E anche oggi si fa la Brexit domani

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E anche oggi si fa la Brexit domani

in copertina, foto via Twitter

Sottolineiamo sempre l’uso del termine “sconfitta umiliante” dei giornalisti del Guardian e dell’Observer ma è difficile trovare un’altra parola questa volta.

Proviamo ad andare in ordine:
Con 322 voti a favore e 306 voti contro — in due schieramenti bipartisan che hanno visto gli indipendenti spezzati in due, e anche sei ribelli laburisti che hanno votato con il governo — il parlamento britannico ha approvato l’emendamento firmato dal moderato Oliver Letwin, che costringerà il governo a presentare e far approvare la legge di implementazione dell’uscita dall’Unione europea prima di porre un voto sull’accordo preso con il Regno Unito. L’approvazione dell’emendamento ha bloccato la votazione sull’accordo di Johnson, facendo scattare il limite inserito in legge da Hilary Benn, secondo cui il governo aveva tempo fino alle 11 di ieri sera per chiedere un’ulteriore estensione della Brexit. (the Guardian)

Fuori dal parlamento Londra è stata sommersa da una manifestazione di “quasi un milione di persone,” che chiedono che sia organizzato un secondo referendum per dare una seconda conferma popolare all’accordo per la Brexit firmato dal Primo ministro. Immediatamente dopo l’approvazione dell’emendamento di Letwin, le strade della città sono scoppiate in festeggiamenti, ripresi in tantissimi video che sono circolati sui social network. (BBC News)

Guarda un video dei festeggiamenti in strada, ripreso dalla parlamentare dei Giovani del Labour Miriam Mirwitch. (Twitter)

Cheering from 1 million people on the streets of London as the Letwin amendment passes. It’s time for a #PeoplesVote! ✊️ #peoplesmarch #VoteTheDealDown pic.twitter.com/m1SRJzQ1j3

— Miriam Mirwitch (@miriammirwitch) October 19, 2019

Cosa succede ora? Il leader della Camera, Jacob Rees-Mogg, ha già annunciato che lunedì è in calendario un altro voto per la Brexit, ma sarà lo speaker Bercow a decidere se permetterlo. In questo contesto, il parlamento potrà votare altri emendamenti, tra cui, appunto, la possibilità di forzare un secondo referendum. (Quartz)

Sulla questione secondo referendum e ruolo dell’opposizione c’è un bel caos nel Labour, con alcune figure storiche del partito che dal palco della manifestazione hanno annunciato di essere “il partito del Remain,” cosa che Corbyn non ha mai detto. (the Independent)

Nel corso della giornata la tensione è continuata a montare perché grazie alla legge di Benn la richiesta per un’estensione dovrebbe essere sostanzialmente un automatismo, ma Johnson ha di nuovo ripetuto la propria contrarietà — strepitando che, in realtà, anche “gli amici dell’Unione europea” vorrebbero mettere il punto una volta per tutte alla Brexit. La soluzione scelta da Downing Street è tragicomica. Sono state inviate al Consiglio europeo tre lettere: una che chiede l’estensione, secondo appunto obblighi di legge, ma non firmata; una seconda, dell’ambasciatore britannico all’Unione europea, che spiega il contesto della giornata; e una terza lettera, “personale” e firmata da Johnson, in cui il Primo ministro spiega perché l’Unione europea non dovrebbe concedere un’ulteriore estensione. Si tratta dell’ennesima forzatura gravissima da parte di un Primo ministro che considera l’attività parlamentare solo come un ostacolo. (the Guardian)

La forzatura di Johnson potrebbe portarlo in tribunale, ha avvisato il segretario ombra alla Brexit Starmer, promettendo di impedire una Brexit senza accordo “a tutti i costi, in parlamento o in tribunale.” Intanto, Donald Tusk ha twittato confermando di aver ricevuto la richiesta di estensione, e che ora si consulterà con i leader europei “su come reagire.” (the Sun / RTE.ie)

The extension request has just arrived. I will now start consulting EU leaders on how to react. #Brexit

— Donald Tusk (@eucopresident) October 19, 2019

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Mondo

Il cessate il fuoco di cinque giorni nel Rojava continua a non essere rispettato dalle truppe turche. Lama Al–Arian e Daniel Estrin hanno parlato con il generale delle SDF Mazloum Kobani Abdi. Nell’intervista Abdi sottolinea che l’accordo ottenuto dagli Stati Uniti è “davvero terribile” – ma ciononostante, le forze curde sarebbero disposte ad arretrare in specifici punti che hanno accordato con Ankara. Questo però non è possibile, perché la Turchia non ha aperto un corridoio attraverso cui far passare civili e soldati. (NPR)

