebook, questo attivista politico di San Francisco si è registrato come candidato alle elezioni per il governatorato del 2022, così da poter mentire nelle proprie campagne pubblicitarie. Facebook ha subito fermato la sua “Really Online Lefty League.” (NBC Palm Springs)

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Mondo

Anche la Commissione per i diritti umani irachena ha confermato l’aggressione da parte di uomini mascherati contro le persone che protestavano a Kerbela. I numeri dell’organizzazione confermano i 18 morti di cui parlavamo ieri, e aggiungono almeno 800 feriti. Un dottore dell’ospedale al–Hussein, il più grande della città, ha denunciato la presenza di membri delle forze di sicurezza all’interno della struttura, che raccoglievano informazioni sulle persone ferite portate in ospedale. (Middle East Eye)

Il Primo ministro libanese Hariri non ha evidentemente ben chiaro come funziona dimettersi da una posizione. Dopo aver rassegnato le proprie dimissioni, ha annunciato infatti che sarebbe disposto a guidare un nuovo gabinetto guidato da “tecnocrati,” per applicare in fretta le riforme economiche “necessarie al paese”. (Al–Araby Al–Jadeed)

Pakistan. Sono morte almeno 28 persone, e ci sono più di 40 feriti, in seguito a un incendio su un treno, che ha distrutto almeno tre vagoni. L’incendio sarebbe stato causato dall’accensione di una stufetta a gas. Almeno due dei vagoni avevano troppe persone a bordo, secondo le prime ricostruzioni. (Al Jazeera)

Il Washington Post riporta un nuovo dettaglio emerso dalla deposizione del colonnello Vindman, l’esperto di Ucraina del Consiglio per la sicurezza nazionale. Vindman era sulla linea durante la telefonata tra il presidente e Zelensky e al termine della conversazione ha sollevato il problema etico causato dalle pressioni di Trump. Quando ne ha parlato con l’avvocato della Casa bianca John Eisenberg, quest’ultimo ha immediatamente proposto di spostare la trascrizione della telefonata sul server secretato. È la prima volta che una testimonianza dimostra che il tentativo di nascondere il documento è avvenuto in seguito alla realizzazione della forzatura di Trump. (the Washington Post)

Gif di Ferry House

Il presidente cileno Piñera ha annunciato la cancellazione di due summit che dovevano tenersi nel paese, tra cui il COP25 e il forum della Cooperazione Economica Asiatico-Pacifica (APEC). Piñera ha dichiarato che il Cile deve pensare a “ristabilire l’ordine pubblico” — una dichiarazione che nel contesto della repressione violenta della polizia non può che suonare minacciosa. La cancellazione del forum dell’APEC ha ripercussioni globali, perché doveva essere la sede in cui sarebbe stato firmato l’accordo che avrebbe posto fine alla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina. (BBC News)

La Casa bianca si è affettata a commentare che conta di chiudere comunque l’accordo entro il mese prossimo. (Reuters)

Il castello medievale di Shuri, a Naha, importante meta turistica giapponese, è stato distrutto da un incendio la cui origine è ancora sconosciuta. Non ci sono stati feriti, ma la zona è stata fatta evacuare. (the Japan Times)

https://www.youtube.com/watch?v=2eGJ8wNrhqk

Italia

Gli appelli a sospendere gli accordi con la Libia non sono serviti a convincere il governo della “discontinuità”: il ministro degli Esteri Di Maio ha annunciato che ci saranno alcune modifiche al contenuto, ma si tratterà dei soliti “impegni politici” chiesti al governo libico nel rispetto dei diritti umani, con lo scopo di lavarsi la coscienza. La sostanza, invece, non cambierà: 500 milioni di euro per il finanziamento dei campi di detenzione, l’addestramento della guardia costiera libica, la fornitura di mezzi e motovedette, i pochi corridoi umanitari e i rimpatri. (HuffPost)

Queste modifiche — ha detto Di Maio durante il question time alla Camera, elogiando gli effetti degli accordi in termini di “riduzione degli sbarchi” e affermando che sarebbe un “vulnus” sospenderli — dovranno essere concordate dalla “Commissione congiunta italo-libica.”

