Cosa succede con il nuovo stadio a San Siro dopo il voto del Consiglio comunale
È stato dato il via libera alla costruzione di un nuovo stadio, ma con una marcata riduzione delle volumetrie e con la condizione di salvare il vecchio Meazza.
È stato dato il via libera alla costruzione di un nuovo stadio, ma con una marcata riduzione delle volumetrie cementificabili e con la condizione imprescindibile di salvare in qualche modo il vecchio stadio Meazza.
Ieri, a quasi tre settimane dalla scadenza del 10 ottobre, è arrivato il parere del Consiglio comunale sul futuro di San Siro. In sostanza: è stato dato il via libera alla costruzione di un nuovo stadio, ma con una marcata riduzione delle volumetrie cementificabili e con la condizione imprescindibile di salvare in qualche modo il vecchio stadio Meazza. Ovviamente questo apre la porta a un ventaglio di possibilità piuttosto ricco: ad esempio, una riqualificazione parziale di San Siro, la costruzione del nuovo stadio di fianco al vecchio, oppure — come hanno nemmeno troppo velatamente minacciato le due squadre — di realizzare la nuova struttura altrove, molto probabilmente nell’area ex-Falck di Sesto.
Secondo il Corriere della sera, la cosa più probabile a questo punto è che le due squadre riaffideranno ai due progetti finalisti del vecchio concorso un nuovo studio per capire la possibilità di salvare qualcosa di San Siro, e progettare un progetto digeribile all’amministrazione. Inter e Milan stanno provando a premere in modo frenetico sull’acceleratore: una delle ipotesi, ad esempio, era aspettare un eventuale parere della sovrintendenza sul valore di San Siro, ma il tempo necessario — quattro mesi — è stato giudicato eccessivo dalle due società. Lo stadio nuovo va fatto al più presto e, in sostanza, come aggrada a loro.
Nella loro frenesia, Inter e Milan sperano che il comune faccia passare anche un effetto collaterale non irrilevante con la costruzione eventuale del nuovo impianto. Ecco quanto riporta Repubblica:
Infine, c’è il nodo economico: i club propongono di pagare un canone di concessione dell’area solo a partire dal 33esimo anno di vita del nuovo stadio, con un canone di 5,3 milioni l’anno per 60 anni. Il Comune non incasserebbe un euro per 32 anni e poi avrebbe un affitto uguale alla metà di quanto incassa oggi, nonostante i club prevedano di raddoppiare gli introiti: ed è anche su questo che il Consiglio chiede alla giunta di intervenire.
Il consiglio comunale ieri si è diviso, registrando un’opposizione soprattutto da sinistra: sia fuori dalla maggioranza, con Basilio Rizzo, che all’interno, con Carlo Monguzzi e Alessandro Giungi che hanno votato contro. La palla ora passerà anche nelle mani della giunta guidata da Beppe Sala, che avrà il compito di formalizzare l’interesse pubblico per tutta la questione. Il Consiglio comunale sembra per il momento essere riuscito a tenere il piede in due scarpe: non ha mandato a monte il progetto, lasciando aperta la porta alle squadre, ma ha bocciato in sostanza i progetti presentati finora, che sarebbero stati una festa del consumo di suolo e di centrocommercializzazione della zona.
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Comunque, difficilmente le due squadre potevano aspettarsi un esito diverso, viste le modalità di comunicazione del progetto con le autorità cittadine. Secondo quanto aveva dichiarato a the Submarine il consigliere Pd Angelo Turco, “Il progetto è stato trasmesso a noi consiglieri in maniera parziale, secondo un iter complesso ma corretto, e non abbiamo accesso al progetto completo, ne abbiamo solo una sintesi; questo perché il progetto completo è stato secretato ed è accessibile solo all’ufficio tecnico. La presentazione che abbiamo ricevuto ha sollevato numerosi dubbi e domande, ai quali le società non hanno ancora risposto.”
La parte su cui le due squadre non si sono dilungate è relativa al contorno di negozi, grattacieli e centri commerciali che avrebbero dovuto circondare il nuovo stadio, e che più di ogni altra avevano fatto alzare un sopracciglio ai residenti e a chi ha a cuore il futuro della città di Milano, che già oggi vede la centrocommercializzazione delle proprie periferie e ha una percentuale di consumo di suolo drammatica. Un aspetto che la giunta e più in generale il comune dovranno tenere ben presente.
Infine, da non sottovalutare, c’è anche l’aspetto dei tifosi. Come sottolineato dal comitato “San Siro non si tocca” al nostro giornale, la realizzazione di un nuovo stadio va nella direzione di escludere dalla struttura i tifosi meno abbienti, allontanando ancora di più il calcio da chi non è benestante e facendolo diventare un’attrazione turistica. Ci sono dati preoccupanti: la nuova struttura avrebbe 60.000 posti contro i 78.000 di San Siro di oggi. In più a San Siro ci sono circa 4000 posti “executive”, il 5% del totale: nello stadio nuovo i posti “premium,” per quanto abbiamo potuto vedere, sarebbero circa 12.000, il 20%.”
È per tutti questi motivi che, nonostante non ci sia nulla di male nel costruire un nuovo stadio per sostituire “una grande massa di cemento che costituisce un vero e proprio fuori-scala all’interno del tessuto urbano,” la direzione attuale dei progetti sembra essere l’ennesimo tentativo di gentrificare e speculare sulle spalle della collettività.
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