Sul campo sta succedendo l’esatto contrario di un cessate il fuoco, intanto, e attorno alla città di Serê Kaniyê‎ / Ras al-Ayn continua l’assedio turco, impedendo in qualsiasi modo l’evacuazione della città. Lo spiega un altro ufficiale delle forze curde a Sarah El Deeb e Karl Ritter. Dalla città è stato possibile evacuare alcuni convogli medici, facendoli passare per la parte della città ancora sotto controllo curdo. Le SDF contano di abbandonare la città nel corso della giornata di oggi, ma non è detto sia data loro l’opportunità. (Associated Press)

Decine di migliaia di contestatori sono tornati nelle strade del Libano per una terza giornata di proteste anti–governative. La pressione ha fatto cedere la coalizione del Primo ministro Saad al-Hariri: il partito cristiano maronita di Samir Geagea ha lasciato il governo, dopo aver dichiarato di aver chiesto ai colleghi della coalizione di fare lo stesso. La notizia è stata accolta con spirito gioviale nelle strade di Beirut, dove in tantissimi agitavano bandiere e inneggiavano alla rivoluzione, sullo sfondo di vetrine di negozi e banche, distrutte la scorsa notte. (Middle East Eye)

Al netto delle vetrine rotte, è fondamentale specificare che le proteste in Libano sono finora largamente pacifiche, nonostante l’aggressione da parte delle forze di sicurezza, accusate da Amnesty International di usare forza eccessiva nel cercare di disperdere le proteste, non con i gas lacrimogeni, ma anche con pestaggi e minacce di aprire il fuoco. (Al–Araby Al–Jadeed)

Continuano le proteste anche in Cile, per la seconda notte consecutiva. Ieri tre persone sono rimaste uccise nell’incendio in un supermercato, mentre nella capitale Santiago infuriava la guerriglia urbana. Il presidente Sebastián Piñera ha annunciato il ritiro della misura che ha scatenato le proteste — un aumento del prezzo dei mezzi pubblici — e ha dichiarato lo stato di emergenza, imponendo un coprifuoco e mettendo Santiago sotto il controllo dell’esercito. (BBC / Santiago Times)

#Chile | A Santiago le proteste contro il #tarifazo della metro sono esplose violente: molti edifici dati alle fiamme come il palazzo dell’ENEL. Piñera ha decretato lo stato d’emergenza pic.twitter.com/oKXMbal8o8

— Christian Peverieri (@ChrisPeverieri) October 19, 2019

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Di fronte a forti critiche bipartisan, Donald Trump è stato costretto a battere in ritirata sull’intenzione di ospitare il prossimo G7, che si terrà negli Stati Uniti, in un resort di sua proprietà a Miami, il Trump National Dorial. Il povero staff della Casa bianca aveva dovuto passare la giornata a difendere la decisione di Trump dagli attacchi di politici e domande della stampa, sostenendo si trattasse di una scelta logica, in quanto la location più economica disponibile. (CNN)

Attivisti e politici di Hong Kong accusano la polizia di non rispettare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. Dall’inizio delle proteste nella città la polizia ha arrestato 105 minori tra i 12 e i 15 anni. La polizia sostiene che i bambini e i ragazzini sono trattati adeguatamente e hanno accesso a famiglia e avvocati — ma non ci sembrano standard molto alti da rivendicare. (South China Morning Post)

Un gruppo di studenti sudcoreani si sono introdotti furtivamente nella residenza di Seul dell’ambasciatore statunitense Harry Harris, per protestare contro la sempre più costosa occupazione cooperazione militare degli Stati Uniti nel sud della penisola coreana. I diciannove studenti sono stati arrestati quando hanno iniziato a protestare, chiedendo all’ambasciatore di lasciare il paese. (Bloomberg)

Harris ha commentato l’accaduto con un tweet involontariamente comico quasi quanto il suo nome:

Big shout out to Embassy guards & Seoul Metro Police Agency for responding to protesters who breached perimeter around my residence. 2nd incident in 13 months in Heart of Seoul. This time they tried to forcibly enter my home itself. 19 arrested. Cats are OK. Thanks @polinlove !