Tra i pochi a parlare con durezza contro il “memorandum” siglato nel 2017 dall’ex ministro Minniti c’è Emma Bonino, che in un’intervista a Repubblica l’ha paragonato alla trattativa Stato-mafia. Un gruppo di parlamentari ed europarlamentari, da Leu a Italia Viva, ha firmato un appello per chiedere al governo di ripensarci, ma sono poco più di venti persone. (AGI / Avvenire)

Su Repubblica Gad Lerner intervista proprio Minniti, l’artefice del patto, che con il consueto cinismo dichiara di non esserne “pentito.” (la Repubblica, dietro paywall)

Ma poi, c’è qualcuno che monitora dove vanno a finire tutti i milioni che il governo italiano e l’Unione europea regalano alle milizie libiche? Ovviamente no: un documento dell’operazione Sophia, attiva dal 2015, rivela che il personale della missione non ha nemmeno il permesso di mettere piede in Libia. Possono soltanto “fare chiamate e chattare online” (sic) con i guardiacoste. (Euronews)

Il governo ha raggiunto un’intesa più o meno definitiva sulla manovra, che ora è pronta per sbarcare in Parlamento. Tra le novità di cui parlano i giornali stamattina: una gara d’appalto per il servizio di Radio Radicale e una micro-tassa su filtri e cartine per sigarette, mentre per partite Iva resterà l’aliquota super-agevolata al 15%. (la Presse / TGCOM 24 / Adnkronos)

Sarà la stessa Liliana Segre a presiedere la nuova commissione al Senato contro razzismo e antisemitismo: i voti favorevoli alla sua formazione sono stati 151, ma i senatori della destra — Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia — hanno deciso compattamente di astenersi. Secondo Salvini, una commissione contro l’antisemitismo significa “bavagli e stato di polizia.” (Corriere della Sera)

Whirlpool ha fatto marcia indietro sulla cessione dello stabilimento di Napoli: l’ha annunciato il ministro Patuanelli a poche ore dalla scadenza — prevista per domani. I licenziamenti per ora sono scongiurati, ma la vertenza è tutt’altro che chiusa: l’azienda auspica l’avvio di un “dialogo costruttivo,” ma ribadisce che il sito napoletano è “insostenibile.” (la Repubblica Napoli)

Milano

La procura di Milano e la polizia hanno ricostruito definitivamente, pare, la dinamica dell’incidente ferroviario di Pioltello, che a gennaio 2018 costò la vita a tre pendolari. Dalla ricostruzione sembra evidente la drammatica inadeguatezza della manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria. (la Repubblica)

Anche a Milano c’è una politica che strizza l’occhio al fascismo. Il Municipio 7 ha votato una mozione che chiede al comune di eliminare la dichiarazione di antifascismo per poter usufruire degli spazi pubblici, in vigore dallo scorso aprile. (la Repubblica Milano)

Cult

Alice Su racconta sul Los Angeles Times la storia di una vera e propria rete di praticanti di medicina tradizionale cinese che sta aiutando i contestatori di Hong Kong, fornendo cure e terapie a chi ha paura di andare in ospedale perché potrebbe essere arrestato. La rete comprende più di 50 praticanti, attivi su tutti i 18 distretti di Hong Kong, coordinati e accessibili su Telegram. (Los Angeles Times)

Questo report della britannica Health Foundation, un’organizzazione di beneficenza del settore sanitario, conferma rivela che l’instabilità del mercato del lavoro e le condizioni abitative scadenti hanno un impatto serio e permanente sulla salute mentale delle persone giovani. (Dazed)

Segnaliamo Strike! un gioco in scatola disponibile su Kickstarter — che ha già completato il finanziamento, per cui acquistabile a basso rischio — che mette in scena una sollevazione di lavoratori contro una grande azienda, in un contesto cyberpunk. Il gioco, per due o quattro giocatori, è pubblicato da TESA Collective, un editore di giochi politicamente impegnati, e Jobs with Justice, un’organizzazione per la difesa dei diritti dei lavoratori. (Kickstarter, via Boing Boing)

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Gif di ADHD

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