La giornata più nera delle proteste in Iraq
Hello, World! — In una serie di scontri e incidenti attraverso il paese, nel corso della giornata di venerdì in Iraq sono stati uccisi 41 contestatori, e i feriti sono almeno 2000.
in copertina, foto via Twitter
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In una serie di scontri e incidenti attraverso il paese, nel corso della giornata di venerdì sono stati uccisi 41 contestatori, e i feriti sono almeno 2000. La presenza di milizie e fazioni armate tra le forze di sicurezza rende la repressione particolarmente violenta, con casi in diverse città in cui è stato direttamente aperto il fuoco sulla folla usando proiettili veri. (Middle East Eye)
La settimana di protesta a inizio ottobre era già costata la vita a 150 persone. All’inizio della giornata il ministero dell’Interno aveva dichiarato che le forze di sicurezza avrebbero seguito le proteste per “proteggere” i contestatori. Ma già nella mattinata, poche ore dopo, a Baghdad, le violenze erano già iniziate. Oggi il parlamento si riunirà in una seduta straordinaria per discutere delle richieste delle persone che protestano. (Al–Araby Al–Jadeed)
Natasha Ghoneim, di Al Jazeera, sottolinea come queste proteste siano una continuazione dirette di quelle di inizio ottobre, e come alle promesse di riforma — e di giustizia per le persone uccise — non sia seguito molto. “Non è servito a niente per far passare la rabbia alle persone,” spiega Ghoneim. La richiesta dei contestatori è un completo ricambio della classe politica, “che non ha fatto niente per il paese.” (Al Jazeera)
Ma come possono essersi ripetuti casi di sangue come quelli di ieri, solo poche settimane dopo un’altra repressione violenta, che aveva fatto scattare un’indagine parlamentare contro le forze di sicurezza? Lo stesso Primo ministro Adil Abdul-Mahdi è stato costretto ad ammettere che l’inchiesta non è andata da nessuna parte. Le indagini si sono chiuse quattro giorni fa, con la pubblicazione di un report governativo che cercava di minimizzare il ruolo delle milizie armate e che addossava l’intera responsabilità delle violenze sull’esercito iracheno. Le violenze di ieri sono state diverse — a inizio ottobre erano stati tanti i contestatori uccisi da cecchini — ma è evidente che il problema sia molto più sistemico di quanto si era cercato di far passare. (Al Jazeera, 22 ottobre 2019)
I contestatori hanno preso le distanze anche da Muqtada al-Sadr, leader del Movimento Sadrista, che dal 2003 riveste il ruolo di “opposizione interna” ai governi iracheni: sempre in piazza con i contestatori, ma anche sempre al governo. Questa volta il movimento ha riconosciuto in al–Sadr solo un’altra parte del sistema corrotto contro cui stanno combattendo. (Al–Monitor)
Intanto, in Libano, nonostante la condanna delle proteste da parte di Hezbollah, in tantissimi sono tornati in piazza, sostenendo che le proprie richieste fossero chiare: il governo deve cadere. Ma secondo il segretario generale Hassan Nasrallah le dimissioni del governo causerebbero un vuoto di potere così grande da trascinare l’intero paese in una guerra civile. Secondo Nasrallah le riforme ottenute attraverso le proteste sono già “senza precedenti,” e ha cercato di rassicurare il paese che verranno realizzate. (Al Jazeera)
Lo spettro che anche il Libano sia ingoiato nel “caos” della regione — sempre citando Nasrallah — sembra ignorare che il movimento di protesta è completamente inter–settario. E non si tratta di uno sviluppo recente, da anni in Libano l’opposizione è sempre più distintamente inter–settaria, sottolinea Al–Monitor, che da anni segue da vicino l’opposizione libanese. (Al–Monitor)
Le proteste in Iraq e in Libano sono da questo punto di vista molto simili, e sembrano costituire, scrive Patrick Cockburn, un superamento della fase delle guerre civili settarie. Sempre più persone riconoscono come vero nemico i sistemi cleptocratici e corrotti che hanno ingoiato i governi dei paesi, e vedono nei leader settari e di comunità poco più che mafiosi. Cockburn sottolinea che non si tratta di un cambiamento estemporaneo. Gli esempi di violenze settarie sono ancora molto recenti — in Iraq, dal 2003; in Siria, dal 2011; — ma da quei conflitti sono emersi chiari vincitori e vinti, anche all’interno di singole comunità, e chi ha finora cercato di indicare altri come nemici non può più nascondere anche le proprie responsabilità. (the Independent)
