Il MAMA Festival nasce esattamente 10 anni fa, dall’idea che il mondo dei professionisti della musica abbia bisogno di momenti di incontro dove tutti gli step della produzione possano conoscersi per una tavola rotonda di giorno e una birra davanti ad un concerto la sera.
Con base a Parigi, il MAMA è una convention diurna e un festival notturno urbano itinerante tra i locali del quartiere di Pigalle. Al grido di In questo ambiente i contatti sono tutto! questa decima edizione prevede la presenza di circa seimila professionisti del settore, più di 150 conferenze in tre giorni e 400 speaker internazionali. La sera, 120 concerti che raggruppano altri seimila spettatori in 15 diverse sale del quartiere a luci rossi parigino, famoso per il mulino a vento del Moulin Rouge e i sexy shop — ma anche per l’altissima concentrazione di club e sale concerti.
Fakear, Gael Faye, Christine & the Queens, Dope D.O.D., Ibeyi sono solo alcuni dei nomi passati dal MAMA in tempi non sospetti e poi arrivati al successo mondiale. L’occasione è rara in quanto ad una platea di professionisti, manager e addetti ai lavori si affianca un pubblico eterogeneo ma attento, capace di captare e giudicare le future tendenze musicali.
C’è anche una fantastica playlist già cotta e mangiata con gli artisti della nuova edizione, 241 brani per un’intensa e prolungata sessione di streaming musicale.
L’unico italiano, anzi italo-canadese è Bruno Belissimo. Polemichetta? La maggior parte degli artisti è francese. A differenza dell’eterogeneità dell’Eurosonic Norderslaag, che è un po’ la reginetta delle convention festival europee, in questo caso la grande maggioranza dei performers è rigorosamente transaplina. Famosi per gasarsi sempre troppo per i loro, questa smania però si rivede anche nelle sovvenzioni date agli artisti dallo Stato francese così come dal numero di concerti, venues, festivals, quando noi ancora litighiamo e organizziamo festival per poi annullarli.
foto di Florian Duboé, Thomas Saminada, Gaëlle Evellin