— Harry Harris (@USAmbROK) October 19, 2019

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Italia

Com’è andata la manifestazione della destra unita a Roma? Sicuramente in piazza San Giovanni c’era tanta gente — la stima degli organizzatori è di 200 mila persone, 50 mila secondo la polizia, arrivate da tutta Italia tra cori di adorazione per “Matteo,” rosari e immagini di Gesù. (Roma Today, video)

Dal palco, oltre ai tre leader, hanno parlato i governatori regionali leghisti (Zaia e Fontana) o quasi-leghisti (Toti). Tutti, Salvini in testa, hanno ribadito il proprio impegno a “mandare questo governo a casa,” immersi nell’ormai abituale pout-pourri ideologico del sovranismo: nazionalismo ostentato (“Orgoglio italiano” era lo slogan dell’evento), kitsch puro e semplice (Salvini è salito sul palco con il Nessun dorma di Puccini), citazioni di Oriana Fallaci, Bibbiano e Soros. (la Repubblica)

Amarcord:

Noi, uniti, siamo la maggioranza vera e naturale degli italiani. In ogni turno elettorale, nelle elezioni amministrative, nelle elezioni regionali, nelle elezioni europee e in quelle politiche abbiamo avuto la stessa risposta: l’Italia vuole essere governata da noi. pic.twitter.com/xvYDKT5nUx

— Silvio Berlusconi (@berlusconi) October 19, 2019

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Si era detto niente simboli fascisti, che strano che qualcuno abbia deciso di sventolare tranquillamente una bandiera della Repubblica Sociale Italiana. (Un thread di Leonardo Bianchi, che racconta su Twitter il livello di allucinazione raggiunto dalla manifestazione)

Altre allucinazioni belle forti arrivano da Firenze, dove nel corso della decima Leopolda — che si conclude oggi — è stato finalmente rivelato il logo vincente di Italia Viva: quello con il gabbiano in volo, che però Ettore Rosato ha specificato non essere un gabbiano, ma solo una “V.” (Adnkronos)

Anche ieri la kermesse ha registrato il tutto esaurito. Non sono mancati gli attacchi al Pd, molto comici da parte di chi era dentro il partito fino a poche settimane fa, come Maria Elena Boschi, che ha abbracciato la retorica classica berlusconiana definendo il Pd “il partito delle tasse.” (la Repubblica Firenza / ANSA)

Durante l’evento la ministra della Famiglia Bonetti ha presentato a grandi linee il “Family act,” una serie di provvedimenti a sostegno della famiglia e della natalità. La misura cardine sarebbe un “assegno universale” per i figli, che la ministra vorrebbe rendere strutturale a partire dal 2021. (la Repubblica video / Avvenire)

Alessandro De Angelis su HuffPost contrappone efficacemente la piazza di San Giovanni alla Leopolda: da una parte uno specchio del paese, dall’altra un megalomane che “celebra un trionfo senza neanche un esercito che ha vinto la guerra,” un’enclave revanscista “stretta attorno al culto di un Capo che il paese lo ha perso, e non da oggi.” (HuffPost)

La sintesi migliore dell’operazione Italia Viva la dà lo spot promozionale pubblicato dal nuovo partito su Facebook, in cui si vede Renzi uscire di buona lena da un portone chiuso — nel senso, senza aprirlo. (Twitter / video)

Dal governo, intanto, Conte ha reagito con fermezza agli attacchi che sono arrivati dal M5S negli scorsi giorni, con una minaccia inusuale per i suoi toni soliti: “Chi non fa gioco di squadra è fuori dal governo.” Il premier ha poi stemperato dicendo che non ce l’aveva con Di Maio e che con il Movimento 5 Stelle non ci sono “ombre.” (Corriere della Sera)

Milano

Atm vorrebbe estendere la possibilità di pagare i biglietti in modalità contactless anche sui mezzi di superficie. (Milano Today(

Cult

La compagnia aerea australiana Qantas è riuscita a completare il test del volo passeggeri senza scali più lungo di sempre: 49 persone hanno volato da New York a Sydney per 19 ore e 16 minuti. (BBC News)

Questa è la zucca di Halloween più spaventosa di sempre. E questa è una guida per farne una anche voi. (Imgur)

Sì: l’esercito statunitense ha davvero firmato un contratto di cooperazione e ricerca con la Stars Academy of Arts and Sciences, la fondazione di ricerca sugli UFO della star dei Blink 182 Tom DeLonge. (Gizmodo)

Spazio

Christina H. Koch e Jessica Meir sono uscite nello Spazio fuori dalla Stazione spaziale internazionale per riparare un regolatore di potenza malfunzionante: la loro è la prima spacewalk di sole donne della storia. Al termine dell’operazione le due astronaute hanno dovuto pure sopportare una telefonata congratulatoria di Trump, che si è sbagliato, e ha fatto loro i complimenti per essere le prima donne ad uscire nello Spazio. Lo hanno corretto: 14 astronaute donne hanno svolto spacewalk dal 1984, ma questa era la prima occasione senza colleghi uomini. (TechCrunch / Daily Express)

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