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Mondo
Qual è stata la risposta della Turchia quando Trump ha scritto che i curdi erano “disposti a negoziare,” e che gli Stati Uniti erano pronti a “estendere concessioni che non avrebbero mai fatto in passato”? Erdogan ha chiesto agli Stati Uniti di consegnargli Mazloum Abdi, il comandante a capo delle Forze democratiche siriane. Lo ha dichiarato Erdogan stesso in diretta sulla tv di stato TRT. (Al Jazeera)
Più di un milione di persone è sceso in piazza in una gigantesca protesta pacifica in Cile, per continuare a chiedere al governo di affrontare la disuguaglianza nel paese. Dopo la reazione assurdamente muscolare dei primi giorni, il presidente Piñera sta cercando di riavvicinarsi alle persone che protestano. “Siamo tutti cambiati,” ha promesso il presidente su Twitter. “Le proteste di oggi aprono nuovi percorsi pieni di speranza verso il futuro.” (BBC News)
Non erano cinesi ma vietnamiti i 39 migranti trovati morti in un camion frigorifero a Grays, nell’Essex, pochi giorni fa. La conferma è arrivata quando le famiglie nel paese d’origine hanno iniziato a chiedere notizie su che fine avessero fatto. “Sto morendo perché non riesco a respirare,” è il messaggio inviato alla madre da una delle vittime, una ragazza di 26 anni. (the Guardian)
Gli avvocati dell’ex consigliere alla Sicurezza nazionale John Bolton stanno parlando con i parlamentari per valutare se al loro cliente conviene collaborare con l’indagine per l’impeachment. Bolton era tra i funzionari presenti durante la chiamata tra Trump e Zelensky, e secondo i dietro le quinte era rimasto molto preoccupato dalla telefonata. (CBS News)
Intanto, la pressione dell’impeachment al Senato inizia a farsi sentire. Resta quasi impossibile che i democratici trovino i voti dei 67 senatori che servono per procedere, ma qualcosa sta cambiando. Lindsey Graham, l’uomo di Trump al Senato, ha annunciato giovedì che la camera alta avrebbe votato una risoluzione per “condannare” le indagini — una mossa senza nessuna conseguenza, ma che avrebbe mostrato la solidarietà del partito con il presidente — ma nel giro mezza giornata il documento ha assunto toni molto più morbidi, diventando una richiesta di trasparenza. E anche questo documento non è riuscito a ottenere la firma di tutta la compagine di partito. (the Atlantic)
Intanto, i democratici hanno vinto una battaglia importante: una corte federale ha rifiutato la richiesta del dipartimento di Giustizia di mantenere secretate le carte dell’indagine di Mueller, che ora potranno essere consultate nel contesto dell’indagine per l’impeachment. La decisione della giudice Howell blinda anche la costituzionalità del procedimento, che i repubblicani mettevano in dubbio. (NPR)
L’asse Macron–Johnson non ve lo aspettavate, invece è qui: la Francia ha fatto rimandare la decisione europea per l’estensione della Brexit, in modo da permettere a Johnson di fare pressione sul parlamento e ottenere elezioni anticipate prima di Natale. La finestra di tempo è letteralmente di 36 ore — un’estensione va approvata entro mercoledì, o giovedì il Regno Unito uscirà dall’Unione europea senza accordo. (the Guardian)
Hong Kong. È prevista per questa sera — alle nostre 13 — una manifestazione in centro organizzata dai lavoratori del settore medico. La protesta si concentrerà sulla condanna dei casi di violenza di polizia contro le contestazioni. (Reuters)
Migliaia di persone sono scese in piazza ad Harare, la capitale dello Zimbabwe, in una manifestazione organizzata dal governo per chiedere a Stati Uniti e Unione europea di ritirare le sanzioni economiche contro il presidente Mnangagwa e altri funzionari governativi. Secondo l’opposizione, si è trattato di un evento di propaganda per distrarre dalla crisi economica del paese, oltre che uno spreco di risorse — per incentivare la partecipazione è stata dichiarata una festa nazionale, e ai manifestanti è stato regalato pollo fritto e patatine. (Al Jazeera)
Internet
Facebook sta lanciando negli Stati Uniti “Facebook News,” una nuova sezione dell’app in cui saranno relegati gli articoli di circa 200 testate verificate e con contenuti di “alta qualità.” Per esempio? Per esempio Breitbart News, il sito razzista e complottista punto di riferimento dell’alt-right statunitense. (Newsroom Fb / the Guardian)
(Tra parentesi: la nostra pagina invece è semi-bloccata da una settimana.)
Sorpresa: Microsoft ha soffiato sotto il naso ad Amazon un contratto da 10 miliardi di dollari per una fornitura di servizi di cloud computing al Pentagono. (Reuters)
Eventi
Sta per iniziare la terza stagione di Chiamando Eva, il nostro podcast su femminismo e questioni di genere: la prima puntata sarà dal vivo mercoledì prossimo in Santeria Paladini 8 a Milano, ospiti speciali Lumpa e Jonathan Bazzi. Non mancate, e mettetevi in pari con le puntate arretrate. (Facebook / Spotify)
Italia
La ministra Lamorgese ha definito “un primo passo per l’avvio di una interlocuzione diretta tra le parti” l’incontro avvenuto ieri con i rappresentanti delle principali Ong attive nei salvataggi in mare. Queste hanno chiesto di:
- mettere al centro l’obbligo del soccorso;
- porre fine alle intercettazioni da parte della Guardia costiera libica, che riporta le persone in Libia in violazione del diritto internazionale;
- definire con l’Europa un sistema preordinato di sbarco in un vicino porto sicuro;
- procedere con il rilascio immediato delle navi sotto sequestro. (la Repubblica)
Non è chiaro se queste richieste saranno ascoltate. Di sicuro la nave Ocean Viking non ha ancora un porto di sbarco, e continua a pendolare al limite delle acque territoriali italiane e maltesi con 104 naufraghi a bordo. Questi ultimi sono sempre più insicuri e temono si realizzi la prospettiva peggiore — quella di essere riportati in Libia. Ilaria Solaini, a bordo della nave, raccoglie le loro testimonianze della prigionia: “Per un mese siamo rimasti chiusi in quattro mura. Eravamo in 38 tenuti in ostaggio là dentro, per poter uscire dovevamo consegnare ai carcerieri 3mila dinari. Ma io non avevo quei soldi.” (Avvenire)
Sono stati fermati i due sospettati dell’omicidio del 24enne Luca Sacchi, avvenuto nella notte di mercoledì. Si tratta di due 21enni residenti nel quartiere di San Basilio, uno dei due con precedenti per droga. Secondo gli inquirente, alla base del fatto potrebbe esserci proprio uno scambio di droga finito male. (Roma Today)
Conte, Di Maio e Zingaretti (e Speranza) si sono presentati per la prima volta insieme a Narni, in Umbria, dove domani si vota per le elezioni regionali — anche se ufficialmente si trattava di un evento sulla manovra. Secondo il presidente del Consiglio, “la coalizione ha un futuro.” “Lavorando insieme, lavorando in squadra, lavoreremo sempre meglio, ci affiateremo sempre di più, che è fondamentale.” Lo stesso Conte, però, avverte di non considerare le elezioni umbre come un “test nazionale” — proprio la cosa che si dice quando si è sicuri di vincere. D’altra parte, la prima cosa che ha detto Conte è che non sta “facendo campagna elettorale.” (ANSA / Adnkronos)
Volete un presagio sul futuro della maggioranza? Guardate il momento in cui Di Maio e Conte perdono di vista Zingaretti e si chiedono dove sia finito. (il Fatto Quotidiano / video)
Potete rivedere qui l’intervento completo del presidente del Consiglio, ma forse è meglio guardare soltanto questo video:
L’evento di Narni è comunque una novità politica, oltre che un azzardo — commenta Alessandro De Angelis. La tenuta dell’esperimento si misurerà su “quota 39,” ovvero la somma dei voti ottenuti dal Pd e dal M5S alle ultime Europee: pesa, però, l’assenza di Renzi, che probabilmente vuole già distanziarsi da una prima sconfitta — quella umbra, appunto — quasi inevitabile. (HuffPost)
Milano
Contro la guerra in Rojava e a difesa del popolo curdo: a Milano oggi ci sarà un corteo di solidarietà, in partenza alle 14.30 da Palestro. (Facebook)
Ambiente
Incoraggiare lo sviluppo dei combustibili fossili è una violazione dei diritti dei cittadini? Lo pensa questo gruppo di ragazzi canadesi, che ha deciso di fare causa al governo, per spingerlo ad agire con più decisione contro le emissioni di gas serra. (Nature)
Cult
Sì, Donald Trump — che ricordiamo essere il presidente degli Stati Uniti — ha chiesto esplicitamente a Tim Cook (chiamandolo Tim) di riportare il tasto Home sugli iPhone. (the Verge)
Settimana prossima inizia il Lucca Comics & Games, l’evento più importante per l’editoria del fumetto in Italia: ecco i titoli da non perdere secondo Fumettologica.
La macchina dei sequel della Disney è insaziabile, per cui iniziate a prepararvi — è in lavorazione un seguito di Hocus Pocus: la commedia fantastica anni Novanta tornerà con un nuovo film in esclusiva sul servizio di streaming Disney+. (Collider)
Animali
Questa piccola specie di coleottero è stata chiamata Nelloptodes gretae in onore di Greta Thunberg. (DW)
Per tracciare le migrazioni delle aquile lungo tutta l’Asia utilizzando dei trasmettitori di SMS, questi scienziati russi hanno finito i soldi, dato che gli SMS tra Iran, Kazakhstan e Russia costano parecchio. Una compagnia telefonica russa si è offerta però di applicare al team una tariffa più economica. (BBC News)
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Gif di Thoka Maer
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